Erano le 6:20 di un Venerdì mattina come tutti gli altri, Catherine era ancora sotto il piumone e nel frattempo si massaggiava il polpaccio cercando di far passare quel crampo che l'aveva svegliata 10 minuti prima del suono della sveglia che tanto odiava.
La sua testa era piena di pensieri e preoccupazioni, l'ansia la stava letteralmente divorando, era il giorno tanto atteso: nel pomeriggio avrebbe avuto un' audizione importante per la quale si era preparata per mesi e mesi. Stava cercando di entrare ad una delle scuole di danza più importanti: la Royal Ballet School. Più cercava di pensare ad altro e più l'ansia si impossessava della ragazza, decise quindi di alzarsi dal letto e spegnere la sveglia, che tra pochi minuti avrebbe iniziato a suonare insistentemente facendola irritare solo di piu, si sedette a terra con la schiena appoggiata alletto, aprí il casseto del suo comodino e prese uno scatolino giallo con vari cuoricini rosa sopra e guardandolo lo rigirò più volte tra le mani."mamma, mamma, mamma, mamma, mamma" urlò la bambina dagli occhi blu come l'oceano.
Dopo nemmeno tre secondi sulla soglia della camera di Cat apparve una donna magra, con i capelli biondo cenere legati con uno chignon sulla nuca e, cosa più importante, con il fiatone, molto probabilmente sentendo le urla della figlia aveva lasciato qualunque cosa stesse facendo e si era precipitata al piano di sopra.
"Catherine oddio stai bene? Cosa è successo, amore?" chiese la donna con la preoccupazione negli occhi vedendo la figlia seduta a terra con le gambe aperte in modo spaventoso e le lacrime agli occhi.
"Ho imparato a fare la spaccata" affermò, continuando a piangere, la bambina.
"E perché piangi tesoro?"
"Perché fa male mamma"
"Queste cose devi farle solo con Miss. Lilian lo sai" disse la madre chiudendo lentamente le gambe della bambina.
"Ma io volevo solo essere più brava e poi sono grande, oggi metto le punte" disse con una nota di felicità nella voce.
"A proposito, ho un regalo per te" e le porse uno scatolino.
"Cos'è mamma?" chiese confusa Cat.
"Aprila" la giovane ballerina seguí ciò che disse la madre e comparvero davanti ai suoi occhi cerotti di tutti i tipi.
"Mi hai regalato dei cerotti? E a cosa dovrebbero servirmi?"
"Quando sarai più grande lo scoprirai"Catherine si risvegliò dai suoi pensieri e aprendo quella scatolina che ormai era diventato il suo porta fortuna iniziò a sorridere, prese vari cerotti e li mise su tutte le ferite presenti sui suoi piedi.
"Effettivamente mi servono molto" disse a sè stessa la ragazza, il suo sguardo cadde sull'orologio appeso al muro di fronte a lei.
6:45. Era in perfetto orario, Catherine voleva che quel giorno fosse perfetto in tutto e per tutto. Si alzò da terra con vari dolori e si fiondò in bagno sotto la doccia, al contatto con l'acqua calda tutti i muscoli si rilassarono e i pensieri incominciarono a viaggiare liberi, dopo una decina di minuti uscí dalla doccia e si avvolse un asciugamano verde petrolio attorno al corpo, tornò in camera e prese dal suo armadio un jeans nero strappato sulle ginocchia e un maglione blu elettrico con le trecce, si truccò e infilò i libri e i quaderni del giorno in cartella, si infilò i suoi amati stivaletti impermeabili ai piedi e scese le scale trotterellando.
"Buongiorno tesoro, ansiosa?" le chiese la madre dandole un bacio sulla fronte.
"Buongiorno mamma, tantissimo però ora vado a scuola che non voglio fare tardi"
"Ma non hai fatto nemmeno colazione devi essere in forze"
"Ora prendo una banana e la mangio strada facendo"
"Va bene tesoro, buona giornata"
"anche a te mamma" urlò Catherine uscendo di casa.
Era pieno inverno e tra qualche settimana sarebbe stato natale, il freddo pungente si infilava sotto il cappotto di Catherine facendola rabbrividire, avanzò il passo con le cuffiette nelle orecchie, arrivata davanti all'edificio che più che una scuola sembrava un carcere guardò l'orologio al polso che segnava le 7:55.
Superato l'ingresso andò con passo svelto verso il suo armadietto, lo aprí e mise all'interno tutti i libri tranne quello di biologia che aveva alla prima ora.
"Davies" Catherine sbuffò sonoramente e alzò gli occhi al cielo a sentire quella voce.
"Styles, oggi cosa vuoi?" chiese acida la ragazza osservando la bandana verde militare che tirava all'indietro i capelli ricci del ragazzo lasciando così più visibili quegli occhi verdi a cui nessuno riusciva a resistere.
"Dai Catherine mi dici per quale motivo sei così acida con me?"
"E tu mi dici per quale motivo ti ostini a parlarmi se dici a tutti che sono strana?" chiese retoricamente la ragazza alzando un sopracciglio e stringendo il libro contro il petto ancora di più.
"Mi dispiace veramente, non volevo mi perdonerai mai?"
"Niente potrà rovinarmi questa giornata e preferirei che non mi pedinassi per farti perdonare quindi accetto queste dannate scuse" disse Catherine alzando gli occhi al cielo e mordendosi il labbro per non sorridere.
"Allora ti accompagno in classe"
"Il fatto che io ti abbia perdonato non significa che tu ora sia mio amico, preferisco stare da sola, lo sanno tutti"
"Vedo che hai biologia, perfetto anche io" disse Harry senza prestare minimamente attenzione alla frase precedente della ballerina.
"Uh si che meraviglia guarda, stamattina mi sono alzata sperando questo" affermó ironicamente Catherine suscitando l'ilarità del compagno. La ragazza lo superò alzando gli occhi al cielo e dopo nemmeno cinque passi si ritrovò affiancata da quest'ultimo come se fossero amici da una vita quando in realtà prima di quel giorno Cat non gli aveva mai rivolto la parola tranne quando lui aveva riso di lei affermando che era tutta strana perché continuava a contare e a muovere i piedi a ritmo di una musica presente solo nella sua testa e la ragazza gli aveva urlato contro che doveva farsi i cazzi suoi.La giornata scolastica passò velocemente e più si avvicinava il pomeriggio e più Catherine non riusciva a stare un secondo ferma. Uscì da un'ora prima poiché mancava il professore di arte, si diresse velocemente verso l'esterno dell'edificio scolastico, si mise le cuffie nelle orecchie e cominciò a camminare tranquillamente verso casa. Un rumore improvviso la fece voltare di scatto, era un clacson e poi il buio.
Spazio "autrice"
buongiorno/ buonanotte non lo so veramente.
E a quanto pare nemmeno Harry...COMUNQUE BANDO ALLE CIANCE (ho sempre voluto dirlo) questo è il secondo capitolo e non ho idea di quando arriverà il terzo, spero presto. Detto ciò vi lascio care.
Si Harry, ora vi faccio salutare, sei proprio impaziente!!!
Alla prossimaa, da me e da loro
All the love xx
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pas de duex||H.S.
Fanfictionil cuore le sbatte nel petto come se volesse uscire, ha il fiato corto e ogni tanto si porta la mano alla fronte per asciugare il sudore. Appoggiata alla sbarra per due minuti e poi si ricomincia. Catherine Davies, una ragazza strana la definiscono...