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«Megan il sr. Styles ha bisogno di aiuto» disse Lilith dalla linea n 3.

«Non può andarci nessun'altro?» risposi sperando con tutta me stessa di potermela cavare.

«Ha richiesto esplicitamente di te, vai» e riagganciò.

Era la Vigilia di Natale e tutto l'ufficio regnava nel caos e nell'agitazione più totale. Il mio stato d'animo era in continua lotta tra l'euforia e la preoccupazione per ciò che sarebbe avvenuto più tardi quella sera.
Questa mattina io e Harold ci eravamo scambiati un paio di messaggi augurandoci il buongiorno e cose così ma non toccammo l'argomento dell'imminente incontro.

Mi alzai svogliatamente dalla mia postazione e prima di uscire dall'ufficio mi specchiai contro le vetrate alle mie spalle. Indossavo una gonna a tubino verde petrolio e una camicetta bianca semplice, il tutto accompagnato da una treccia laterale.
Camminai fino all'ufficio del mio capo e dopo aver ricevuto il permesso per entrare varcai la soglia.
Come sempre lo spazio era luminoso ed immenso che mi suscitò ancora un volta una sorta di capogiro tanto era lussosa quella stanza.

«Voleva vedermi?»

«Siediti» ordinò senza alzare lo sguardo dalle sue scartoffie.

Feci come chiesto e mi accomodai su una delle poltroncine in pelle di fronte la scrivania.

«Allora Megan, come ti trovi nell'azienda?» chiese concentrando finalmente l'attenzione su di me.

Era sinceramente interessato o si aspettava solo una qualche lode nei confronti della sua attività?

«Mh bene, i colleghi sono simpatici e il lav-»

«Mi fa molto piacere» esordì interrompendomi con un gesto liquidatorio della mano grondante di costosi anelli.

«Allora, ti starai chiedendo il motivo per il quale ti abbia convocata» mise da parte le scartoffie e appoggiò i gomiti sulla scrivania avvicinando la sua figura a me.

Annuii appena distogliendo lo sguardo su oggetti futili presenti nella stanza.

«Bene allora, devo confessarti che sono rimasto particolarmente colpito dal lavoro svolto fin'ora. Sei in gamba per essere così giovane, mi ricordi un sacco me qualche anno fa quando avevo la tua stessa età»

Quindi eravamo praticamente coetanei, non so perché ma questa nuova informazione non mi piacque per niente. Sapevo fosse giovane ma non mi aspettavo così tanto. Io avevo da poco compiuto ventitré anni quindi lui non doveva averne più di ventisette.

«Manca poco più di un mese alla fine del tuo stage Megan ma se saprai guadagnarti la mia fiducia potrei anche concederti un contratto a tempo indeterminato» spiegò il moro scostandosi dal viso una ciocca ribelle di capelli.

Contenni appena l'entusiasmo propagando sul mio viso un enorme sorriso mentre stringevo con forza i lati della poltroncina.

«Oh, la ringrazio infinitamente sr. Styles, i-io non la deluderò» dissi tutto d'un fiato con un tono di voce tutt'altro che professionale.

Sul suo viso comparve un piccolo ghigno che non mi fece pensare a nulla di buono ed infatti dopo essersi sfilato la giacca blu fece il giro posizionandosi a pochi centimetri da me.

«Sai Meg, solitamente io non regalo mai nulla ed infatti ogni mia azione ha un fine di guadagno a prescindere dall'ambito» disse poggiandosi contro la scrivania.

Deglutii rumorosamente ed annuii per incoraggiare il suo discorso. Sapevo che era troppo bello per essere vero.

«È vero sei una brava dipende ma devo confessarti anche che sei la prima stagista ad aver resistito così tanto in questa azienda. Ti dico tutto ciò per una semplice ragione Megan» mi scrutò intensamente soffermandosi forse un po' troppo sullo strato di pelle scoperto sulle gambe.

