*~CAPITOLO 1 ~* Non partiro'dicendo le solite cose che si dicono all'inizio di ogni storia.Il mio nome è diverso dagli altri,rispecchiando pienamente quel che sono anche dentro.Ho 15 anni.Ancora per poco.Infatti copiró a breve 16anni.La mia scuola e'a Londra,dove abito insieme alla mia famiglia.Non mi sento mai solo.Almeno a casa.Le mie tre sorelle mi tengono sempre molto attivo,con loro rido scherzo e le faccio strillare sempre ogni giorno quando torno da scuola accendo lo stereo e mi metto a cantare.Almeno mio fratello si è rassegnato,e mi lascia fare.Oggi e'un giorno come gli altri.Sveglia alle sei,anche se poi rimango sempre a letto fin quando mamma non viene a strapparmi da quel comodo letto che mi tiene sempre al sicuro.L'unico lato positivo nel svegliarsi e'la colazione.Adoro dirigermi ancora mezzo addormentato in cucina con il profumino che riesce a far mamma con i suoi dolcetti che o inzuppare sul mio latte al cioccolato.Tralascio il mio abbigliamento,poiché non è dei migliori.Cioe,per me lo è,ma gli altri non sembra pensarla allo stesso modo.Papa'non ha tempo al mattino di portarmi a scuola e nemmeno mamma può accompagnarmi,mi tocca prendere l'autobus.Arrivato alla fermata aspetto sempre qualche minuto,salgo e trovo sempre il primo posto subito dietro all'autista,tiro fuori l'iPod e premo play.La musica rimbomba nei miei timpani tenendomi in dolce compagnia fin quando non arrivo alla fermata di scuola.Quando scendo dal bus non c'è nessuno ad aspettarmi.Probabilmente perché è da poco che sono qui,trasferendomi recentemente a Londra dalla Francia per via del lavoro di mio padre.Sento molto la mancanza dei miei compagnia e della mia vecchia casa.Non faccio a tempo di terminare il mio malinconico pensiero che la campanella suona invitando gli studenti a prestarsi ad accomodarsi nelle rispettive classi.Io sono nella 2D.Siamo in molti.Oggi c'è interrogazione di storia,e come al solito non ho studiato.Non perché avessi altro di meglio da fare o perché non mi piace la materia,ma perché non avevo nessuna voglia di spendermi alla mia scrivania,chiedendomi solo in camera a guardare un triste libro bianco.Preferisco stare con i miei fratelli a immaginare di essere ancora piccolo,di non aver alcun impegno e responsabilità.Mi siedo al solito posto.L'ultimo banco infondo a destra.Rimango a fissare il pavimento fin all'arrivo dell'insegnante.Non appena entra la Prof in classe tutti si alzano con le braccia dietro la schiena.A questa visione mi viene in mente che i soldati fanno lo stesso con il proprio sergente.Mi viene quasi da ridacchiare che l'insegnante sergente si avvicina perplessa dalla mia mancanza di educazione nel non essermi alzato al mio arrivo."nome!?" Mi dice fissando i miei occhi marroni."Il mio nome e'Mika".gli rispondo cercando di non far vedere il mio timore mentre l'osservo."ah,allora signorino Mika,dalle tue parti non c'era l'usanza di alzarsi all'arrivo della tua insegnante?".A questa domanda abbasso lo sguardo imbarazzato dalla pressione degli occhi dei compagni puntanti su di me."Allora?sei sordo?".Continuo a non rispondere e inizio a sentire delle risatine venire da ogni parte della classe.La prof si allontana dal mio banco rassegnata,senza voglia di continuare presumo.Tiro un grande sospiro,e rimango seduto in silenzio tutto il giorno.Seguono Matematica,storia,scienze e latino,e finalmente poi la campanella suona Facendomi sentire che per fortuna per oggi è'finita.
