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Era scappato.
E solo lui sapeva quanto si stesse odiando in quel momento.
Ma solo Harry sapeva quanto odiasse la sua paura.
-Scemo, scemo, scemo- borbottò Harry a sé stesso, mentre prendeva a manate il volante della sua macchina.
Si era fermato in un parcheggio vuoto -chi volete ci sia a mezzanotte e mezza fuori al supermercato?- e non faceva altro che lamentarsi e odiarsi e piangersi addosso.
-Perché dovevo scappare? Non potevo, che so, ballare? E invece no, scappo. Bravo Harry, comportamento molto maturo!- gridò con un tono molto ironico e dispregiativo.
-Magari adesso Louis mi odia e non potremo neanche essere amici. Che schifo.-
Poi a Harry venne un flash. Louis non sarebbe riuscito a reggere anche questo e Dio solo sa quanto adesso Harry avesse paura.
Non che Louis fosse... suicida. Non più, almeno. Christine gli aveva detto che una volta dopo la morte di Zayn ci aveva quasi provato ma fu bloccato ancor prima di iniziare.
E se...? No, giusto? Louis non lascerebbe Christine, il lavoro, la famiglia che tanto ama, magari Harry.
Ma se...? No, Harry, no.
Ma-- no.
Harry prese il telefono e chiamò il primo numero di cui sapeva che poteva fidarsi.
-Pronto?- disse la voce femminile al telefono.
-Christine?-
-Sì, lei è?-
-Christine, sono Harry. Ho preso il tuo numero dal telefono di Louis- disse Harry, un tono un po' troppo spaventato nella sua voce.
-È successo qualcosa? Ti prego, dimmi che non è successo nu-- -
-Sì e no. È successo qualcosa, ho combinato un casino. Non so se sei a casa o meno -non ho visto la tua macchina- ma se puoi, ti prego, va' da Louis- supplicò Harry.
-Harry, che è successo?- il tono di Christine non era spaventato, di più. Però mostrava soprattutto fermezza.
-Ho incasinato tutto. Non ho tempo per spiegare. Ti prego, vai a casa e controlla se sta bene. Ho paura che questa possa essere la goccia che fa traboccare il vaso- la voce di Harry, invece, non era per niente ferma. Continuava a tremare e a salire e poi scendere perché "e se fosse già tardi?".
-E lo hai lasciato?-
-Io... ho combinato un disastro. Non penso vorrà più essermi amico. Magari quello che è successo non lo ha scalfito neanche però-- -
-Harry, stiamo parlando di te. Qualsiasi cosa tu abbia fatto, gli importa per forza.-
-Fai veloce- supplicò Harry.
-Sì, sono già nel giardino. Sei sicuro che posso lasciare te solo?-
-Sì- no.
-Va bene. Ti faccio sapere per messaggio.-
-Grazie- rispose Harry, le mani che tremavano mentre spegneva la chiamata e accasciava la testa sul volante.
Merda merda merda merda.

-Louis?- chiamò Christine quando aprì la porta.
La scena le spezzò il fiato.
C'era Louis, a terra vicino al divano, steso. Occhi chiusi, immobile.
Non era morto. Non poteva essere morto.
-Louis!?- gridò correndo vicino a lui.
Lo vide singhiozzare e grazie a Dio, no.
-Louis! Io ti odio! Mi hai fatto spaventare un sacco!-
-Scusa- sussurrò Louis, la voce spezzata dal pianto, gli occhi ancora chiusi e le mani strette a pugno.
-Che succede, perché piangi?- chiese dolcemente Christine.
-Un di-disastro- rispose Louis, iniziando a piangere più forte.
-Che ne dici se adesso prendiamo il gelato dal frigo, vieni con me in camera, ci ripuliamo e poi provi a dormire?- propose la ragazza dolcemente.
-Okay...-
-Poi domani mi spieghi tutto per bene- aggiunse lei. Louis annuì e lei lo aiutò ad alzarsi. Non sapeva perché fosse steso a terra, non sapeva perché piangesse -non di preciso, almeno- e non sapeva come rimediare. Sapeva solo che il suo migliore amico aveva bisogno di distrarsi e se questo significava dovergli cantare tutto il repertorio Disney lei era disposta a farlo.
La loro altra coinquilina, invece, non si sapeva dove fosse o se sarebbe tornata quella sera, ma nel dubbio Christine le mandò un "se entri, fai piano. Emergenza Louis in corso" e lei sapeva già. Era già successo, sapeva come funzionasse.
A volte, Louis impazziva. Non nel senso che diventasse pazzo, ma nel senso che si abbatteva. Collezionava i dispiaceri e li nascondeva sotto al tappeto, ma quando il tappeto finisce che fa? E questa era una di quelle volte. Non poteva sorridere, non ci sarebbe riuscito. Era solo troppo.
Passarono la notte chiacchierando e mangiando gelato, parlando di film Disney e di attori e attrici boni. Verso le quattro, Louis finalmente si addormentò. Christine lo seguì poco dopo.

