Jan/19/2012
Oggi è la classica giornata che tutti vorrebbero dimenticare, una giornata che stravolge una o più vite, una giornata che, se si potesse, si cancellerebbe a vita. Mia madre è nella bara tutti la accarezzano e piangono molto. Le persone come lei, se esistono, non le incontrerò mai. Che volete sapere? Dove si trova mio padre? Lui, per quanto io ne sappia, è scappato di casa molti anni fa. Io ero ancora molto piccola, non ricordo neanche la sua faccia. Un uomo, mentre piango leggermente, si avvicina a me e chiede con tono serio:<<Lei è la signorina Soleil Windows?>>. Abbasso la testa a quella domanda e rispondo:<<Sì, sono io, serve qualcosa?>>. Mi fa cenno di seguirlo fuori dall'appartamento e dice: <<Lei, tra quattro anni, sarà maggiorenne, sbaglio?>>, con espressione confusa ribatto:<<No, non sbaglia, ma perché me lo chiede?>>. Mi mette una mano sulla spalla e spiega:<<Sarà portata all'orfanotrofio, se non troveremo una famiglia entro quattro anni tondi tondi, sarà libera di andare, di tornare qui>>, abbasso la testa e chiedo all'uomo:<<Lei deve essere il proprietario dell'orfanotrofio?>>. L'uomo sorride molto apertamente a questa domanda, risponde:<<No, mi dispiace. Mia sorella Emilia è segretaria in quell'istituto>>. Sorrido anche io e, con tono malinconico, dico<<La ringrazio infinitamente signore, lei è molto gentile>>, l'uomo sorride ancora di più e, guardando il suo orologio, dice<<Ricordi di essere pronta mercoledì sera alle sei>>. Rientro in casa e saluto per l'ultima volta mia madre, chiudono la bara e la portano al campo santo, beh, economicamente non siamo messe molto bene, a volte mangiavamo solo a colazione e cena. Avrete capito che non ci sarà un funerale.
Questo benedetto mercoledì è arrivato! Ho le valigie pronte da almeno un'ora. Alle sei precise suonano alla porta, vado ad aprire e vedo due persone. Sono due donne sulla cinquantina, una di loro dice:<<Buonasera!>>, ricambio il saluto e dico:<<Siete le addette all'orfanotrofio?>>, l'altra, in maniera più seria, risponde:<<Io sono Lucia e lei è Emilia, ti porteremo all'orfanotrofio "Rain and Water", si trova in America Settentrionale>>. Annuisco leggermente, prendo le valigie color tortora e mi reco alla grande auto situata al parcheggio del condominio. Lasciare New Castle è davvero difficile, non voglio andarmene da qui, ma queste donne mi fanno pura, sembrano molto severe ed esigenti. La notte è arrivata, ci siamo imbarcate da poco più di due ore. Una delle due, credo di chimi Lucia, mi dice:<<Raggiungi la tua suite e dormi, non stare al telefonino, domani sarà una lunga giornata>>, annuisco e, mentre raccolgo le valigie, ribatte:<<Le auguro una buona notte>>. Rispondo:<<Buona notte anche a lei e all'altra signora>>. Questa è l prima volta che accenna un sorriso, abbassa la testa e raggiunge la sua suite.
La mattina seguente vengo svegliata da alcuni colpi alla porta, la signora della sera precedente dice:<<Sveglia! Tra poco meno di mezz'ora dobbiamo sbarcare>>. Mi preparo molto velocemente, indosso un paio di Jeans e una felpa bordeaux con la scritta "Time to say goodbye", mi trucco leggermente e mi lavo i denti con molta cura. Prendo le valigie ed apro la porta, la donna è sempre ferma lì, le auguro il buongiorno, lei ricambia e risponde:<<Con te ci sarà poco da lavorare, vedo che sei molto educata, rispetti i tempi richiesti e sei aggraziata. Vedremo di metterti in camera con le ragazze migliori>>. Sorrido poco apertamente e, a testa alta e schiena dritta, scendiamo dalla nave.