*~CAPITOLO2~*
Quando arrivo a casa saluto mamma con un "ciao"disinvolto per non far capire che un realtà oggi non è andato per niente bene.Mamma appena mi sente esce dal suo regno,la cucina e si avvicina con un grande sorriso."Allora,oggi come è andata?".Per un attimo non so che dire.Vorrei dire tutto a mamma,ho sempre raccontato tutto.Ma ora sono cresciuto e devo cercare di cavarmela da solo.Per ciò mostro un sorriso e gli dico che è andato tutto bene.Mamma soddisfatta dalla risposata che sembrava desiderare mi dice di andarmi a lavare le mani che è quasi pronto.Mi ha fatto il mio piatto preferito.sento che la giornata non è poi così tanto male.Vado in camera e accendo lo stereo.Freddy Mercury mi tiene sempre compagnia.Dopo qualche minuto sento strillare mamma"MIKAAA e'pronto!dai spegni quella musica e vieni a mangiare!".Ogni volta che sento questa frase mi viene da ridere,forse perché immagino nel mio futuro mamma che mi urla dalla platea mentre faccio la mia esibizione di smetterla di cantare per seguirla a mangiare. Dopo questi pensieri sono costretto a spegnere tutto e dirigermi in sala da pranzo.Oggi siamo solo io e mamma.Papa'e'ancora a lavoro e i miei fratelli stanno a scuola fino al pomeriggio tra studi e letture.Mi piace state solo con mamma.Ci divertiamo sempre tanto mangiamo sempre i cibi che preferiamo e poi ci mettiamo a cantare a suonare,lei adora quando gli suono le mie canzoni al piano.Oggi però non starò tutto il giorno con mamma purtroppo,ho lezione di canto con la mia insegnante russa.E'molto brava anche se alquanto severa,da bambino avevo paura di lei ,e talvolta mi bloccavo,non riuscendo ad andare avanti per io troppo sforzo di leggere le note.Ho lezione alle 17.30,fortunatamente ho ancora del tempo per starmene qui a casa tranquillo stuzzicato dal profumino che si fa strada dalla cucina fino al soggiorno.Dovrei fare i compiti,come ogni giorno ma non riesco mai.Quindi mi stendo nel mio comodo letto,prendo un libro,e accendo lo stereo."Mika!Dai che fai tardi come al solito!".Sento d'un tratto mamma gridare.Non mi sono neanche reso conto di essermi addormentato con il libro tra le mani e la canzone del mio amato Freddy all'orecchie.Salto giù dal letto infilo un paio di pantaloni neri,e le scarpe altrettanto nere.Non adoro questo colore ma sembra che sia meglio vestirsi così se devo andare Dalla mia insegnante.Salto in macchina,fortunatamente(causa del mio ritardo)mamma mi accompagna con l'auto sotto casa della severa maestra.Saluto mamma tristemente metto la borsa con i libri di teoria a tracolla e avanzo verso la porta."Drin"Sento dei passi non troppo pesanti dirigerei verso la porta."Chi e'?"."Mika".Dopo avermi squadrato da in alto al basso mi fa entrare e accomodare al piano."allora ti sei esercitato a casa spero".Abbasso lo sguardo con l'intenzione di spariste all'istante.Ma purtroppo non ho il dono del teletrasporto per scappare per ciò mi ripropone la domanda capendo già da se la risposta opportuna.Tira un sospiro e iniziamo.La parte che odio di più della lezione e'quando arriva il momento della teoria,di riconoscere le note e solfeggio.Nonostante la conoscenza del mio problema,ovvero di essere dislessico al punto di non saper leggere la musica,lei continua e continua e invece di capire cerca sempre di sforzarmi ogni lezione di più fino a che arrivo al blocco,e tutto
intorno a me si fa buio e silenzioso.
*~Captolo3~*
Oggi e'una mattina come le altre e dopo avere compito le solite operazioni mattutine(lavrsi,mangiare,vestirsi) metto in spalla lo zaino ed esco di casa. Per le strade di Londra non c'è nessuno,il debole vento riesce solamente a spostare qualche figlia caduta in prossimità dei marciapiedi.Mentre calcio dei sassolini percorrendo la via per andare a scuola noto davanti a me Robert,un mio compagno di classe.L'unico con cui mi piacerebbe legare.Sono ancora un po' acerbo su queste questioni per ciò non mi faccio mai avanti e preferisco chinare la testa.Quasi scordavo che oggi alle prime due ore c'è il compito di storia,compito che tralaltro mi andrà malissimo.Separiamo i banchi come e'solito fare durante le verifiche,prendo la mia penna blu davanti un foglio bianco.Che resta dello stesso colore fino al suono della campanella.Alla ricreazione mi piace andare alle macchinette per vedere se c'è qualcosa di buono o andare sulle scale dell'ultimo ultimo piano,dove non c'è praticamente nessuno.Oggi però non sono solo.A cercare un po' di pace e'anche Robert.
~*Capitolo4~*
Robert è un ragazzo in classe con me.Esteticamente non ha nulla che non vada bene,biondo occhi azzurri e bel fisico.Magari caratterialmente potrebbe avere qualche difetto,ma in fin dei conti,chi non li ha?
Diciamo che non amo parlare con i miei compagni,non sono abbastanza interessanti per il mio gusto,ma Robert sembra diverso.
Con questi pensieri che si fanno sempre più accesi nella mia testa mi avvicino al grandini dove c'è seduto Il biondo ragazzo.
"Hei.Siediti qui no ?"Mi dice subito Robert con aria quasi sorpresa che non sia andato da lui.
Io non rispondo,accenno un piccolo sorriso e mi siedo accanto a lui.
Mi guarda,quasi attento ad ogni minimo dettaglio,fosse la prima volta.
Io non rispondo ai suoi sguardi,apro lo zaino e affetto il mio panino.
"Mmm che buono !non sarà Mica al salame!?"
Qui non riesco a trattenere le risate,e rispondo "eh già già ,ed è tutto mio!"Continuando a ridere anche se un realtà non c'è un vero e proprio motivo.
Lui mostrandomi un volto imbronciato si avvicina e mi strappa un morso cautamente .
"Hei ma dai"riesco solo a dire ora mai con le lacrime agli occhi e portando il panino il più lontano dalla sua vista e dai suoi denti famelici.
Purtroppo le risate durano ancora per qualche istante poiché improvvisamente di fa spazio tra questi rumori la campanella ricordandoci di tornare in classe per altre ore noiose.
Scappando quasi da Robert salto giù dagli scalini per correre in classe ,come se avessi tanta fretta di incominciare.Lui non perde tempo e mi rincorre fino ad un corridoio dove avvengono degli strani sguardi che mi mettono subito in una situazione di insicurezza e disorientamento.
Senza salutare Robert entra in classe insieme ad un gruppetto di compagni lasciandomi la.Solo.
*~Capitolo5~*
Suono della campanella.Il rumore degli zaini pronti per tornare a casa.La folla urlante dopo una giornata di scuola.Le aule si fanno vuote.E anche io.
Senza alzar sguardo verso gli altri aspetto che tutti i miei compagni lasciano l'aula,mi guardo intorno.Solitamente sono uno dei primi che tenta la fuga dalla scuola,ma oggi.E'diverso.
Mi siedo sulla cattedra provando ad immaginare come si vedono da qui tutti i ragazzi,e sopratutto se io sono visibile agli occhi dell'insegnante.Mi rendo conto che ogni singolo banco e'ben in vista accorgendomi così che spesso lasciano stare e fanno finta di nulla,nel mio caso,sempre.
Mi rattrista,ma scaccio i brutti pensieri e intono una canzone.Questi versi che scorrono come un fiume fuori dalla mia bocca sono sempre stato cantati dalla mia mamma,e mi dava una sensazione di tranquillità,anche se da un po incomincio a detestare tutto ciò.
