due secondi (cancellare tutto)

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Quella mattina Giulio mi svegliò accarrezzandomi leggermente la schiena.
Ero ancora frastornato dagli accaduti della sera prima, e il pensiero di doverli spiegare a lui mi faceva venire l'emicrania.
Mi alzai dal letto con una lentezza che agli occhi di altri parrebbe esasperante.
Subito mi si prostró davanti lui, che mi aiutò a mettermi in piedi.
Mi prese la mano e ci dirigemmo in cucina.
Io avevo ancora tutti gli occhi rossi -sembrava mi fossi pippato pure l'anima- e camminavo trascinando i piedi nudi sul pavimento gelido.
Non appena ci sedemmo, dopo aver preparato due tazze di te al limone, con una foglia di menta, come tutte le mattine, Giulio posò la sua mano sopra la mia, e con un dito sfregava contro il dorso di essa.
Per un attimo lo guardai di sfuggita, facendo incrociare i suoi occhi con i miei, e in un attimo la domanda che non volevo sentire si elevó al vento.

-ne vuoi parlare?-

Un sibilo arrivò ovattato alle mie orecchie.
Non risposi.

-Michele, ti ho trovato all'una di notte, fuori da un locale, semi ubriaco e in una piena crisi delle tue, mi dici che hai fatto?-

Un nodo alla gola mi colse alla sprovvista.

-io...-

Soffocai distrattamente

-tu cosa Michele-

-la ragazza della foto...-

Balbettai

-ho avuto un rapporto.-

Silenzio.

A quel punto il mio cuore era definitivamente esploso. Dirlo ad alta voce mi spezzava l'anima.
Continuai

-è che tu mi avevi lasciato solo, ero depresso e ho bevuto un po', e mi sono ritrovato in bagno...-

Volevo dirgli che era colpa sua, e che la vittima ero io, non lui, che era stato lui a creare tutto, che mi aveva lasciato solo, ma ero troppo stanco per litigare ancora.

-come hai potuto..-

Disse lui con un tono che si prospettava la causa di un litigio.

-senti Giulio non iniziare, va bene? Ho troppo mal di testa per sentirti usare un tono simile, e poi ti ho detto che non volevo e che mi dispiace.-

Sbottai io scocciato, levando la mia mano dalla sua.

-si...scusa-

Sussurró lui, rendendosi conto della mia situazione.
Al sentire quelle parole il mio cuore si sciolse, mi avvicinai a lui e gli diedi un piccolo bacio sulla guancia, abbracciandolo leggermente.
Il suo abbraccio mi avvolse all'improvviso, come una morsa d'amore attorno al mio petto, e sentii che le sue lacrime mi bagnavano la spalla.
Bene.
Lo avevo fatto piangere, ora stavo ancora peggio.

-no...no Giulio dai-

Gli presi il viso tra le mani e lo portai alla stessa altezza del mio.

-non devi, perché?-

-si che devo, sono un fidanzato di merda-

Abbassò la testa, sconfitto.

-no, ti sbagli-

Portai il suo viso sulla mia spalla, iniziando ad accarezzargli i capelli dolcemente.
Dissi così, anche se un po' aveva ragione, mi aveva trattato di merda, ma in quel momento ero totalmente schiavo del suo tono e dei suoi occhi per farglielo notare.
Infilai il mio braccio sul suo fianco, gli presi la mano e con un movimento quasi azzardato lo condussi verso il divano.
Mi sedetti e mi portai il suo corpo vicino, gli accarezzai la spalla, mentre lui si affossava nel mio incavo del collo.
Sentivo il suo fiato caldo, un respiro irregolare, sconvolto dagli avvenimenti.
Gli stampai un bacetto sulla tempia e poi sul collo, sulle spalle, in modo da tranquillizzarlo.
La sua mano si intrecció alla mia, con una piccola stretta.

-grazie-

Sussurró lui, in procinto di addormentarsi.
Lo strinsi ancora più forte, come se in questo modo tutti i nostri problemi potessero starci lontano e gli diedi un bacio sulla testa.
Continuavo ad osservargli il profilo del viso ben delineato, mentre lui si addormentava sul mio petto, nonostante fosse mattina.
La mente era piena di pensieri contorti, fino all'orlo.
Ero ancora arrabbiato, ma mi sentivo in colpa, anche se avevo cancellato tutto, anche quella foto così sbagliata.
Lo amavo, ma mi stava mentendo, però al contempo era una vittima anche lui. Mi lasciava solo e poi mi cercava. Mi cercava ma io ero sconvolto, poi si presentava come una persona completamente sincera, che si prendeva cura di me, e un secondo dopo usciva senza dirmi una parola.
Mi stava per esplodere la testa, ero confuso, dovevo riflettere, ma decisi che ci avrei pensato più tardi, appoggiai il mio capo sulla spalla di Giulio, chiusi gli occhi e mi feci prendere dalla morsa del sonno, accanto a lui.

- @cancellavetutto

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