Adrien sbuffò.
Non ne poteva più di quell'oca.
Era insopportabile.
Chloè era la figlia del sindaco, e quindi credeva di essere la padrona di tutto e di tutti, ed era determinata ad ottenere ciò che voleva.
E, in quel momento, lei voleva proprio Adrien.
O meglio, voleva il suo cuore.
Peccato che il suo cuore fosse volato nella lontana Cina insieme ad una bambina dai capelli neri come gli abissi più profondi e gli occhi azzurro come il vetro.
Adrien pensava a lei da quel pomeriggio.
Quel pomeriggio in cui l'Amore della sua Vita se n'era andato.
No, non stava esagerando.
Solo perché era un'amore precoce, lo rendeva forse meno vero?
Era sicuramente più intenso di quello che provava Chloè verso di lui, che era pura e semplice voglia di potere su di lui e di determinazione, perché quell'odiosa principessina voleva sempre qualcosa; e quando quel qualcosa le veniva legato, diventava ancora più determinata ad ottenerlo.
Volete forse paragonare un'amore giovane ma intenso e più forte di quello di moltissimi adulti a quella voglia di dominio e di ottenere qualcosa?Lui si sedette, dopo essersi allontanato da Chloè, al suo posto vicino a Nino, il suo migliore amico.
Era l'unico a conoscenza di Marinette e della promessa che si erano fatti anni prima.
Promessa che aveva mantenuto.
Non aveva più avuto contatti con la sua Lady, in quanto nessuno dei due sapeva scrivere e volevano che le parole che si diceva rimanessero tra loro, non volevano ne farle leggere be farle scrivere a nessuno tranne che loro.
Poi, una volta imparato a leggere e scrivere, Adrien l'aveva cercata, cercando su Internet una certa Marinette che viveva in Cina, della sua famiglia, aveva chiesto ai vicini se sapevano dove si fossero trasferiti...
Niente.
Era introvabile.
E lui stava impazzendo.Marinette prese un respiro profondo e bussò alla porta della sua nuova classe, con esitazione, pensando a cosa avrebbe potuto dire.
Forse c'è Adrien in questa classe... le disse una vocina nella testa.
Ci aveva pensato a lungo, e aveva deciso che lo avrebbe cercato, se solo lui si ricordasse di lei...
Ne avrebbe avuto il coraggio?!
Avrebbe avuto il coraggio di andare alla porta di qualcuno a caso e dire:
"Ciao, sono Marinette, sei per caso tu l'Adrien con cui andavo all'asilo e che amo ancora?"
Non, non ci sarebbe mai riuscita.
Non sapeva nemmeno il cognome! Non erano cose che due bambini dell'asilo si chiederebbero mai.
Da piccola era più sicura, ma era comunque molto timida.
Andare in Cina e doversi ricostruire una vita tutta da capo era stata dura, e non era riuscita al 100%.
Infatti dubitava che nella sua vecchia scuola qualcuno sapesse il suo nome.Un leggero bussare svegliò Adrien dal suo sogno ad occhi aperti.
A volte succedeva che, quando non c'era niente di interessante o doveva sopportare Chloè, il suo cervello gli mandava immagini più... interessanti.
Ovvero immagini di Marinette.
Se la immaginava come una ragazza un po' minuta, coi capelli legati in due codini, un'acconciatura un po' infantile ma che a lei stava divinamente; gli occhi azzurri come ricordava, labbra sottili e carnose al tempo stesso, un nasino sottile; e sì, lui si faceva film mentali sul suo naso.
Era proprio innanorato.
E, quando tornò alla realtà, dovette sbattere le palpebre un paio di volte per convincersi che quello che stava guardando fosse reale.
La ragazza dei suoi sogni, letteralmente dei suoi sogni, stava entrando nella sua classe con le guancie rosse.
Era uguale a come se l'era immaginata, fino alla punta del naso.
«ehm. S-sono una ragazza nuova. Mi chiamo Marinette» disse con una voce angelica.
Okay, stava sognando.
«ah, sì» disse la prof. Bustier, sorridendole amabilmente «mi avevano avvisata che saresti arrivata dal... Giappone?»
«dalla Cina» la corresse lei, rossa come un peperone maturo.
Okay.
Stava sognando, non poteva essere vero.La professoressa le disse di sedersi vicino ad Alya, una ragazza che le sembrava simpatica.
L'insegnante era uscita un momento, lasciando la classe incustodita.
Davanti a lei c'era un ragazzo moro con gli occhiali (di cui Alya era visibilmente cotta e viceversa) e il ragazzo biondo di prima.
L'aveva messa molto a disagio, visto che continuava a fissarla da quando era entrata in classe, e continuava tutt'ora.
In effetti aveva un'aria famigliare, anche se non capiva perché.
«ehm, voi siete?» chiese, rossa come un peperone.
«Nino» disse il moro.
«Adrien» disse il biondo.
Okay, non poteva essere.
Probabilmente era un'altro Adrien.
Non poteva essere quell 'Adrien.
I due si guardarono negli occhi a lungo.
Marinette aveva sognato degli occhi come i suoi continuamente.
Ad Adrien sembrava di guardare la superficie di un lago cristallino: lucida, azzurra e bellissima.
Poi, sentirono una voce acuta e fastidiosamente famigliare a Marinette.
«oh, cinesina, ti risparmierei le fatiche» disse Chloè sprezzante «vedi, Adrien è mio, capito? Oh, ma parli francese? O forse parli solo cinese?» e iniziò una pessima imitazione del cinese.
Adrien si trattenne a stento dal prenderla a pugni sul quel viso troppo truccato.
«be', sappi che parlo benissimo il francese» disse Marinette con calma «la stessa cosa non si può dire di te col cinese, vedi, hai appena detto che tua mamma è una... mi astengo dal tradurre, visto che almeno io ho un po' di educazione, cosa che tu conosci nella stessa quantità del cinese»
Tutti la fissavano sbalorditi.
Nessuno aveva mai risposto così a Chloè.
Adrien si trattenne a stento dal baciarla davanti a tutti.
Poi la classe, spontaneamente, iniziò a applaudire Marinette.
Adrien compreso.Angolo autrice:
Ecco a voi il secondo capitolo di Children!
Okay, ora voglio le medaglie di camembert.
Allora, si sono ritrovati, solo che non lo sanno.
Mi spiego: non si erano chiesti i loro cognomi (secondo voi i bambini dell'asilo chiedono queste cose?) Quindi non sono sicuri che loro siano loro.
Avete capito?
Neanche loro.
Okay, potete uccidermi.
Praticamente Adrien non sa se Marinette è la stessa Marinette di quando erano bambini e viceversa.
Vado prima di sparare qualche altra battuta orrenda.
Ciaooooooo
~Daly
STAI LEGGENDO
Children
FanficMarinette è una ragazza francese che vive in Cina da quando aveva cinque anni. Un giorno, torna in Francia, a Parigi, dove suo padre apre una panetteria. Nonostante siano passati molti anni, Marinette ricorda un bambino dai capelli biondi e gli occh...