La nebbia lo innervosiva.Per lui era come se il Cielo avesse ancora le palpebre mezze chiuse.
Prese un bicchiere d'acqua dalla dispensa del sottocoperta e con una sedia si sistemò sulla prua in attesa del sole.
La barca,che da 3 anni era la sua casa,galleggiava beatamente nel Pacifico come un pesce del posto.Per i primi mesi non era stata ben accolta dalla sua fauna e dalla sua flora,ma poi hanno iniziato a percepirla come uno di UNA DI LORO,lasciandola vivere e fermarsi quanto voleva.
Stette 2 buoni quarti d'ora ad aspettare uno scorcio di sole,che si presentò solo alle 10:30.Ovviamente lui non sapeva fossero le 10:30,non aveva nessun orologio a bordo ed esistevano solo giorno e notte.Ormai non sapeva neanche come funzionasse l'orologio.
Gli mancava la terra ferma,i suoi odori,le persone,le loro voci,il cibo..ma non voleva mettere a repentaglio la sua libertà solo per un attacco di nostalgia.
La nostalgia era una brutta bestia per Tony Mcburny,il pluriomicida mai arrestato nella sua carriera.Aveva torturato e ucciso più di 34 persone e avrebbe continuato,se solo la polizia non avesse iniziato ad indagare su di lui..
Aveva iniziato a progettare la sua imbarcazione sin dalla prima visita della polizia a casa sua.Oltre alla barca,preparò anche tutto un meccanismo per far seguire alla polizia le tracce sbagliate,mandandoli dalla parte opposta di dove era diretto lui.Si,aveva una mente contorta,ma il piano gli usci alla perfezione!
Il 3 dicembre 1999 salpò sulla sua prode nave.Il giorno dopo la polizia passò a sua insaputa a casa sua e seguì la pista che Tony aveva appositamente preparato.Scese in sottocoperta per posare il bicchiere ormai vuoto e prese il libro appunto intitolato "sottocoperta".Non era molto esperto di navigazione,per questo si istruiva dai 150 libri sulle barche che si era portato con se.Adesso doveva spostare la barca,mandarla un po più a est,nel caso un qualcun tipo di forza militare avvistasse la barca.Lo faceva in oltre per non ostacolare il contatto tra la luce del sole e il fondale marino.Aveva imparato,da uno dei suoi tanti libri,che se non filtra il sole nell'acqua ci saranno gravi danni alla flora.
Si mise al timone della barca,ma ogni volta faceva sempre più fatica ad accendersi.Aveva bisogno di VERO carburante,perché quello da lui prodotto sembrava non andare più bene.Terminò il suo spostamento verso Est e con molta pesantezza nei movimenti scese nuovamente sottocoperta.Avrebbe potuto fare il percorso dalla prua al sottocoperta ad occhi chiusi,per quante volte lo aveva fatto.Non era molto grande la barca e inoltre Tony era completamente solo,cosa che dopo un po di tempo ha iniziato a gravare sulla sua santità mentale.Iniziò a parlare con i pesci che nuotavano dentro l'oceano o,addirittura,iniziò a parlare da solo.Avrebbe tanto voluto,anche solo per un secondo,una voce sconosciuta da ascoltare,qualcuno che rompesse quella monotonia costante che durava da tre lunghi anni.L'unico modo che aveva per non diventare totalmente pazzo,erano i libri,pagine e pagine di libri che impedivano a Tony di perdere totalmente la ragione.Ma anche i libri hanno un termine e anche quando la lettura di quei testi diventerà una monotonia?Cosa farà?Impazzirà buttandosi dal bordo della barca,rendendosi conto che i suoi ultimi 3 anni sono stati UN BUCO NELL'ACQUA,perché è scappato per non finire in prigione,ma è come se anche questa imbarcazione lo fosse..<<Non hai intenzione di uscire oggi..>>si disse Tony:<<Mi hai fatto spostare la barca come un vecchio scemo che non sa dove mettere i piedi!Cosa ti costa uscire?!Allora!Rispondimi!Non far finta di non aver capito!Rispondi!>>.Si riferiva al sole.Si lamentava con lui del fatto di non essere uscito,ostacolando così l'avanzata verso Est.
Tony imprecò contro il sole,fece dei volgari gesti con le mani e infine si accasciò sul pavimento.Non riusciva nemmeno a vedere i gabbiani,che da un po di tempo era l'unica cosa che poteva uccidere.Non era una buona giornata per Tony Mcburny.Nessun giorno,era un buon giorno per lui.Gli venne l'improvvisa voglia di attaccare qualcuno,andargli addosso,con i denti stretti e il pugnale affilato avvolto nella mano destra,il volto della sua vittima terrorizzato e sbiadito per le lacrime che gli rigavano le guance,gli occhi che imploravano pietà e tanti singhiozzi,che facevano della PREDA una creatura ormai condannata a morire nel più cruento dei modi...poi tanto sangue,sangue rosso,rossissimo,che metteva fine alla sofferenza del povero condannato..finiva per terra,oppure non andava più in là del corpo
Succedeva spesso,sulla barca,che Tony rimembrasse i suoi vecchi reati;era per passare il tempo,e gli dava un certo senso di orgoglio;era rispettato da molta altra gente cattiva e criminale come lui,prima di salire sulla barca..
Riaprì gli occhi:si era addormentato.Era strano,visto che si era svegliato meno di un'ora fa.Fece sbattere ripetutamente le palpebre per dargli modo di aprirsi del tutto.Si mise seduto e allungò le braccia,lanciando uno sbadiglio.
Avvistò un gabbiano,forse era quello che lo aveva svegliato:stranamente,quella volta non aveva voglia di sparargli.Si mise invece invece in piedi e iniziò a fare avanti e indietro,fino a farsi venire la nausea.
Tony aveva poche certezze nella vita,è una di queste,riguardava la sua mente,che prima o poi sarebbe impazzito,sapeva che questo sarebbe successo a breve,se non avesse trovato un'alternativa a questa prigione..
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All'Est dell'isola di Pasqua
AdventureIl ricercatissimo Killer Tony Mcburny finisce tra le grinfie della forza oceanica e naufraga in un punto impreciso del Pacifico.La polizia intanto è impegnata nella famosa "caccia Mcburny" che diventa un caso nazionale.Tra i poliziotti,anche un "fra...