L'uomo è attratto dal corpo della donna, gode nell'ammirarlo, nel possederlo, ma sente l'esigenza d'instaurare con la partner un rapporto sentimentale. Nel corteggiamento si cerca di assecondare la sensibilità della donna dandole prova di dedizione, affetto, attaccamento, condividendo a volte i sui interessi. In alcuni questo gioco delle parti genera una comunità d'intenti, un amore profondo, in altri è solo un intermezzo fra una relazione e l'altra. Io appartengo alla categoria di uomini che s'innamorano, questo mi ha causato dei problemi di relazione con le donne, quello peggiore avvenne tanti anni fa. Mentre frequentavo l'ultimo anno dell'università trovai un lavoro, le mie giornate si svolgevano in una corsa frenetica a rispettare gli impegni di studio e lavoro. Riuscii ad ottenere di lavorare nel turno di pomeriggio, la mattina mi recavo all'università e la notte studiavo. Nella mia vita non c'era tempo per l'amore, i divertimenti e le relazioni umane. Mi mancava un rapporto affettivo e fisico, sentivo il bisogno di condividere la mia vita con una donna. Le mie attenzioni caddero su una ragazza che lavorava nell'ufficio accanto al mio, non era difficile notare Lucy, il suo fisico ed suoi colori erano diversi dalle altre sembrava una svedese. Cominciai a corteggiarla, le offrivo il caffè, l'accompagnavo a casa, iniziai a conoscerla. Mentre il sesso mi spingeva verso di lei, la mia mente la respingeva, mi parlava sempre di vestiti, scarpe, gossip, forse l'ultimo libro lo aveva letto a scuola, non amava il teatro, e l'arte in genere. Nello stesso periodo conobbi all'università una ragazza del quarto anno di corso, Graziella, era simpatica, alta, bruna, con un grosso paio di occhiali. Mi chiese degli appunti di una materia che io avevo già sostenuto, nell'intervallo fra una lezione e l'altra c'incontravamo al bar, mi parlava di libri, teatro. Mi piaceva stare a parlare con lei, la mia mente mi spingeva fra le sue braccia ma non provavo una forte pulsione verso di lei. Avevo trovato due ragazze diverse fra di loro ma che insieme completavano il mio ideale di donna. Iniziai un doppio corteggiamento, nei frammenti di tempo libero assecondavo i loro interessi accompagnandole nei posti più disparati. Andavo a far compere con Lucy, le portavo i pacchi, l'aspettavo in automobile dove non si poteva posteggiare, mentre lei si provava gli abiti, la sera frequentavamo discoteche infernali dove i decibel musicali erano al limite della rottura dei timpani. Graziella mi chiedeva, la domenica l'unico mio giorno di riposo, di accompagnarla nei musei o in sperduti siti archeologici distanti centinaia di chilometri dalla città, frequentavamo il teatro sperimentale e i concerti di musica dodecafonica. Anche se confuso mi sentivo felice di quelle due relazioni, decisi che era arrivato il momento di fare l'amore con loro. Una mattina dichiarai il mio amore a Graziella, che arrossii e mi disse che anche lei provava una simpatia per me, che dovevamo conoscerci meglio, riuscii appena a darle un lieve bacio sulle labbra, lei mi carezzò il viso e disse che non dovevamo correre. Il pomeriggio dissi a Lucy che l'amavo, lei sorrise e ci baciammo appassionatamente, pensai, almeno con una concludiamo, ma disse che aveva intenzioni serie, il nostro rapporto doveva diventare maturo. Capii che mi voleva sposare e non voleva sembrare una ragazza facile. Mi chiesi dove avevo sbagliato, possibile che con nessuna delle due fidanzate ero riuscito a fare l'amore. Ormai ero in ballo e dovevo ballare, continuai a servirle nei loro capricci e accontentarle nei loro desideri, speravo che prima o poi cedessero. Avrei voluto che tutte e due si fondessero in una ragazza perfetta, soprattutto la mia fatica si sarebbe dimezzata. La mia vita si era complicata, oltre al lavoro ed allo studio, il rapporto con le due ragazze era diventata una fatica, negozi, musei, telefonate, le avevo abituate alla mia