Prigionia

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Ogni giorno, stessa ora. Mi ritrovo nella mia piccola stanza buia, dove la luce bluastra della zanzariera sembra colorarmi di una luce sgradevole. Ciò che non fa, è illuminare le mie idee. Spronare la mia mente. Oggi, la pioggia, ha rinfrescato l'aria. Il ticchettio delle gocce, accompagna quello dell'orologio che, in un modo molto beffardo, mi ricorda, in maniera angosciante, il passare del tempo.
Stessi sintomi, nulla di diverso. Ogni tanto sembra aprirsi un varco di luce, che però poi inevitabilmente si chiude lasciando un amaro senso di tristezza.
La rivedo ogni tanto. Lei fredda, impassibile, segnata dai mie atteggiamenti poco maturi e decisamente privi di qual si voglia sicurezza. La mia speranza? Il suo saluto. Non mi è rimasto più nulla, nemmeno il saluto, nemmeno lo sguardo disgustato nel vedere il mio viso angosciato, simile a quello di un povero cucciolo pestato da dei ragazzini. Completa indifferenza.
Io, troppo timido e pauroso per salutarla. Ho dimenticato cosa sia la felicità, cosa sia l'amore(credo addirittura di non avere la minima idea cosa sia). Serate passate a pronunciare parole prive di senso per far rallegrare chi mi sta attorno, ma il vero problema è che ho bisogno di essere spronato e aiutato. La mia felicità si chiama allegria. Si, proprio così, "allegria" perché friabile come la terra arida. La serenità? Pura leggenda, riscontrabile solo in forma scritta sui dizionari. Potrei tranquillamente fregarmene, cercare altrove. Un'altra donna che possa dar senso alla mia esistenza. Non posso. Non ci riesco. Non voglio.

La mia salvezza adesso è la mia dannazione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora