Il freddo della notte è come un coltello affilato sulla sua pelle. La gente gli passa intorno, camminando affrettata per la strada di Londra. L'aria gli taglia il viso, lo ferisce incurante, ma non sente nulla, nulla di più della voragine dentro il petto. Il buco nero che lo fa camminare per inerzia, la voce di Harry che gli dice qualcosa senza che lui riesca ad elaborarne il significato. Ti amo ancora, Louis.
Lo stomaco si rivolta su se stesso costringendolo a fermarsi in mezzo alla strada per riprendere fiato. Ha bisogno di tornare a casa. Di chiudersi nella propria stanza per sempre, farsi risucchiare dalle coperte e sprofondare, sprofondare, sprof-
"Louis, ehi," mormora Harry bloccatosi per la sua improvvisa pausa. La voce è lieve e delicata, come se avesse paura di fargli del male, "Amore, che succede?"
E' come strappare un enorme cerotto, uno strappo netto che fa di nuovo ricominciare a sgorgare il sangue pulsante. Louis scoppia a piangere.
Grosse lacrime scivolano frettolose lungo le guance arrossate dal freddo, il petto è scosso da singhiozzi e le mani tremano come foglie d'autunno mentre corrono a coprire il volto. Le ginocchia minacciano di cedere. Louis si sente cadere e sì, sta cadendo. E' un fiore dallo stelo reciso mentre si affloscia sul marciapiede senza più forze negli arti. L'impatto con il cemento manda una fitta atroce alle rotule eppure non riesce a percepire altro se non le lacrime che lo stanno soffocando. Lacrime su lacrime su lacrime. Non ho mai smesso di farlo.
Harry non tentenna un attimo prima di raggiungerlo sul suolo freddo, abbracciandolo stretto fino a togliergli il fiato. Sta tenendo insieme tutti i suoi pezzi, i cocci di un vetro ormai frantumatosi. Louis piange più forte.
"P-portami via, Harry," sussurra Louis fra un singhiozzo e l'altro, la voce rauca per lo sforzo, "Lontano da qui, ti prego."
Deve scappare immediatamente. Fuggire da tutto questo perché – è troppo. Non è capace di sopportarlo, non sa gestire tutto – tutto questo, no. Come qualsiasi cosa nella sua vita.
Harry annuisce fra i suoi capelli lentamente. Le grandi mani lo stringono a sé forte mentre solleva entrambi da terra. Le persone continuano a camminare senza degnarli di uno sguardo.
Le lacrime imperterrite non smettono di rotolare e Louis sente il petto farsi freddo, stringersi. Non riesce più a respirare. La testa martella con insistenza. Non potrei mai.
"Vuoi tornare a casa?"
No, casa no. Casa è – casa è piena di ricordi di Eric. Eric che esce dalla camera con i capelli arruffati dal cuscino, Eric che ride mentre Kyra gli salta addosso per salutarlo, Eric che lo bacia sul divano un attimo prima di fare l'amore. Eric in ogni fibra del suo corpo. Ed è un veleno che gli scorre nelle vene e le corrode, facendolo sanguinare ad ogni respiro.
"No, ti prego. No," mugola ingoiando l'ennesimo singhiozzo, "Le stelle, portami a vedere le stelle."
Le stelle vanno bene. Ha bisogno, sì, ha bisogno di loro ora. Magari lo prendono, lo portano via, gli strappano il cuore dal petto. Spera solo che a Londra esistano ancora stelle del genere.
Harry gli prende la mano, in silenzio, e comincia a camminare senza fargli domande, lasciandolo piangere da solo mentre si fanno spazio fra la folla. Louis lo vorrebbe baciare per tutto quello che sta facendo per lui, per quanto lo conosce bene, per tutti i lati del suo carattere di merda che accetta senza scappare. Senza scappare come ha fatto Eric.
Nuove lacrime sgorgano fresche e le mani tremano di più. Harry lo conosce, Harry sa che ora non lo può abbracciare, che parlare non servirebbe a nulla. Louis non ha bisogno di quello adesso. La sua pelle brucia, gli fa male, ogni contatto è una ferita che si apre alla carne viva, ma forse – forse Harry lo potrebbe guarire. Potrebbe baciare i suoi graffi, lenire le cicatrici con le carezze, scaldargli il cuore con il suo sorriso di sole. Potrebbe farlo ricominciare a respirare.
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Come see about me || Larry Stylinson
FanfictionIl mercoledì mattina non è il giorno ideale per incontrare il proprio ex al supermercato. Soprattutto di fronte al frigo del latte. E soprattutto quando ti viene in mente la brillante idea di inventarti che il tuo migliore amico è in realtà il tuo f...