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«Ero nella capitale per concludere alcuni affari per il branco, camminavo per il mercato e contrattavo con i venditori, quando ti scorsi con la coda dell’occhio e mi immobilizzai. Eri in piedi a pochi metri da me, mi davi le spalle, ma avrei riconosciuto i tuoi capelli ovunque. Per poco non mi scoppiò il cuore nel petto, pensavo che fossi morta, ero sicuro di averti persa dieci anni prima… invece eri viva ed eri lì, davanti a me. Ti seguii, stavi trattando l’acquisto di armi per i Guerrieri del Conclave, eri viva, ma eri passata dalla parte del nemico. Eri stata addestrata per stanare e uccidere quelli della mia razza, mi sentii morire. Così ti mandai il mio lupo, ogni famiglia di Ferania ne ha uno e lo cura come fosse un membro della famiglia. Avrai capito che tra di noi ci sono delle connessioni speciali. Lui avrebbe vegliato su di te e mi avrebbe dato modo di capire se eri ancora quella di un tempo o se ti eri trasformata in una macchina assassina e senza anima».

Non riesco a trattenermi e scoppio a ridere incredula.

«Quindi quel lupo che è comparso all’improvviso, un paio di anni fa e che mi ha tallonata da allora, altro non era che una spia mandata da te?».

Faol sorride.

«Uno sporco doppio giochista, sì, ma ti vuole bene».

Sorrido a mia volta.

«Gliene voglio anche io».

«Attraverso di lui ti ho osservata a lungo e ho capito che non ti avevo perduta e che il tempo trascorso separati ci aveva preparati a quello che saremmo diventati un giorno».

«E cosa dovremmo diventare un giorno?», chiedo con una sensazione di disagio che si fa sempre più forte.

«Gli Alpha di questo branco e insieme guidare ogni licantropo che vorrà unirsi a noi, alla lotta contro il Concistoro e il suo regno del terrore».

La spazzola mi cade di mano e con un tonfo sordo finisce sul pavimento, il respiro mi si è bloccato nei polmoni e ogni cosa che riesco a pensare porta in una sola direzione…

«Tu sei pazzo», sussurro inorridita.

«No, Alana, ascoltami, non è come pensi, le cose adesso sono diverse».

Mi alzo in piedi con una certa fatica e la spalla mi lancia una fitta dolorosa, sento il sangue che riprende a scorrere e che inzuppa le bende, scivolandomi sul braccio.

«Faol, i villaggi! La gente uccisa! I nostri genitori, i nostri fratelli, tutti morti! Come puoi dire una cosa del genere… io…».

Mi volto per prendere i vestiti che Talulla mi ha lasciato sul letto, ma Faol è più veloce.

Con delicatezza mi abbraccia da dietro, bloccandomi le braccia lungo i fianchi, imprigionandomi contro il suo petto.

Mi immobilizzo.

Insinua il viso tra i miei capelli, raggiunge il mio orecchio e incomincia a sussurrare il resto della sua storia, così, con le mie spalle nude contro il suo petto, pelle contro pelle, il suo calore, il suo respiro sul mio collo, le sue mani intrecciate sul mio ventre, le mie inermi ai lati del corpo.

«Ogni Alpha porta con se delle mutazioni che vengono impresse a chi sta sotto di lui. Io sono diverso, me ne sono accorto immediatamente. La luna non ha alcun potere su di me, posso mutare a mio piacimento e quando lo faccio non perdo contatto con la mia parte umana, ma rimango me stesso. Posso ragionare, Alana, posso decidere cosa fare e cosa non fare, sono padrone di me stesso. Con me la maledizione ha perso potenza, mi ha reso un essere forte, veloce e letale, ma non mi ha reso suo schiavo. Ora che sono il capo della Città dei Lupi, tutti quelli che mi hanno riconosciuto come superiore, possono avvantaggiarsi di questa capacità e vivere la loro vita normalmente, interagendo con gli esseri umani tutti i giorni e smettendo di assassinare brutalmente chiunque capiti sul loro cammino».

Ferania la città dei lupiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora