Non era un Giovedí d'inverno qualunque, quel giorno per Catherine sarebbe dovuto essere indimenticabile e in un senso o nell'altro lo fu.
La vista della giovane ballerina era offuscata, vedeva solo ombre, ma ció che la spaventava di più non era quello che vedeva bensì quello che sentiva. Urla, sirene e riusciva perfino ad udire delle persone piangere, poi successe l'inaspettato.
"Cat, cazzo, Cat, cazzo" solo dopo qualche secondo Catherine si rese conto che quella non era una voce qualsiasi, quella era la sua voce.
"Cat, per piacere, non farmi preoccupare" quelle parole la ragazza stesa a terra le sentí come un sussurro anche se in realtà il ragazzo rosso dall'altra parte della strada aveva tutt'altro che sussurrato.
Improvvisamente ci fu il buio ed il silenzio, ma fu così solo per Catherine perché fuori il liceo di Boston non c'era mai stato così tanto baccano.Due ore dopo.
Fuori la stanza 231 dell'ospedale c'erano quattro persone. Nicole abbracciava suo marito in preda ad una crisi di pianto e quest'ultimo aspettava con ansia che qualche suo collega gli desse notizie su sua figlia, Tristan sarebbe andato a controllare di persona ma non poteva di certo lasciare la donna che amava da sola in un momento così. Di fronte a loro, appoggiata ad una parete c'era Miss. Lilian che cercava disperatamente di trattenere le lacrime, Catherine non era solo la sua ballerina migliore, non era solo la più promettente ma per l'insegnante di danza era come la figlia che non aveva mai avuto e voleva sapere al più presto cosa stesse succedendo alla dolce creatura che aveva visto crescere tra un pliè e la sua prima pirouette sulle punte.
Qualche sedia più lontano si intravedeva un ragazzo con la capigliatura rossa che si teneva il viso tra le mani, lui era Ed, il migliore amico di Cat ma in realtà ora come ora non sapeva più se poteva definirsi tale. Ed voleva soltanto prendersi a schiaffi, se non avesse fatto ciò che ha fatto probabilmente stasera lui sarebbe andato da lei per farsi riempire la testa delle sue inutili paranoie sull'audizione che avrebbe dovuto svolgere quel pomeriggio.
"Dove sta? Ditemi dove sta vi prego. No, non sono una parente ma vi prego fatemi entrare" Ed udendo queste urla alzó la testa in direzione della madre di Cat che proprio in quel momento si staccò da suo marito Tristan per poi alzarsi e dirigersi da dove provenivano le urla. Dopo diversi minuti Nicole entró nuovamente nel corridoio abbracciata ad una ragazza dai capelli neri come la pece, Camila sembrava devastata e appena i suoi occhi si posarono sul rosso non potè fare a meno di guardarlo con rabbia e tristezza.
"Edward Christopher Sheeran" sibiló la ragazza lasciando andare lentamente la donna al suo fianco e dirigendosi verso il ragazzo seduto "tu ora mi spieghi perchè cazzo sei sparito in questi giorni, ti rendi conto di quanto ci hai fatte preoccupare? Potevi almeno rispondere alle infinite chiamate che io e Cat ti abbiamo fatto. Non è stato per niente maturo baciarla e poi sparire e lo sai anche tu"
"Cam, hai ragione però ti prego non ora, è già abbastanza complicato così" affermò affranto Ed.
Camila sospiró ed abbracció il suo migliore amico.
"Sono contenta tu sia qui, carota" il ragazzo sorrise lievemente a sentire quel soprannome, sembrerà scontato ma per lui non lo era, solo grazie a quel soprannome Camila, Ed e Catherine erano diventati inseparabili.
Ad interrompere quel momento quasi dolce tra i due giovani fù un medico che uscí proprio da quella stanza, dalla 231, la stanza di Cat. Tutti si alzarono e rivolsero l'attenzione verso l'uomo con la barba a pochi passi da loro, il primo a prendere parola fu Tristan.
"Carlos parla e ti prego dammi buone notizie".
"Dai Tristan, lavoriamo insieme da anni sai che porto solo buone notizie, se fossero cattive avrei mandato qualcun altro a parlarti, non ho palle a sufficienza" disse sorridendo il medico.
"Quindi sta bene?" chiese titubante Miss. Lilian.
"La botta è stata forte, è svenuta per questo ma non ci sono emorragie o danni al cervello e quesa è assolutamente una cosa positiva" disse il dottore più seriamente "però un problema c'è, Catherine nello schianto con la macchina e poi con il suolo si è rotta l'anca sinistra, le abbiamo messo una protesi".
Tristan sapeva esattamente ciò cosa significava e dallo sguardo di Miss. Lilian intuí che anche lei aveva capito.
"Oh menomale la mia bimb-" inizió a esclamare Nicole ma venne interrotta dalla voce dell'insegnante di danza "Deve dirgli addio vero?" chiese guardando i due dottori.
Ed, Cam e Nicole erano seriamente confusi, a chi Catherine avrebbe dovuto dire addio? Solo Ed ebbe il coraggio di porre quella domanda alla donna.
"Addio? E a chi?"
"Non a chi, ma a cosa" affermó la donna con gli occhi lucidi che in quel momento stava rivivendo il suo infortunio.
"Beh, allora a cosa Cat deve dire addio? Giuro che non ci arrivo" chiese con insistenza il ragazzo.
"Alla danza" disse Tristan in un sussurro.Tutti gli occhi erano su di lui.
Spazio "autrice".
Eh beh, cosa dire, non sono morta, sono viva (forse). Dopo anni ho ritrovato questa storia e ho deciso di continuarla, spero vi piaccia sempre.Comunque se io non sono morta probabilmente morirete voi con questa foto.
Ora mi sento morire anche io. Addio.
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pas de duex||H.S.
Fanfictionil cuore le sbatte nel petto come se volesse uscire, ha il fiato corto e ogni tanto si porta la mano alla fronte per asciugare il sudore. Appoggiata alla sbarra per due minuti e poi si ricomincia. Catherine Davies, una ragazza strana la definiscono...