Prendo lo zaino e finalmente mi decido di tornare a casa dove trovo mamma che ha cucinato uno dei piatto che preferisco in assoluto,evidentemente sa che mi sta accadendo qualcosa,ma non vuole intromettersi e con questo gesto mi comunica che lei c'è e ci sarà sempre al mio fianco,e con questa certezza mi scaravento sul piatto mangiando con la felicità di un bambino che non introduceva cibo da mesi.
*~Capitolo6~*
Stessa storia.Sveglia.Colazione.Denti vestiti.Scuola.Mentre sono seduto nel mio solito posto dietro al conducente in autobus,ripasso o almeno tento,storia.Quest'anno non la vedo bene la mia pagella e devo assolutamente cercare di far qualcosa,non tanto per me,ma per mamma,so quanto ci tiene e voglio cercare di renderla orgogliosa.
Nel frattempo mentre giro la pagina sale Eddy,un'amico di Robert.Non ho mai scambiato alcuna parola con lui,ma mi è bastato vederlo per capire che ragazzo e'.
Non mi va molto a genio ne lui n'è la compagnia che gira intorno a Robert.
Stranamente però si avvicina,impedendomi così di continuare la mia lettura,chiedendo il libro mettendolo in cartella osservo Eddy che avanza facendosi spazio tra una persona e l'altra.
Inizialmente noto dai suoi occhi un incertezza se salutarmi o meno,parlarmi o far finta di nulla,magari aspettando che sia io ad inizare il discorso.Non mi preoccupo e giro la testa al finestrino guardando fuori e così evitando il suo sguardo.
Ma tutto e'inutile,infatti Eddy e'oramai vicino e lo sento dire,dopo essersi schiarito un po la voce,"ehi!"
Non rispondo,ma faccio un cenno ci. La testa rigurandola subito.*~Capitolo7~*
Le porte del giallo pulman si aprono,scendo dal sedile e mi inacammino verso scuola.
Con la presunzione di essere solo,
Non mi accorgo che in realtà vengo osservato da due occhi inquieti ed attenti.
incredibilmente entro in classe prorogo al suono della campanella,avvisto il mio solito posto e mi siedo impacciatamente.Questa mattina la mia testa è rimasta poggiata sul cuscino ,ancora sognante.Rievoco alla mente come stessi guardando un breve filmato l'ultimo sogno fatto.Mi trovavo in una villa,una di quelle villette in campagna,tra i verdi prati di una collina.Non ricordo bene perché proprio un'abitazione simile,(non penso nemmeno di essere stato in una villa ).Avanzo verso il grande giardino nel retro della grande casa bianca.Danti i miei occhi si estende una vasta piscina con dentro ancora dei salavagenti e materassini di tanti colori,lasciati probabilmente da la precedente festa,quelle che si fanno per occupare un sabato sera e divertirsi in compagnia.
Sentendo dei passi ed una risata mi volto rapidamente.Sbuca da dietro una colonna La sorella di Robert(o almeno lo era nel sogno,non so nemmeno se ha una sorella),Ride.Mi guarda e ride .
"buon Giorno ragazzi!"rimbomba nella classe piena di ragazzi assonnati alle 8.15 del mattino.La prof con qualche minuto di ritardo si fa largo fra i banchi dirigendosi nel suo trono.La cattedra.Senza perdere tempo si mette a chiamare i presenti e a segnare accuratamente gli assenti nel registro.I nomi scorrono uno dietro l'altro,seguiti da "presente".Mi accorgo dopo aver detto anch'io il mio bel "presente"impacciato che il banco vuoto e proprio quello di Robert.Ripensando subito al sogno che purtroppo non ho avuto occasione di terminare.
Le ore fortunatamente passano abbastanza in fretta.
Il professore di Matematica oggi a spiegato una cosa davvero interessante.'l'importanza dei Nuneri'..Già..I numeri..cosi per scontati ma così perfetti,precisi,ordinati.Avvolte mi sento un numero,un numero primo..non un semplice numero intero banale e sempre al suo posto,ma un numero fratto,con la virgola ,non scomponibile.Diverso.