La conquista dell'oro maledetto

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A volte, celati in antri cavernosi o sotterrati nelle viscere della terra, era possibile rinvenire tesori di inestimabile valore, delle vere montagne d'oro fulvo e di stupendi gioielli. Ma non tutti conoscevano l'origine di tali ricchezze, gli avvenimenti che in tempi remoti portarono alla loro creazione. E nemmeno gli eroi, i leggendari progenitori dei condottieri nordici, impegnati nella conquista degli aurei bottini, ne conoscevano tutti gli intricati retroscena, i significati reconditi e le malie che li circondavano.
Accadde così che il celebre Sigfrido conquistasse un immenso tesoro senza conoscerne tutta la storia: il dedalo di remoti avvenimenti che più volte gli antichi poeti narrarono, tentando di dipanarlo e di spiegare le innumeri sventure che vi erano legate.

La storia inizia con il trio divino formato da Odino, Loki e Hoenir, inseparabili compagni d'avventura che, annoiati dalla beatitudine celeste, scendevano sulla terra, esplorando il mondo intero. In una di queste loro peregrinazioni, gli dèi giunsero nei pressi di un fiume limaccioso e, per diletto, ne seguirono il corso fino ad una cascata. Qui, seminascosta dalla vegetazione lussureggiante, scorsero una lontra che stava mangiando avidamente un salmone appena pescato nelle acque gelide della cascata.
Il perfido Loki, approfittando di quel momento, raccolse una pietra dal greto del fiume e, con quanta più forza aveva, la scagliò contro l'ignaro animale, uccidendolo all'istante. Vantandosi di aver preso due prede con un sol colpo, Loki mostrò la lontra ed il salmone ai suoi compagni: avevano fame e quello era proprio il cibo che preferivano.
Cosi, senza perdere tempo, si diressero verso una fattoria lì vicino e chiesero ospitalità, aggiungendo che avevano cibo in abbondanza. Era la dimora di Hreidhmarr, un contadino esperto di arti magiche, un uomo molto potente. Hreidhmarr si mostrò entusiasta dell'offerta divina ed apri la porta, invitandoli ad entrare. Ma non appena scorse la lontra nelle mani di Loki, chiamò con un urlo bestiale i suoi figli, Fafnir e Reginn. Con mossa fulminea, padre e figli immobilizzarono gli Asi, cogliendoli di sorpresa.
Poi, lanciando loro degli sguardi roventi, il contadino disse che avevano ucciso suo figlio Otr il quale, trasformatosi in una lontra grazie ad uno dei suoi incantesimi, era andato a pescare. Del resto, aggiunse, si chiamava Otr, lontra, proprio per questa sua abitudine.

Il terzetto divino, ben conoscendo i nefasti influssi delle malie di Hreidhmarr, gli disse d'essere disposto a pagare qualsiasi prezzo, qualsiasi quantità d'oro per ripagarlo della perdita del figlio. Allora, con gesti sicuri, il contadino scuoiò la lontra e ne prese la pelle, facendone un involucro: mostrandolo agli dèi, disse che dovevano portarglielo ricolmo d'oro massiccio e di gioielli. Odino inviò Loki, l'unico adatto a tal genere di missioni, nei territori degli Elfi neri, i nani che dimoravano nelle profondità della terra: solo essi, infatti, possedevano simili tesori.

Loki inoltre conosceva bene le vie tortuose del sottosuolo e, forte della sua esperienza di tessitore d'inganni, sapeva come catturare Andvari, un nano famoso per i tesori che custodiva. Andvari ogni giorno si trasformava in pesce ed andava a tuffarsi nelle acque di un lago: Loki non fece altro che catturarlo mentre si trovava in acqua e, minacciandolo di morte, si fece condurre nella caverna dove era nascosto l'oro. Il nano gli consegnò il suo immenso tesoro: una miriade di monili cesellati in oro finissimo; pepite grosse come pani e gemme preziose in quantità. Andvari, pensando di sfuggire all'occhio vigile di Loki, tentò di trattenersi un anello, un piccolo cerchietto d'oro davvero insignificante in quella marea luccicante. Ma Loki fu lesto: si impadronì anche dell'anello. A nulla valsero le preghiere del nano che sperava, partendo da quell'unico residuo del suo tesoro, di riuscire a riempire nuovamente i suoi forzieri.
E fu allora che Andvari lanciò la sua maledizione: chiunque avesse posseduto quell'anello sarebbe stato travolto da un mare di guai. Loki ascoltò le parole del nano e, dando il suo assenso, replicò che lui stesso avrebbe fatto conoscere la profezia ai futuri padroni dell'anello. Carico d'oro, Loki fece ritorno alla casa-prigione di Hreidhmarr e mostrò il suo bottino ad Odino. Il padre degli dèi, inspiegabilmente, prelevò dalla massa aurea l'anello maledetto e lo nascose. Fu chiamato il contadino per procedere al pagamento del riscatto: la pelle di lontra, sicuramente per virtù di qualche magia truffaldina, si gonfiava a dismisura, accogliendo con voracità intere montagne d'oro e preziosi. Ma, alla fine, il budello si riempì, colmo del tesoro di Andvari: mancava solo l'anello sottratto da Odino. Scaltro ed ingordo fino all'inverosimile, Hreidhmarr indicò un minuscolo spazio della pelle rimasto vuoto: bisognava riempirlo, disse, altrimenti non avrebbe rispettato i patti.

leggende e mitologia Vol. 1 //Mitologia Norrena// Completa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora