Zayn gli lancia una busta di biscotti al cioccolato, mancandolo per un soffio. Lentamente si gira a guardarlo, la testa sorretta dalla mano, "Hai finito con questa sagra della autocommiserazione?"
Louis sbuffa, alzando gli occhi al cielo ed ignorando la sua domanda. Il vento soffia come una furia fuori dal negozio; il rumore delle macchine che sfrecciano frettolosamente accompagna il ticchettare della pioggia. Piove sempre in Inghilterra, specialmente quand'è di cattivo umore: sembra una maledizione.
"Devi darti una mossa, Louis. Non puoi nasconderti qui per giorni interi e non rispondere alle sue chiamate: è da stronzi."
Louis sospira, sprofondando ancora di più nella sedia girevole. Con una mano solleva il cappuccio della felpa sopra la testa. Ora vorrebbe che questo pezzo di cotone lo inghiottisse, facendolo sparire definitivamente dalla faccia della terra. Zayn lo spinge con un piede; la sedia striscia con lentezza per qualche centimetro.
"Louis."
Louis, Louis, Louis. Non ha mai odiato così tanto il proprio nome. Ogni volta che Zayn lo chiama con quel tono vorrebbe disintegrarsi, esplodere come una bomba. E pensare che Eric adorava ripeterlo ad ogni occasione: diceva che era così inusuale e che suonava così bene sulla punta della lingua, era speciale proprio come lui. La testa martella contro le tempie. Dovrebbe solo scoppiare.
"Loui-"
"Basta," strozza Louis raggomitolandosi con le gambe sotto il mento, "Smettila di chiamarmi per nome, ti prego."
Zayn sospira pianissimo, una leggera interruzione nel silenzio del negozio. L'odore di pagine vecchie più forte del solito è uno dei pochi lati positivi di questa giornata del cazzo, "Non è colpa tua, lo capisci? E soprattutto non è colpa sua. Non è colpa di nessuno. Non puoi stare così per una cosa che nessuno avrebbe potuto cambiare." Ma io avrei potuto, pensa Louis, avrei potuto cambiare tutto se solo non avessi questo fottuto carattere. Se solo non fosse così insopportabilmente complesso e complicato e fragile, fragile da fare schifo. E' la persona più sconclusionata sulla faccia della terra, "Devi cercare di riprenderti, Lou. Io – no, non ti posso capire perché non sono nei tuoi panni, ma non posso nemmeno lasciarti reagire così. So che sei ferito e che stai soffrendo e che probabilmente – probabilmente ti senti come di morire, ma lui non c'entra con tutto questo. Non puoi – non devi punirlo per difenderti. E' un momento di merda, lo so, ma tieni troppo a lui per fargli una cosa del genere."
Louis stringe di più le braccia intorno al proprio corpo. Fragile, fragile, fragile. Le parole di Zayn suonano come la ramanzina di una madre al figlio, ma Louis sa che ha ragione, terribilmente ragione. Quello che sta facendo è sbagliato, meschino, da vigliacchi eppure non riesce a fare altrimenti. Non ci riesce fisicamente. E' come se il suo corpo tendesse, lo spingesse a corrergli incontro e a non staccarsi mai più dalle sue braccia, ma contemporaneamente la sua testa urlasse di scappare e nascondersi. Di darsela a gambe finché è in tempo. E sa che adesso Harry sta soffrendo per colpa sua, perché non risponde alle sue chiamate, evita in tutti i modi di incontrarlo, lo ignora completamente da due giorni però ha una stretta allo stomaco che lo fa congelare. Lo blocca dall'impulso immediato di rispondere all'ennesimo disperato messaggio di Harry che domanda che succede, ammutolisce l'istinto di stare sempre con lui, rassicurarlo e non vederlo mai, mai stare male. E' paura. Inutile raccontarsi frottole. Però non capisce perché abbia paura. Paura di cosa? Di Eric? Di Harry? E' possibile che sia spaventato da Harry? Dal suo Harry? Sembra una cosa completamente fuori dal mondo.
"Ho solo bisogno di chiarirmi le idee da solo, okay? Non siamo così coodipendenti da non riuscire a sopravvivere un paio di giorni senza l'altro. E sicuramente avrà altro da fare. Non esisto solo io nella sua vita."
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Come see about me || Larry Stylinson
FanfictionIl mercoledì mattina non è il giorno ideale per incontrare il proprio ex al supermercato. Soprattutto di fronte al frigo del latte. E soprattutto quando ti viene in mente la brillante idea di inventarti che il tuo migliore amico è in realtà il tuo f...