Prologue

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"Non allontanarti, hai capito?
Se le nostre mamme ci scoprono mi fanno a pezzi, chiaro?
Quindi sta ferma qui".
La testolina di Anna fece su e giù, sorridendogli.
Il più grande le scompigliò i capelli scuri, lasciandola seduta sulla panchina a giocare con una pallina da baseball.
La partita iniziò e Anna era ancora lì a giocare e a guardare Shane, che di tanto in tanto si voltava verso di lei per controllarla.

Di tanto in tanto...

Avevano iniziato a fare sul serio, e lui aveva perso sia la condizione del tempo, che sua cugina..
La sua pallina le era sfuggita di mano un paio di minuti prima, finendo in un vicolo.
E due minuti erano abbastanza per un piccolo fulmine, era già lì, e Shane la cercava ancora intorno al campo.
La palla era finita lì infondo, infondo a quel vicolo buio e pieno di immondizia.
Ma infondo si sapeva che Anna non aveva paura proprio di niente.
Perché era questo il bello di essere piccoli e ingenui; è tutto un grande gioco, anche la paura, anche il buio.
Si avvicinò.

1, 2, 3, 4, 5, 6.

Sei passi.
Sei passi e la palla finì ai suoi piedi, come se fosse tornata indietro da sola.
Ma i palloni non ritornano da soli..
È questo la piccola lo sapeva bene.
Si avvicinò, con il suo gioco ancora stretto tra le mani piccole e bianche come la neve, mentre si avvicinava sempre di più, addentrandosi nel buio.
Sbirciò verso sinistra, scorgendo una piccola creaturina verde, con una maschera viola che faceva da contorno agli occhi bordeaux, che tentava invano di nascondersi, terrorizzato.
"Ciao".
Gli sorrise avvicinandosi di più al suo viso.
Era la prima volta che vedeva una cosa così strana, ma così estremamente carina.
"Come ti chiami? Io mi chiamo Anna!".
Erano poche le frasi che la bambina sapesse dire senza sbagliare. Infondo, aveva cinque anni, e la maggior parte delle cose che diceva spesso erano insensate.
Era la prima volta che l'esserino vedeva un'essere umano da vicino.
La bambina aveva la pelle chiara, i capelli bruni e gli occhi del medesimo colore.
Il suo sorriso era fin troppo splendente per essere cattiva.
Eppure gli umani erano pericolosi.

Giusto?..

Una manina si avvicinò alla sua guancia, mentre lui strizzò gli occhi, cercando di allontanarsi.
"Anna! Anna!".
Un'altra voce la interruppe.
"Shane".
La bambina si alzò in piedi, riprendendo la sua palla, correndo verso il cugino, che la prese per mano.
"Ho visto una creaturina stranissima!".
"Ma davvero? Ti avevo detto che dovevi restare seduta".
"Scusa Shane".
"Ah.. Va bene. Ma scordati di venire con me di nuovo, e guai a te se lo dici alla mamma".
"Okay Shane!".
Intanto, mentre i due cugini camminavano verso la strada di casa, qualcuno in quel vicolo continuava a lamentarsi..

"Non dovevamo venire qui, è tutta colpa tua Raph. Avrebbe potuto far del male a Donnie!".

.. Fortuna che non era successo nulla, probabilmente il giorno dopo la piccola si sarebbe scordata di tutto.

Forse...

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Prologo!
Vi piace? So che non è il massimo...

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