disponibilità, le loro richieste erano incessanti, oltre al tempo che mi rubavano, avevo problemi di gestione. A volte mi confondevo portavo Lucy in biblioteca e Graziella per negozi, per giustificarmi dell'errore inventavo scuse inverosimili, loro ridevano divertite e forse credevano che fossi distratto. Non avevo neanche il tempo di cucinare, non facevo che mangiare cibi precotti e surgelati, meno male che la signora Pina, una simpatica vecchietta che abitava nel mio stesso pianerottolo, ogni tanto mi portava dei piatti cucinati da lei. Una domenica che non dimenticherò mai, la mattina ero al museo del mare con Graziella, dopo averlo visitato passeggiamo sul molo e ci baciammo, non il solito bacio sfuggente, ma un bacio appassionato, per la prima volta la sentii fremere mentre l'abbracciavo. Le chiesi "questa sera vieni a casa mia", sapevo che non faceva tardi, aggiunsi "alle diciannove". Lei mi strinse e disse si. Il pomeriggio avevo accompagnato Lucy ad una sfilata di moda che si svolgeva in una villa ottocentesca, annoiato mi alzai dalla sedia e feci due passi nel giardino. Splendidi alberi secolari su di un verde prato facevano da cornice alla villa, lei mi raggiunse e mi chiese se mi ero annoiato, le mentii dicendo che avevo solo bisogno di una boccata d'aria. Mi abbracciò e ci baciammo, questa volta non appassionatamente, ma dolcemente, le nostre labbra si unirono armoniosamente, le chiesi se la sera voleva venirmi a trovare, alle ventidue, si, disse lei. Acquistai due bottiglie di champagne e l'occorrente per due spuntini romantici, delle candele e preparai due basi musicali di sottofondo. Questa volta non mi ero confuso, avevo organizzato tutto alla perfezione, mi sedetti sul divano in attesa di quella splendida serata. Erano le venti ma Graziella, non era ancora arrivata, pensai che non venisse più, presi la videocassetta della Tosca di Puccini, la infilai nel videoregistratore e mi sedetti a guardarla in tv, aspettando che arrivasse Lucy. Alle ventuno suonò il campanello, il citofono non funzionava, aprii mi chiesi chi potesse essere, il campanello suonò di nuovo, forse il portone non si era aperto, mi ripromisi di protestare con il capo condominio per far riparare il guasto. Dopo qualche minuto bussarono alla porta, aprii, era la signora Pina, mi aveva portato una zuppa di lenticchie, che con mano tremula mi stava porgendo. L'ascensore si aprì al piano e con mia grande sorpresa ne uscirono Lucy e Graziella. In quel momento dal televisore si sentì l'aria della Tosca "Oh! dolci baci, o languide carezze, mentr'io fremente le belle forme disciogliea dai veli! Svanì per sempre il sogno mio d'amore..........". Entrarono tutte e due, seguite da Pina, erano imbarazzate, una mi disse che aveva ritardato, l'altra che aveva anticipato. Si guardarono e capirono la situazione si voltarono verso di me e quasi in coro dissero "porco", Lucy prese la zuppa dalle mani di Pina e me la versò in testa, uscirono sbattendo la porta. Rimasi impietrito a guardare la porta chiusa, mentre le lenticchie mi scivolavano sul volto, Pina prese un fazzoletto e tentò di asciugarmi, costernata mi chiese "forse alle tue amiche non piacciono le lenticchie". La rassicurai dicendogli che erano due tipe burlone e l'accompagnai fuori l'uscio. Chiusi la porta mentre le note finali dell'opera risuonavano nella stanza, mesi di preparazione erano sfumati in un attimo. Ero triste perché in fondo le amavo tutte due. Mi sedetti aprii lo champagne e ne bevvi un bicchiere, le bollicine e l'alcool mi rincuorarono, finalmente mi potevo riposare non dovevo più servirle.
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7 Scopi mancati
ComédieSette divertenti storie d'amore che per vari motivi non vengono coronate da successo.Gli episodi sono ambientati nel periodo degli anni 70' in cui non si era ossessionati dalla ricerca del lavoro, non c'era la crisi economica. La contestazione del 6...