Le Ali Di Marzapane

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_*Raccomandazioni*_
Ho voluto giocar col fuoco, ci saranno alcuni elementi che daranno l'impressione di aver infranto una delle regole ma vi assicuro che non è così. A fine capitolo ci sono delle fonti per andar a ricercare la conferma delle mie parole. Per la copertina, Alice mi ha abbligato a fare un'altro capitolo con gli elementi essenziali della lavorazione.

Detto questo, vi auguro buona lettura :)

Le foglie danzavano con il dolce suono del vento, queste permettevano al giorno di innalzare la splendida creatura che dava luminescenza ai cunicoli più nascosti.
La natura si risvegliava da un breve e gelido letargo, il quale era per molti predatori anche il periodo di caccia. Mentre loro si assopivano nei sogni più funesti, altri cinquettavano laddove i raggi di sole si posarono sull'erba.
Così ogni foglia, albero si risvegliò ed alcuni animali schiusero i loro occhi color selvaggina, ma c'era a chi, la vecchiaia, aveva rubato il tempo e ancora non capì quando svegliarsi da un sonno così avvolgente.

Era la grande montagna che il suono del silenzio rimbombava nella profonda caverna e fu, lo stesso medesimo posto, a ritrovarsi ogni mattina dinnanzi al miracolo di Dio: l'acqua sgorgava nei più piccoli spiragli rocciosi mentre la pura rugiada, a picchiettìo, toccò il suolo.
Una luce eterea fuoriuscì dall'ultima goccia e la mano delicata assaporava il terreno così umido. Da essa, infatti, nacque una donna celestiale, la quale rimaneva adiagiata sulla roccia: ella aveva delicati capelli argentei mossi dal vento mattiniero, che ad agio venivano accarezzati da esso, gli occhi di un perlato ceruleo dispersi in un viso dalla carnagione candida come la cera di una candela e il suo corpo aggrazziato, cagionevole veniva nascosto da una semplice tunica bianca.

Appoggiò delicatamente la pianta nuda del piede sul roccioso terreno e si diresse verso l'unica uscita della caverna; amava assaporare l'aria fresca, a volte le capitava addirittura di rabbrividire con il solo contatto.
Camminava tra arbusti, foglie e ne sentiva la vibrazione ad ogni passo: oramai era di consuetudine il suo piccolo viaggio per quanto le fu permesso farlo.

Era da anni, forse secoli, che la donna vagabondava in quel bosco e non vedeva il pretesto di fuggire da esso, siccome lei era ben conscia di essere un angelo, un messaggiero di Dio, colui che porta benevolenza e carità. Non ha mai avuto un motivo per cercare oltre a ciò che la circondava seppur lei stessa sia provvista di ali.
Ricordava solo la sua nascita angelica, non la causa di ritrovarsi in mezzo a un bosco e nemmeno il perché di tal missione, anche il suo nome gliel'avevano rubato ma a quello ci pensarono gli alberi: era capitato che la ragazza sentì un sussuro flebile, il quale dichiarò "Diana" e da quel momento fu il suo nome.

Alla ragazza piaceva immensamente il posto selvaggio e solitario su cui spesso toccava il suolo, ella di compagnia non aveva se non la natura stessa cullava ogni suo malessere ma c'era un luogo dove, negli ultimi anni, a lei piaceva trascorrere il suo tempo: era un piccolo santuario che, da un giorno all'altro, nacque dalle radici degli alberi o era ciò che supponeva la dolce fanciulla, la quale rimase così entusiasta, da renderlo il suo piccolo angolo paradisiaco.

Raggiunto il posto, la ragazza rimase sorpresa nel veder una donna accasciata sui gradini di legno. Non
sapeva come comportarsi, era allibita a tal punto da intimorirsi per ogni mossa verso quello che per lei era nuovo, però Diana si avvicinò cauta al corpo inerme, accovaggiò le ginocchia nel terreno e rimase in ascolto. La donna era pressoché viva, vedeva il diaframma muoversi, ma del suo risveglio ancora nulla.
Decise a quel punto di sfiorare con un dito il suo collo e in un momento la mano di Diana era stritolata da quella della ragazza che la guardava con occhi cremisi.
Le due furono incatenate dai loro reciproci sguardi: la donna ansimava con lunghi respiri, mentre non accennò la sua presa sulla mano di Diana, invece l'altra non poté che sorprendersi del viso così simile ma allo stesso tempo diverso, della quale nel preciso istante aveva la donna sconosciuta.

Concorso °CSS°: Di Scrittura E CopertinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora