I Frammenti Di Luna

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Le braci scoppiettavano col rumor dei passi di una dolce bambina dai capelli ramati, la quale si stava dilettando, come suo solito, in balli graziosi mentre l'adorato nonno, rimaneva a guardar accompagnato con un buon vino.

La poltrona scricchiolò quando la fanciulla si sedette col fiatone in corpo, sorrideva e lei amava sorridere.
L'uomo diede un ultimo colpo alla musica che tanto albergava nel salotto e d'improvviso finì in un soffio; benché fosse suo nonno, la bambina rimaneva amaliata da quanta bellezza vivesse in un viso tanto angelico: aveva degli occhi cerulei, intensi come il fuoco, gelidi quanto il ghiaccio e la chioma dorata era talmente l'opposto della sua età che ci si rimaneva stupiti da tale giovinezza ed infine i liniamenti, questi erano nordici e darono all'uomo un senso di autorità che però si annebbiava davanti alla sua nipote favorita.

"Ora bisogna dormire." Disse con tono deciso, ben intento ad alzarsi dalla sua poltrona per fare ciò che la notte aveva introdotto, però d'improvviso si trovò le braccia della bambina sulle ginocchia e, con l'espressione addolcita, si riaccomodò.
"Ma nonno, fuori c'è la luna!" Lui aveva sperato che la fanciulla si fosse dimenticata del suo giochetto preferito, ma a quanto pare ciò non era successo.

Questo avveniva solo quando la luna era la dama della notte, il nonno raccontava una favola sempre identica, alle volte capitava di qualche variazione ma il finale rimaneva inalterabile e la magia nasceva dalle sue parole, infatti dalle mani, riusciva a far nascere un fiore dai petali argentati: un frammento di luna a detta sua.
Il nonno sospirò e rassegnato all'idea, aprì la sua mente, iniziando a raccontare.

C'era una volta la luna e il suo amore eterno: il sole. Insieme a lui, governavano il cielo e le stelle, nulla che potesse fermarli, nulla che potesse impaurirli ma la gelosia fu quella che folgorò il pover animo del sole, infatti invidioso di tutte le scie luminose attorno alla luna, esso si infuriò e, con avidità, le strappò un frammento dello spirito lunare, un figlio della luna.

Appena fu al suo cospetto, ripudiò l'essere immondo e, come un pazzo, lo buttò in mezzo ai peggior mastini che avesse mai visto, gli umani.
Dopo questo, una dolce bambina toccò il suolo: i piedi erano lucidi come la rugiada, la pelle cristalizzata risplendeva in una giornata d'estate e una cascata di capelli argentei contornavano il viso tanto straniero.

Mai aveva pensato che potesse finire nella miseria, ma ella era dove adesso si trovava: in mezzo alla strada, in mezzo ai putridi e malfamati poveri; oramai era tutt'altra che persona, così persa come un raggio di sole nel cielo notturno.
Non mangiava, non beveva e nemmeno respirava, era solo polvere nel vento, nulla che potesse esistere con anima e corpo.

Un giorno, il sole era pallido quanto ammalato e la ragazza era sempre sulla fangosa strada principale della cittadella, aveva lo sguardo fisso sulla fanghiglia mista a foglie e osservava i piedi che camminavano su questa: alle volte le capitava di veder gambe slanciate e curate, come altre pelose ma pulite, però per lo più ci furono piedi che camminavano con fatica e così sporchi che superavano anche la ragazza stessa, alcuni zoppicavano senza meta.

Quella volta sentì il rumor di zoccoli pestati sulla terra e un carro trainato da esso.
Il mercante guardò incredulo la povera bambina, gli ricordava terribilmente la sua amata figlia, che dopo una tempesta, ella fu portata via.
Non riusciva ad ignorarla, avrebbe voluto andarsene, scordandosi di lei ma ancora una volta gli fu impossibile. Le porse la mano e le permise di salire sul mezzo per una vita migliore.
La lavò e subito dopo si vestì con gli abiti vecchi del suo dolce amore perduto, non avrebbe dormito quella notte ma di certo qualcun'altro ci sarebbe riuscito all'interno della casa.

Il tempo passò, i giorni in settimane e lei dimenticò del suo orrido passato, finalmente sorrideva dopo tanto dolore. Quella sera la luna era alta e la ragazza ebbe l'impulso di uscire dal portone, dove l'aria era fresca. Il mercante la seguì subito dopo e gli occhi suoi si spalancarono nell'istante: la bambina era illuminata da un accecante bagliore lunare, sorrideva piangendo lacrime d'oro nelle sue pallide guancie ed ella gli disse che finalmente poteva raggiungere sua madre nel cielo, ma era tutto grazie a lui e al suo altruismo, a sentir quelle parole il mercante ne fu davvero contento e la ragazza aggiunse chiedendogli un ultimo favore: ogni luna piena, un fiore argenteo, nato dalla tempesta, si sarebbe posato su questa terra ed egli avrebbe dovuto curarlo ed amarlo fino alla prossima luna.

Detto ciò, la ragazza si sparse in mille petali e, in un soffio, raggiunsero il cosmo; il signore rimase in ginocchio a cotanta bellezza.
Così un fiore, nato dalla gelosia del re Sole, sbocciava nella terra e, come un figlio, veniva nutrito e amato nei secoli avvenire.

Il nonno concluse così il racconto, che tanto piaceva alla sua nipotina e come succedeva la maggior parte delle volte, ella piangeva felice.
Teneva sigillati gli occhi con le mani, non amava farsi vedere dal suo eroe in quelle condizioni. Appena li riaprì, il nonno incitò la bambina a dirigersi davanti alla finestra: lì, illuminato dalla luce lunare, un fiore argenteo si era addentrato sul vaso di vetro, il quale prima era vuoto ma che adesso avrebbe protetto il figlio della Luna.




Parole: 903
_TheBlackRabbit_
ChiusaNellaMiaMente

Metto qui la copertina :)

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C'era questa ma non mi dava l'impressione di fiabesco come nella prima

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C'era questa ma non mi dava l'impressione di fiabesco come nella prima. E poi è meglio la volpe bianca o no?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 24, 2017 ⏰

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