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Ho appena finito i compiti di greco e ora dovrei iniziare a studiare per l'interrogazione di filosofia.
Mi piacciono davvero come materie, grazie anche alle mie professoresse sempre gentili e disponibili che me le hanno fatte amare da subito.

Sto cercando i libri e gli appunti da studiare, quando mi arriva una notifica.
Guardo lo schermo: è Nelli.
Prendo il libro e gli appunti di filosofia dal cassetto e poi visualizzo il messaggio.

Nicco. 2️⃣3️⃣🐯❤ Ehi, Sofia mi ha parlato dell'episodio di ieri mattina.. se vuoi possiamo parlarne, veniamo io e Mig a casa tua

Io: Gentilissimi, davvero, non dovete disturbarvi.. se avete voglia va bene, ho bisogno di stare con voi

Nicco. 2️⃣3️⃣🐯❤ Ma che disturbo!! Per starti vicino mi sveglierei addirittura in piena notte ❤

Io: Diobó quanto ti posso voler bene.. grazie per esserci sempre stato e di avermi accettata così come sono, non ho mai incontrato persone del genere ❤

Nicco. 2️⃣3️⃣🐯❤ E sono stato tanto fortunato a conoscerti! E grazie a te Ana, ci vediamo tra poco piccola ❤😘

Io: Va benee 😘❤

Ecco, lui è uno delle poche persone che non mi ha mai criticato, ma che mi è stato vicino sin da quando eravamo piccolini.

Mentre aspetto che arrivino Nelli e Mig, inizio a studiare.
Sì, dobbiamo già fare i compiti e studiare dopo due giorni dall'inizio della scuola.
Dopotutto è un liceo e io sono in quinta, dovrò sudare sette camicie quest'anno.
Dopo dieci minuti sento suonare il campanello.
"Vado io!!", urlo a mia mamma mentre scendo le scale e mi dirigo alla porta.
Apro, è Nelli.
Mi abbraccia e mi bacia la fronte.
"Buongiorno", mi saluta nel frattempo.
Ci stacchiamo e faccio entrare Nelli in casa.
"Ma il Mig dov'è?", chiedo confusa.
"A metà strada si è dimenticato le chiavi di casa da me, un disastro", dice ridendo.
Rido anche io scuotendo la testa e mettendomi una mano davanti al viso.
"Beh, vuoi bere o mangiare qualcosa?", gli chiedo.
"Se ce l'hai, chiedo un bicchiere di Coca Cola, Migno prima me l'ha finita", dice scocciato prima di sedersi sul divano.
"Ovvio che ce l'ho, aspetta", dico dirigendomi verso la cucina.
"Ma possibile che c'entra sempre Mig nelle cose?", urlo poi a Nelli dalla cucina.
"Ah non ho capito io", risponde ridendo.

Dopo circa quattro minuti suona di nuovo il campanello.
"Vai te?", mi urla mia mamma dal suo ufficio.
"Sì má", le rispondo.
Apro la porta: è arrivato Migno.
"Ehi", mi saluta sorridendo.
Entra in casa.
Vedo che ha il fiatone e che sta un po' sudando.
"Mig ma che hai fatto? La Maratona?", dico ridacchiando.
"Nelli è venuto in motorino, io ho dovuto prendere la bici perché il mio è dal meccanico.. praticamente eravamo a casa di Nicco e mentre stavamo venendo qui ho dimenticato le chiavi, perciò ho fatto il giro d'Italia praticamente per tornare indietro e prenderle", mi risponde.
"Ho notato", sorrido.