-Louis, è ora di pranzo- sussurrò Christine muovendo leggermente la spalla del ragazzo beatamente addormentato. La coinquilina era stata molto gentile da preparargli il pranzo prima di andare a lavorare in qualche ufficio importante o cose. Infatti lei pagava metà affitto. Louis e Christine si dividevano l'altra metà.
-Haz, lasciami dormire!- si lamentò Louis, girandosi dall'altro lato.
-Sono Christine, Haz non c'è- disse lei ridacchiando.
Erano così una coppia, quei due.
-Oh, già... se ne è andato ieri. Scusa, Chri- disse Louis, finalmente svegliandosi.
-Mi devi ancora raccontare la vicenda.-
-Mentre pranziamo, dai.-

Harry si era addormentato in macchina. La testa sul volante, le braccia anche. Si era addormentato mentre piangeva e, voglio dire, Harry Styles che piange per un ragazzo è un evento raro.
Fu svegliato da un bussare al finestrino e aprì gli occhi, notando una guardia che lo guardava deluso.
-Sì?- rispose Harry con la voce roca del sonno. Le guance rosse e rigate dalle lacrime della nottata precedente.
-Che ci fa qui?- chiese la guardia.
Harry valutò se mentire o meno, ma decise che poteva dire la verità. Magari avrebbe capito, magari lo avrebbe preso per pazzo. Ma a chi importa? Non a Harry, evidentemente.
-Ho litigato con il ragazzo che a-- con un mio amico e abita qui vicino. Avevo bisogno di un posto isolato dove potermi sfogare e non c'era nessuno, quindi ho parcheggiato qui. Non pensavo di addormentarmi, lo giuro- spiegò Harry. La guardia annuiva solamente.
-Sta bene, adesso? Mi dispiace chiederle di andarsene perché è riservato ai clienti, ma... già- disse la guardia. Poi aggiunse: -Però se vuole ancora un po'... sfogarsi, posso chiudere un occhio. Il supermercato apre tra mezz'ora, quindi...-
Harry sorrise riconoscente, ma rifiutò l'offerta dicendo che sarebbe stato meglio se fosse tornato a casa.
Adesso che sapeva che Louis stava bene, doveva solo ignorare i suoi sentimenti.
Prima o poi sarebbe stato meglio anche lui.
"Sei un pezzo di merda.
È chiaro che ti piace Louis.
Dovresti tornare e baciarvi sotto la pioggia come i migliori cliché.
Siete due polli cotti.
Ammetti di non essere etero e sposatevi.
Troppo avanti? Mettetevi insieme e basta.
Ho visto il modo in cui vi guardate. L'ha visto anche Eli.
Lo ha visto tutto il ristorante.
Perché solo voi non ve ne rendete conto?" erano i vari messaggi che Christine gli aveva inviato.
"Lo so di essere uno stronzo. Mi odio anche io per questo" rispose semplicemente, cercando di ignorare gli altri messaggi.
"Nessuno ti odia per questo. Sei solo spaventato da qualcosa che non conosci"
"Piacere, Nessuno".
Quella sera e le due sere dopo Harry non andò al ristorante.
Perché sì doveva rovinare tutto?

[BONAS TARDES! Capitolo vitvit e di passaggio. Lasciate tante stelline e tanti commenti pls chi lo fa ha un biscotto.🍪💕💙💚
Domani esce GetLow e non vedo l'ora woooow.]

Restaurant | l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora