Il frastuono di New York non smetteva mai, dall'alba al giorno successivo. Una città viva, ma anche pericolosa. Quella sera il biondo non era in missione e non aveva stranamente voglia di ripulire quella città che pullulava di demoni, nonostante la sua spada riposta nella fodera non aspettasse altro. Entró nel bar mondano e con la fluidità che solo un cacciatore poteva avere passó tra i mondani. Afferró una birra da dietro il bancone che la barista aveva appena stappato. Guardó attentamente la ragazza che versava liquidi colorati nel bicchiere di vetro. È molto carina, pensó vagando con lo sguardo attento sulle sue sporgenze. Chiunque si sarebbe accorto della particolare attenzione del ragazzo verso la brunetta,se non fosse per quella runa tatuata sul fianco che lo nascondeva dal mondo mondano. Spostó lo sguardo dalla barista alla birra,che sorseggió finché non notó una ragazza fissarlo. Era abituato a quel genere di sguardo da parte delle ragazze, solitamente accompagnato da qualche risatina,entusiaste dallo sguardo ricevuto da Jace. Istintivamente abbandonó la sua birra sul bancone e raggiunse la ragazza guardandola dapprima con un sorriso ammiccante e poi con uno sguardo stranito e curioso. Perché riusciva a vederlo? Affiancó la ragazza, che sempre fissandolo, sorseggiava un alcolico blu. Quando finalmente si decise a parlare la voce gli parve strana, fin troppo interessata
-Perché mi vedi?-
-Non sono cieca- rispose con noncuranza lei.
-Sei una shadowhunters?-
La ragazza lo guardó stranita
-una shadowhunters, cacciatrice di demoni, questi termini ti paiono noti?- disse con un certo sarcasmo.
La ragazza lo fissó -no, ma ci siamo visti da qualche parte? Mi pare di conoscerti-
-Forse la mia bellezza ti ha annebbiato i ricordi, non mi pare di conoscerti-
La ragazza lo guardó male, corrugando le sopracciglia.
-Come mai sei in questo bar di ubriaconi?-
-Ti farei la stessa domanda- disse guardando il suo bicchere.
-Forse sono un ubriacone anche io- scrollò le spalle.
-Sono scappata- rispose dopo un po.
-da chi? Dai tuoi genitori troppo seri?- ridacchiò il ragazzo
-Dal mio patrigno- disse la minuta ragazza.
Jace la guardò attentamente mentre lei abbassò lo sguardo portandosi una ciocca di capelli blu elettrico dietro l'orecchio
-Ti va di venire con me?- disse tranquillo.
-Anche no- rispose la ragazza.
-Non voglio finire in un vicolo a fare sesso con te- aggiunse
-Ti sembro quel genere di ragazzo?
-Esattamente- disse con decisione, continuando a sorseggiare l'alcolico.
-Hai ragione- scrollò le spalle- ma voglio vedere una cosa-
-Se è una cosa che non sia una parte del mio o del tuo corpo, allora va bene- finì il liquido bluastro e si alzò.
-Dove andiamo, ragazzo biondo?
-Mhh,chiamami jace- si avviò verso l'uscita del locale
-Io mi chiamo Miriam- disse a bassa voce
-Miriam la fuggitiva, bene- la soprannominò.
-Dove stiamo andando?- si guardò intorno
-In chiesa- rispose Jace
-in chiesa? Cosa dobbiamo farci?-
-Il funerale di mia nonna-
-Cosa? Davvero?
-certo che no- disse ovvio il biondo.
-Sei sempre così spiritoso?
Jace non rispose e si fermò davanti ad una vecchia e malandata chiesa
-ora- si voltò verso la ragazza - libera la mente e concentrati.Nell'istituto si sentiva il suono delle spade scontrarsi già dal portone d'ingresso. Jace camminò per il corridoio mentre Miriam, dietro di lui, si guardava in torno.
Entrò nella sala di allenamento
-Sei tornato- disse una bella ragazza bionda,posando le armi a terra.
-Chi è lei?- chiese poi spostando lo sguardo su Miriam.
-è Clary due la vedetta- disse Jace guardando Miriam
-l'ho trovata in un bar. Ha la vista ma non sa nulla- aggiunse
Jace guardò il ragazzo davanti a sé.
Aveva la maglia appiccicaticcia ed era appoggiato alla parete
-Alec sarai gentile? Non fare come clary-
Il ragazzo annuì, e anche se lo fece lievemente tutti i suoi capelli nerissimi svolazzarono sulla sua fronte.
La bionda lo guardò affascinata e poi si girò verso Miriam.
-Mi chiamo Malbeth, piacere-
-Miriam- rispose
Un tornado di capelli rossi entrò nella stanza, schivando per miracolo un bersaglio.
-BETH. DEVO DIRTI UNA COSA- urlò precipitandosi su Malbeth.
Sorrise a trentadue denti e poi si accorse dello sguardo divertito di Jace. La rossa gli sorrise
-Ciao jace- poi spostó lo sguardo su Miriam
-Tu chi sei?-
-Sono Miriam, piacere-
-Clary- rispose la rossa e poi si rialzò dal corpo ormai steso di Beth, che la guardò male.
Jace uscì dalla sala e Miriam istintivamente lo seguì
-Cos'è questo posto? Perché sono qui?! In una cazzo di chiesa che non è una chiesa!- domandò lei visibilmente confusa
-Prima cosa: sei all'istituto. Qui si allenano gli shadowhunters. Secondo: sei qui perché eri scappata e sola. Terzo: non si dicono le parolaccie in chiesa- disse divertito.-Ciao clary- Jace la salutò mentre si guardò la ciocca bionda che gli era caduta davanti agli occhi.
-Ciao jace- gli sorrise la ragazza entrando in cucina
-Come va?-
-Bene- disse clary, un po intimidita dallo sguardo di jace. Poi si sedette sul tavolo,sempre guardandolo.
Jace si avvicinò.
-Com'è andato l'allenamento?- il ragazzo poggiò le mani sul tavolo, una vicino alla coscia di Clary e l'altra dall'altro lato.
Clary abbassò lo sguardo, osservando le sue gambe intrappolate tra gli avambracci di Jace.
-Diciamo solo che se ci fossi stato tu sarebbe stato meglio- le sorrise la rossa
Anche Jace sorrise.
Un paio di labbra sorridenti che poco dopo si incontrarono in un bacio.
Il corpo del ragazzo era sporto in avanti,con le braccia che ancora poggiavano sul tavolo.
La rossa chiuse gli occhi.
Il bacio non fu voglioso.
E nemmeno casto.
Fu un semplice bacio atteso.
Il primo bacio di una coppia.
Ma c'era qualcosa.
Qualcosa di strano in quel bacio, e Jace se n'era accorto.
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Vulnerabile
FanfictionFu solo un secondo quando perse tutto, ma a lui parvero anni. Anni di frustrazione, di tortura. Le emozioni offuscano il giudizio. Le emozioni fanno male, e Jace l'aveva imparato a sue spese