«Ho deciso di volerti e farò di tutto per raggiungere il mio scopo»

Il cuore rallentò la sua corsa e quasi credetti di avere uno svenimento da quanto sentito. Il sr. Styles, il mio capo, il mio superiore, il mio datore di lavoro voleva me, Megan Davies. Dovetti utilizzare tutto il mio autocontrollo per non scoppiare a piangere seduta stante, non poteva essere vero, no. Quest'uomo di fronte a me, ricco e bello come il sole mi stava proponendo una specie di accordo anzi, un ricatto bello e buono per darmi la possibilità di mantenere il mio posto di lavoro.
Poi pensai a lui e alle conseguenze di tutto ciò, se solo avesse saputo in quale posizione mi stava mettendo il mio capo forse avrebbe capito e non se la sarebbe presa.

«I-io non p-posso accettare» farfugliai con lo sguardo basso sulle mie mani aggrovigliate.

La sua risata roca si liberò nel silenzio provocandomi tanti piccoli brividi lungo la spina dorsale.

«Se non accetti perderai il tuo tanto amato lavoro, semplice» ghignò facendo un passo nella mia direzione ed abbassandosi sulle ginocchia per raggiungere la mia altezza.

«Guardami» ordinò.

Alzai lo sguardo sulle sue iridi smeraldo e mi ci persi letteralmente dentro.

«Concedimi una cena e vediamo come va» questa volta usò un tono di voce più dolce e vellutato che inebriò tutti i miei sensi. Stavo lentamente cadendo nella sua trappola e sapevo sarebbe stato un dramma.

Portò lentamente la sua mano sul mio viso ma prima che potesse sfiorarlo Lilith fece il suo ingresso.

«Oh e-emh mi scusi sr. Styles, non credevo fosse impe-»

«Non si usa più bussare in questo cazzo di ufficio?» sbraitò prepotentemente l'uomo che fino ad un secondo prima mi stava proponendo proposte poco consone ad un posto di lavoro.

«Sono m-mortificata i-io...» biascicò la mora guardandosi le decoltè laccate rosso fuoco.

Allora il sr. Styles faceva questo effetto a tutti, buono a sapersi.

«Uscite tutti da questo maledetto ufficio» gridò severo tornando alla sua postazione.

Lilith corse letteralmente fuori mentre io rimasi pietrificata sulla poltroncina che in quel momento sembrò risucchiarmi completamente.

«Dicevo anche te, esci»

Mi asciugai una gocciolina di sudore dalla fronte e a passo un po' troppo svelto raggiunsi l'uscita non degnando di uno sguardo il mio capo.
Una volta tornata nel mio ufficio mi accasciai contro la parete e lentamente scivolai a terra, non mi importava se qualcuno sarebbe potuto entrare.

Una lacrima solitaria solcò la mia guancia pallida e pochi attimi dopo ero immersa in un vortice di singhiozzi e disperazione.
In un altro momento, forse, mi sarei sentita onorata di ricevere tali attenzioni da un personaggio del suo calibro ma, sfortunatamente, ora non era così. Non potevo scendere a compromessi tali per tenermi il lavoro, mi sentivo violata e scavalcata. Come un pezzo di carne fresca da macellare al volo. Non era per il mio lavoro che quell'uomo aveva decido di prolungare i miei turni o il mio stipendio. Non gli importava che avessi passato tutti gli esami con il massimo dei voti o che avessi lavorato quasi ogni giorno fuori orario. Voleva solamente raggiungere il suo guadagno, così l'aveva chiamato. Tutto si riduceva a questo.

Sospirai asciugandomi le lacrime con il dorso della mano e agguntai un fazzoletto dalla borsa.
Mi sedetti alla mia scrivania con gambe tremanti e guardai fuori il panorama ingrigirsi, un po' come il mio stato d'animo ora.

Se giocare era quello che voleva, allora avrei giocato anch'io.

SPAZIO AUTRICE

Hello!
Finalmente il sr. Styles si è rivelato, che ne pensate del suo interesse verso Meg? Secondo voi come la prenderà Harold? Commentate in tanti mi raccomando ❤

Alla prossima

Ig: redkhloewattpad/ _saradevincentiis

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