'Resti con me'

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Solitamente la notte porta consiglio, o almeno cosi si dice.
Non mi e' mai stato chiaro il significato di questo detto, non me lo sono mai sentito adosso.
Credo che venga detto perche' aiuta a rimurginare su alcuni concetti, su alcuni aspetti delle azioni che compi spinti dal silenzio che incombe nel posto in cui ti trovi.
Suppongo sia questo, suppongo sia cosi'.

Sono da solo, nella camera degli ospiti di casa tua.
Steso su un materasso, a fissare il soffitto che sembra improvvisamente interessante.
La mente che vaga per conto suo facendomi rivere l'intera giornata.

L'aereoporto.
Le provocazioni.
I silenzi.
Le risate.
Il bacio.
Il divertimento.
Io. Te. Olivia.

Olivia.

Una bambina che ti assomiglia terribilmente tanto.
Fisicamente e caratterialmente.
La tua fotocopia, in tutti i sensi.
La sua generosita', la timidezza, ma anche intelligenza.
Sei tu.
Totalmente tu.
Lo vedo quando mi accoglie con entusiasmo, lo stesso che usi tu quando mi vedi e non siamo in guerra, quando posiamo le armi e cediamo a noi stessi abbandonandoci a quei vortici che ci si creano nello stomaco.
Avete lo stesso modo di dare ciò che potete dare, lo stesso modo di accogliere le persone nelle vostre vite e di abbracciare.

"Andreas"
"Dimmi Olly"
"Andiamo a fare una passeggiata?"

Reclama la mia attenzione stringendo la mia mano piu' grande della sua cosi piccola.
La guardo e lo fa anche lei con quei suoi occhioni cosi belli che ti rendono impossibile dire 'no' perché è il suo modo di supplicarti.
Un po' come i tuoi occhi, un po' come il tuo modo di fare.
Anzi, no.
Tu non lo fai. Tu non supplichi. Tu agisci e basta, senza pensarci su due volte.

E sorrido.
Sorrido come un cretino prima di alzare il mio sguardo su di te per chiederti il consenso di esaudire quella richiesta che, fosse per me, accetterei senza esitare.
Ma lo faccio.
Te lo chiedo.
Non parlo, ma te lo chiedo, perché è giusto cosi, dopotutto sei la madre, no?

"E se andassimo tutti insieme?"

E continuo a guardarti perche' te lo chiedo.
Te lo sto proprio chiedendo.
Ti sto invitando.
Ti sto invitando a condividere con noi, con me anche questo momento.
Ti sto invitando a passare con me ancora del tempo che potremmo trascorrere vicini, come se nulla fosse, come fosse un gesto innocente.
Ti invito perchè ce l'ho visto il tuo sguardo diverso dal solito, mentre ci guardavi da dietro la porta.

E allora approfittiamone.

E allora viviamolo un momento non appartenente alla nostra routine.

Viviamolo un momento fuori dal comune, per noi.

Facciamolo.

Insieme.

Catapultiamoci insieme.

Condividiamolo questo breve momento, perché non sappiamo se ricapiterà ancora.

Viviamolo e basta.

Senza pretese, senza pretesti.

Viviamo e condividiamo.

Canticchiamo canzoni per bambini camminando per la strada. Le urliamo a squarciagola.
Tu ridi.
Ridi divertita da quel mio lato un po' infantile mai mostrato a nessuno.
Forse mi credi un pagliaccio.
Forse mi credi matto.
E matto ce lo sono.

Ci riprendi, ti diverti.

Ti piace.

Questo.

Ti piace.

E lo memorizzi in un telefono per rivederlo un giorno, tutte le volte che vorrai benché sia tutto impresso nella tua mente.
Instagrammi.
Condividi anche con gli altri questo momento particolare.
Ma non ne condividi i pensieri.
Quello lo fai con me.
Condividi quei pensieri che vagano in tutta libertà nella tua mente.
E lo mostri quando, non curante del fatto che tuo marito sia con Dani dietro di noi, tu ti avvicini e dai la mano a Olivia.
Una famiglia.
Ci vedo come una famiglia, ora.

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