39. Mia madre si è dimenticata di farmi i polmoni.

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La campanella suona, facendo scappare gli alunni fuori dalla classe di letteratura, come carcerati condannati all'ergastolo. Raccolgo tranquillamente le mie cose, sospirando celermente. La testa non smette di dolermi. Prima o poi le tempie mi esploderanno.

Non vedo Aaron da un mese, un giorno e quattro ore.

Non che io tenga d'occhio il tempo perché lui mi manchi eh. Ma solo perché in quel mese, in questi giorni, sono come uno zombie senza cervello e senza anima.

Mi sono chiusa in me stessa, nel cibo, più di quanto già non facessi prima. Passo intere giornate a masticare, ingoiare, e a farmi venire i sensi di colpa come se non sapessi fare altro.

Una routine dolente e continua.

E infatti è così. Mi sento dannatamente inutile, così in imbarazzo per essermi fatta trattare come un pezzo di argilla da modellare. Ha persino finto di amarmi quando io gli ho donato giornate intere.

Voglio piangere ma ho finito persino le lacrime. Non credo di avere la forza per andare avanti...

Una volta chiuso lo zaino, mi fermo davanti alla Brown e mi sgranchisco la voce. Oggi indossa un vestito più brutto del normale.

-Professoressa.-

Lei sembra sorpresa. Un sorriso le nasce sul volto.-Oh, Abigail. Qualcosa non va?-

Tutto non va dannazione. Ogni singola cosa nella mia vita.

-No... cioè si. Vorrei chiederle se fosse possibile cambiare compagno di ricerca. Lo so che questa va consegnata entro giovedi e oggi è lunedì, ma non ho un compagno adeguato.-

Cornelia inarca un sopracciglio e incrocia le braccia al petto. -Lei e il signorino Mccharty non avevate detto di averla quasi terminata?-

-Ed infatti è così, ma vede. Io e lui non ci parliamo più...- la voce mi si blocca in gola. Sento che sto per vomitare.
-Strano, mi aveva talmente supplicato di mettervi in coppia insieme che per sfinimento ho accettato. -

Pezzo di merda. Lui e quei suoi stupidi soldi schifosi.

-La prego. Altrimenti andrà a finire che potrei avere un'insufficienza e perciò rovinarmi la media.- metto le mani a mo di preghiera.

-Va bene. Tanto il signorino Mccharty ha lasciato il corso in questa mattinata, prima dell'inizio della lezione.- Sembra scettica. Assembla alcuni fogli, li sbatte sulla cattedra e li chiude nella valigetta.

-Ha lasciato la classe?- la mia bocca ora ha la forma di una O.

Ma questo non dovrebbe interessarmi. Mi ha fatto passare le pene dell'inferno quello stronzo.

-Si, anche se questo comporta un voto del tutto negativo nella mia materia.- scuote la testa. -Solo perchè ho fiducia in te, Abigail, ti do quel che vuoi. Spero tu riesca a fare un ottimo lavoro anche da sola.-

Dicendo ciò esce dalla classe. I suoi tacchetti rimbombano dandomi al cervello.

Il fatto che quel mostro abbia dato le 'dimissioni' mi fa incazzare come una bestia. Mi sta trattando male anche tutt'ora, facendomi lavorare come una nera negli anni dell'apartheid.

Lo odio. Lo odio. Lo odio.

Esco anche io dalla classe. Per i corridoi non si vede nient'altro che locandine del prom che si terrà venerdì sera.

Se ve lo state chiedendo, non ho intenzione di andarci. Nemmeno per idea.

Durante tutta la settimana ne ho viste di proposte di invito. Gente che si inginocchiava nel classico modo da romanticone senza fantasia, chi portava palloncini, cioccolatini e un sorriso sul volto totalmente isterico, o addirittura chi ha riempito un intera classe di peluche viola. Orrendi. Si è beccato un richiamo dal preside quel ragazzo...

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