Siamo arrivate all'orfanotrofio. Delle signore di gran classe si avvicinano a noi e mi scrutano come se volessero vedere la mia anima. La signora Lucia dice con tono calmo e rilassato: <<Salute a voi care colleghe>>, le colleghe ricambiano il saluto e continua:<<Lei ha il nome di Soleil WIndows, ha quattordici anni e rispetta ogni regola del galateo. Questa notte non ha esitato a dormire all'orario giusto e ad alzarsi quando è stato richiesto, è molto aggraziata e ben educata, con lei non ci sarà molto da fare>>. Le signore sorridono tutte. La più giovane tra queste dice:<<Io mi chiamo Elaine, sarò la tua assistente in questa struttura>>, una signora più anziana dice:<<Io mi chiamo Lisa, se mi segui un attimo in segreteria compiliamo le carte>>. Dopo quasi un'ora esco da quella stanza ben pulita, ordinata e ossigenata. Elaine mi accompagna in un'altra grande aula e dice:<<Ti spiego un po' di regole>>, mi siedo sulla sedia situata adiacente alla finestra e dice:<<Questo è un edificio di classe, non si può correre, solo camminare. Le lezioni vanno seguite regolarmente, ma, in casi rari di febbre molto alta, vengono concessi tre giorni di meritato riposo. Dopo ogni lezione, tutte le ragazze dell'istituto, si recano in camera e leggono libri, non vengono assegnati compiti, durante il pomeriggio riposate. Alle sei si ha il permesso di recarsi all'esterno dell'edificio per prendere un po' d'aria fresca. Alle otto puntuali sarà servita la cena, la mensa si trova davanti agli alloggi. Dopo cena è permesso andare all'ala ovest per poter incontrare i ragazzi, questo accadrà solo ed esclusivamente sotto la nostra sorveglianza, è tutto chiaro signorina Windows?>>. Faccio un'espressione seria, chiedo:<<Da quante persone sono composte le camere?>>, la signorina Elaine risponde precisa:<<Le camerate sono da cinque persone, le camerate femminili sono sei, quelle maschili sette>>. Detto ciò mi accompagna nella mia stanza. Appena entriamo notiamo delle ragazze che leggono, probabilmente la lezione è finita poco fa. Elaine sbatte le mani e dice:<<Vi prego solo un attimo di attenzione>>, elle si girano e, con molta fretta, si mettono in fila orizzontale davanti a noi. La responsabile ricomincia a parlare:<<Da oggi in poi condividerete la camera con lei, Soleil Windows. Spiegatele tutte le regole dell'edificio oltre a quelle base e trattatela da tale>>, detto questo si ritira. Le ragazze tirano un sospiro di sollievo e sento una di loro dire:<<Questa è la classica routine! Ogni ora passa una responsabile diversa per controllarci>>, un'altra continua:<<Noi dobbiamo metterci in fila e non fiatare, mantenere la schiena dritta ed ascoltare ciò che ha da dirci, che noia!>>, la terza ribatte:<<Ora prendi un libro dalla biblioteca in fondo al corridoio, le responsabili sanno che ne hai bisogno di uno>>. l'ultima tra queste si avvicina a me e dice:<<Siamo talmente prese dal lamentarci che non ci siamo neanche presentate, io sono Ashley>>. Le stringo la mano e rispondo:<<Io, come avrete capito tutte, sono Soleil, ma preferisco di gran lunga essere chiamata Sol>>. La prima ragazza mi saluta con la mano e dice:<<Io mi chiamo Lilith>>, la seconda dice:<<Swami>> e la terza, facendo un tono scontroso, dice:<<Minnie>>. Mi reco nella stanza dei libri e ne scelgo uno, ci impiegherò qualche giorno per finirlo tutto.
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Black roses//THOMAS BOCCHIMPANI
FanfictionLei è Sol, una ragazza con scarsa autostima e genitori deceduti da cinque anni. vive da sola, lo stato le da tutti i soldi che servono per continuare. Questo vale fino al suo diciottesimo compleanno, non verrà più pagata e sarà costretta a trovare u...