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(T/n) sobbalzò dalla paura al sentire quella voce profonda.

«I-Io...» cercò di dire ma le luci si accesero.

Si guardò intorno velocemente.
Non c'era nessuno.
Era forse diventata pazza?
Forse si era lasciata troppo suggestionare dal racconto del ragazzo, forse stava addirittura sognando.

«No, non è pazza. Posso esserle d'aiuto?» la voce riecheggiò nella stanza ma (t/n) non vedeva nessuno.

«Sono qui per vedere il mostro.» disse decisa.

«E perché mai una ragazzina come te dovrebbe volermi vedere? Non ti hanno raccontato la villaggio che cosa è successo?» disse la voce non mostrandosi.

«È proprio per questo che sono qui.» ribatté (t/n) stranamente convinta di ciò che stava facendo.

«E cosa vorresti da me?» rimarcò l'ultima parola la voce, che da calma era diventata quasi infastidita.

«Voglio vedere se sei davvero il mostro che ha causato tutto questo, se le leggende su di te sono vere e se...» la giovane fece una pausa prendendosi un braccio con la mano dell'altro e guardando in basso.

«E se...?»

«...e se io posso aiutarti.» disse infine, per poi pentirsi di tutto.

La voce si fece una grossa risata.
Poi davanti la ragazza un'ombra si fece sempre più vicina a lei, fino a quando non si fermò, e da quell'ombra uscì un qualcosa, o meglio, un qualcuno.

Era il mostro, proprio come le era stato descritto, ma stranamente a (t/n) non faceva paura.
Forse se lo aspettava più...mostruoso?
In quel momento era concentrata sul loro discorso.

«Tu non puoi aiutarmi, nessuno può.» si mise a camminare verso (t/n), che rimase immobile.

«Io sono intrappolato in questa forma, perché tutte le persone mi odiano. Tutti questi sentimenti negativi sono addosso a me, quindi io so solo provare quei sentimenti negativi.» continuò sempre più vicino.

Stavolta (t/n) indietreggiò, ma non per paura, il suo sguardo era rimasto fisso sulla figura.

«Dunque, perché provarci? Perché provare a salvare chi ha reso quel posto un inferno? Perché venire a cercare un mostro?» il suo tono era sempre meno calmo, e ormai aveva schiacciato (t/n) al muro.

Essa aveva il fiato corto, ma non smetteva di guardarlo negli occhi, anzi, nell'occhio.

«Per tanti motivi. Io non la penso come loro, io sono riuscita ad andare oltre l'odio, e a pensare a te. Perché hai fatto una cosa del genere? Perché ti sei rinchiuso qui? Perché non accetti il mio aiuto?»

«Perché è inutile! Io non posso provare alcun sentimento buono. Hai fatto un enorme errore a venire qui.» sentenziò senza guardarla più.

«È vero che se una persona ti fa provare un sentimento d'affetto...tu tornerai normale?» chiese (t/n).

«Ma sei sorda ragazzina? Ti ho detto che non posso.» sbottò il mostro.

«Ammettiamo che sia come dici tu. Se io riuscissi a farti provare un sentimento positivo prima che tutte le mele cadano, tu torneresti normale?» domandò ancora senza arrendersi.

Il mostro sbuffò e annuii.

«Allora, qual'è il tuo nome?»

«Night-Nightmare.» rispose quasi indeciso ma non si scompose, e la ragazza non ci fece caso.

«Bene, Nightmare, ti propongo un patto. Se entro lo scadere della maledizione che soccombe su di te, io riesco a cambiarti...tu dovrai fare qualunque cosa io dica.» sentenziò soddisfatta.

«Ma se io vinco...» disse Nightmare avvicinandosi al suo viso, mentre (t/n) tremava dall'emozione.

«Tu dovrai vivere qui per sempre.» ghignò. 

(T/n) esitò a rispondere, effettivamente, stava rischiando la sua vita, la sua giovinezza per un mostro.
Però era determinata a vincere, non poteva tirarsi indietro proprio ora, per il suo orgoglio stesso la cosa non era fattibile.

«Accetto.»

-Monster- [Nightmare x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora