Carino...

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Spazio autrice: 

Bella sorpresa eh? Sì, sono sorpresa anche io! Vorrei dedicare questo capitolo ad una mia amica, Gaia, perchè senza saperlo mi ha dato la forza di scrivere questo capitolo che vi giuro, non volevo scrivere più. Mi ha fatto ricordare che ho promesso di completare questa storia e in un modo o nell'altro lo farò. Mi scuso per la mia imperdonabile infinita assenza e vi prego di restarmi accanto anche nelle mie insicurezze perchè voi siete la mia forza e la forza di questa storia. Grazie Gaia, grazie lettori, per ogni commento, ogni stella, ogni aiuto!

Chiedo ad ognuno di voi di dirsi che è speciale e di immaginare che sia io a farlo, perchè se fossi accanto o di fronte a voi, ve lo direi, aggiungendo pure un abbraccio. Grazie per l'immenso sostegno.

E se ci siete, fatevi sentire. A presto, Noemi :*


9° Capitolo



- Ma che ti è successoquesta volta? - chiese Harry, sollevando Louis. Quest'ultimostrizzò un po' gli occhi, probabilmente dal dolore, prima dipoter appoggiare il piede ferito a terra e zoppicare verso l'auto dimio fratello.

- Storia lunga, Haz. Portiamolo a casa da noi - aiutai Louis a sedersisui sedili posteriori, poi presi posto anche io in macchina e accesi laradio per cercare di non intraprendere discorsi. La mia mente era datutt'altra parte. Liam e quel guaio in cui mi aveva cacciata nonriusciva proprio ad abbandonare i miei pensieri.

Harry spense la radio e mi fissò di sfuggita, facendo attenzionealla strada - Non possiamo evitare questo discorso per sempre. Abbiamodieci minuti di tempo, quindi raccontate! - sbuffai lievemente e migirai verso Louis, chiedendogli se fosse in grado di raccontare quelloche gli era successo, ma lo trovai con il capo chinato all'indietro,abbandonato sul poggiatesta e gli occhi chiusi. Tanto abbagliata dalfatto che zoppicava e fosse ferito al braccio, che non mi ero accortadi quanto pallido e stanco fosse il suo viso, come se non dormisse dagiorni.

- Che ne dici se ne parliamo quando arriviamo a casa? - chiesi a Haz,indicandogli con un cenno della mano il ragazzo dormiente. Sembravaimpossibile la rapiditità con la quale si era addormentato. Il sonnolo aveva rapito nel giro di qualche minuto o forse fingeva per non darespiegazioni.

Harry puntò gli occhi sullo specchietto retrovisore, poisospirò e annuì. - Non può farcela per sempre, diquesto passo - borbottò, stringendo la presa sul volante.Sorrisi, sperando che potesse cambiare idea e decidere di ospitareLouis, ma mi anticipò, come suo solito - Ma se non è luia cambiare le cose, non potremmo di certo essere noi a dare una svoltaalla sua vita -

- Perchè no? Potremmo ospitarlo da noi, lo sai -

- E tu sai che non possiamo, Emi. Inoltre è lui che vuole starein quella casa, per ora e non possiamo di certo trascinarlo con laforza nella nostra -

-Sei così testardo a volte -

- Ah, sono io quello testardo? - chiese, con un finto broncio stampatoin faccia. Ruotai gli occhi al cielo e mi voltai a fissare le palazzinee le case che si vedevano dal finestrino.

Restammo in silenzio per il resto del tragitto, poi Harry mi chiese diiniziare a svegliare Louis. Battibeccammo un po' perchè non volevosvegliarlo, ma mio fratello diceva che non poteva, ogni sacrosantavolta, prenderlo in braccio e portarlo a mò di sposa. Decisi dinon ribattere o quella discussione non sarebbe più finita,così mi sporsi all'indietro e appoggiai una mano sul ginocchiodi Louis, per scuoterlo. Il ragazzo si svegliò di soprassalto,sgranando gli occhi e respirando velocemente. Mi spaventai pure io,tanto che mi tirai indietro e lo fissai un po' sconvolta.

- Lou, sono io, tranquillo - chiarii notando lo sguardo perso del moro.Harry parcheggiò sul vialetto di fronte casa e si giròverso di noi, cercando di capire cosa fosse successo. Nel frattempoLouis si era ripreso, perchè aveva cominciato a respirarenormalmente e gli occhi non sembravano più impauriti. Si eraaddirittura scusato, ma non teneva colpe nell'aver paura di qualcosa oqualcuno che gli rendeva la vita costantemente una sfida. Erapiù che meritato avere una parte fragile, delle debolezze, cheperò avrebbe dovuto bilanciare con una parte forte, coraggiosa esempre pronta a difendersi da chi voleva annientarlo.

- Scendiamo così ci rilassiamo un po' sul divano. Possiamo pureguardare un film se ti va - gli suggerii, affiancandolo. Gli afferraiil braccio sano quando lo vidi barcollare e perdere un po'l'equilibrio, ma subito si riprese.

- Non so davvero come ringraziarti, Emi. Non dovrei essere nemmeno qui, adesso - mormorò Louis.

- Ehi non è affatto un problema. Insisto ad averti qui un po', visto che tu insisti sempre a tornare a casa -

Il ragazzo non aggiunse altro, quindi entrammo in casa e mi tolsi il cappotto invitando Louis a fare lo stesso.

- Lo tengo ancora un po', ho freddo - aveva semplicemente balbettato, stringendosi il busto con le braccia.

- Vado a prenderti una coperta se vuoi -

- No, ti prego. Non voglio scomodarti -

- Fai sul serio? Figurati Lou, per così poco. Meglio anzi,faccio le scale e mi tengo un po' attiva - ridacchiai sperando di poterfar ridere anche il ragazzo, ma mi dedicò solo un leggerosorriso. Harry mi anticipò, scendendo dal piano di sotto con unacoperta.

- Tieni, vado ad aumentare i riscaldamenti - afferrai al volo la coperta e la adagiai su Louis.

- Non voglio che mi racconti tutto quello che ti è successo, ma vabene che ti rilassi per un po'. Al resto ci pensiamo dopo - Louis avevaleggermente annuito a quelle parole, ma mi ero subito accorta di comesi fosse rilassato. Avevo messo su un film qualsiasi, senza farci poitanto caso. L'unica cosa che volevo era che il ragazzo al mio fianco sisentisse a proprio agio. Dopo mezz'ora di film, aveva già tolto ilcappotto e aveva lasciato che io mettessi la coperta sulle nostregambe. Harry non era sceso più dal piano superiore, forse perchè avevapreferito andare a letto piuttosto che stressare il mio amico didomande.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 18, 2017 ⏰

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