Ci sediamo tutti e tre sul divano.
"Allora, sfogati", mi dice improvvisamente Mig.
Rimango un attimo perplessa.
"Eh?", chiedo.
"Sofia ci ha detto tutto, devi spiegarci", dice Nicco.
Prendo un respiro profondo e inizio a parlare.
"Troppa gente mi insulta da troppo tempo solo perché non sono come voi, ovvero italiana. O mi offendono per la mia nazionalità o perché, sempre venendo da quei paesi e per la mia corporatura, sono una che vuole fare sesso e basta con persone sempre diverse. E sapete, sono insulti pesanti. Davvero, la gente non ha rispetto per gli altri. Mi chiedo ancora come fanno ad esistere persone del genere, che insultano solo per la nazionalità. In quel cervello del cazzo si creano solo stereotipi che non valgono affatto per chiunque. È vero, delle ragazze della mia nazionalità sono come mi insultano gli altri, ma io non sono così. Non mi conoscono. Difatti insultano senza sapere. E ciò mi dá sui nervi. Voglio andarmene da qui.. voglio tornare o in Polonia o in Russia.. almeno lì non mi insulta più nessuno.. e vabbè, ho capito che sono maggiorenne e di ciò che pensa la gente dovrei fregarmene altamente, ma è da anni che continua questa cosa, e ne ho abbastanza..", mi sfogo.
Mi metto le mani davanti al viso per coprire le lacrime.
Sento qualcuno che si siede vicinissimo a me.
Questa persona mi avvicina al suo petto e mi stringe forte.
"Anastazja...", è Nicco.
Mi bacia la fronte.
Mi asciugo le lacrime.
"Dai basta piangere per questi bastardi, non hanno alcun motivo di esistere. Poi non dare importanza alle persone che ti insultano, li istigherai ancora di più e basta.
Dai invece importanza alle persone che ti vogliono bene davvero, quelle che non ti abbandoneranno mai.", dice Nelli che viene interroto da Migno che si avvicina a me.
"Tipo noi, noi ti vogliamo un bene enorme e a noi vai benissimo così come sei", dice Mig.
"Grazie ragazzi, grazie di tutto", dico guardandoli e sorridendo.
"Grazie a te, ora però abbraccione di gruppo eh!", dice Migno prima che entrambi mi stringano talmente tanto da farmi mancare il respiro.
Il mio sorriso si trasforma presto in una risata.
"Anche io vi voglio troppo bene ragazzi, ma se mi soffocate poi non mi avrete più", dico continuando a ridere.
"Ok ritiro abbraccio di gruppo, ci servi ancora", dice Mig prima di staccarsi.

Finisco di studiare dopo un bel po' di tempo, ma giusto in tempo prima che la cena sia pronta.
Mia madre mi dà sempre il permesso di far rimanere a casa mia i miei amici anche a cena.
Mig e Nelli, quindi, avvisano i loro genitori che torneranno più tardi.
Mentre aspettiamo che sia pronto da mangiare, decido di farmi interrogare dal Mig su filosofia.
Improvvisamente squilla il telefono a Nelli.
"Chi è?", chiede Migno.
"Enea", risponde Nicco prima di accettare la chiamata.
Il cuore mi sale in gola.
Deglutisco.
Mig mi guarda strano.
"C'è qualcosa che devi dirmi su Enea?", mi chiede sospettoso.
"Ehm..no", rispondo insicura.
"Sono a casa di una mia amica con Mig... ok glielo chiedo", dice Nicco al telefono.
Si porta il cellulare al petto.
"È Enea, chiede se potrebbe venire qui a casa tua", mi dice Nelli.
Spalanco gli occhi.
Una parte di me dice insistentemente di sì, l'altra dice che è meglio di no.
"Ehm.. dovrei ripassare dopo..", rispondo.
"Vabbè lo puoi fare anche se c'è Enea, no?", mi chiede.
Faccio cenno di no con la testa.
"Dice che deve ripassare per l'interrogazione di domani... già... vabbè ci si becca in giro allora Bestia, ciao", Nicco chiude la chiamata.
"Tu mi devi spiegare una cosa, anzi ci devi spiegare", dice Nicco sedendosi meglio sul letto.
"Eh..no?", dico cercando di sembrare sicura di me stessa.
"Dai sputa il rospo", dice Nelli.
"Cosa?", fingo di essere confusa.
"Ti piace Enea, ammettilo. Dai si vede!", dice sorridendo Migno dandomi qualche pugno amichevole sul braccio.
"Dai di noi puoi fidarti", dice Neli sorridendo.
"Ok, va bene. Sì mi piace Enea. Però non ho il coraggio di parlargli. E quindi?", rispondo guardandoli arrossendo.
"Non c'è problema allora, lo chiamo dicendogli che può venire dato che hai cambiato idea", dice Nicco tirando fuori il telefono dalla tasca.
"NO!", gli urlo fermandogli il braccio.
"Troverò io l'occasione per parlargli, voi non dovete fare nulla", dico.
Nel frattempo, sento mia mamma che ci chiama a tavola.
"Va bene?", chiedo infine.
Ottengo solo dei cenni con la testa che non mi convincono molto.

Il ragazzo della scuola accanto || Enea BastianiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora