Capitolo due

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"Goodnight, Octavia, under this nocturne Colorado sky"

Il logoro quaderno era ancora per terra mentre Hermione e Draco si alzavano, cercando di capire dove si trovassero. Purtroppo era notte fonda e quindi, oltre a non vedere alcuna scritta, non c'era anima viva a cui potessero chiedere, e anche se ci fosse stato non avrebbero saputo in che lingua parlare; come avrebbero fatto se si fossero trovati, per esempio, in Africa?
Draco toccò ripetutamente la Passaporta sperando che si aprisse nuovamente.
«È chiusa, Malfoy. Chiusa! E noi siamo bloccati qui. Non possiamo tornare indietro. Spero sia qualche parte di Londra» Farfugliò Hermione, guardandosi attorno. Malfoy lasciò cadere il diario e, osservando l'insegna di un negozio proprio accanto a loro, notò sotto il nome una scritta che diceva:

SOLO IN WELTON STREET!

«Ehm, per caso Welton Street si trova a Londra?» Chiese Draco, grattandosi la nuca. Non sapere qualcosa era insopportabile, per lui. Soprattutto in quel momento, con la più grande "So-tutto-io" del mondo.
Quest'ultima quasi pianse sentendo quel nome. Lo aveva udito già qualche volta, a casa, nei discorsi odontoriatrici dei suoi genitori.
«Per niente. Si trova esattamente dall'altra parte del mondo. Siamo in America, Malfoy. Nel Colorado.»
La Grifondoro -che in quel momento si sentiva tutto tranne che questo- si coprì il volto con le mani, sedendosi sul ruvido asfalto. Malfoy si sentiva estremamente a disagio sia perché non sapeva, ancora una volta, cosa fosse il Colorado, sia perché era con Hermione Granger, in quel momento emotivamente instabile.
«E quindi come facciamo?» Chiese, respirando affannosamente. Sperava che l'ansia non prendesse il sopravvento. Non in quel momento.
«Come facciamo?» Ripeté Hermione, alzando lo sguardo. Rise ironicamente. «Non abbiamo soldi, non ci possiamo muovere in questa città, non abbiamo una casa. Siamo dei senzatetto. Vivremo sotto i ponti per il resto della nostra vita.»
«Ottimismo» Ironizzò Malfoy, alzando gli occhi al cielo. «La tua borsa dove ci sono le cose che abbiamo raccolto? Possiamo trovare qualche mezzo per andare via. Per stanotte rimaniamo qui. Ci pensiamo domani.»
«Wow, uno scaffale con gli ingredienti per un Distillato di Morte può servirmi moltissimo, vero? Magari mi suicido. Come puoi, poi, semplicemente pensarci domani?» Domandò indignata.
«Granger, per favore, puoi calmarti? Hai sconfitto il Signore Oscuro e ti lamenti perché non puoi tornare a casa?» Sbottò Malfoy, la testa che scoppiava sempre di più.
«Mi lamento soprattutto perché sono qui con te!» Sputò acida. «Non mi fido ancora, va bene? Voglio darti l'opportunità di cambiare, certo, ma non credo che tutti noi possiamo dimenticare cosa hai fatto, Malfoy.»
Si portò una mano nei capelli e poggiò la testa sulla vetrina di un negozio d'abbigliamento.
Malfoy rimase in silenzio perché non aveva nulla da dire. Tutto ciò che pensava l'aveva già detto Hermione e, a malincuore, ammise a se stesso che aveva ragione. Non poteva cancellare ciò che aveva fatto. Poteva migliorare? Forse, ma ci sarebbe sempre stato quel briciolo di oscurità che ormai faceva parte del suo intero corredo genetico. Gli apparteneva, e non poteva fare nulla. Era semplicemente una sua caratteristica, come i suoi capelli biondo platino, e come tale l'aveva ereditata da suo padre. Si sedette, mantendendo le distanze con Hermione. Aprì il quaderno ai suoi piedi e lo sfogliò, ma l'unica cosa che c'era al suo interno era un grande cuore con dentro la scritta "L+R" e sotto "Non posso smettere di amarti". Un lieve sorriso apparve sul volto del Serpeverde che aveva sempre odiato smancerie del genere, nonostante una notte, riflettendo, aveva capito che una relazione non sarebbe stata poi tanto male. Aveva scosso più volte la testa cercando di scacciare quel pensiero e da lì non aveva più pensato a qualcosa del genere. Chiuse gli occhi, la lieve brezza che gli sfiorava il volto. Poi sentì dei passi e di colpo si alzò.
«Dove stai andando?» Chiese ad Hermione, corrugando la fronte. La ragazza lo ignorò spudoratamente, continuando a camminare. Malfoy la seguì, sbuffando sonoramente.
«Per favore, Granger, non farmi venire. È pericoloso.»
«Non venire, allora. Non mi pare di avertelo chiesto.» Hermione scrollò le spalle, lo sguardo sempre puntato davanti a sé. Malfoy boccheggiò, cercando di trovare le parole.
«Non osare cercarmi, però, quando poi ti perderai» Sbottò, tornando indietro.
Hermione preferì ignorarlo. Non aveva una meta precisa, in realtà. Come avrebbe potuto? Sapeva a malapena la regione in cui si trovava, figuriamoci le strade! Si sentiva estremamente a disagio lì, in un luogo a lei ignoto e in compagnia di Draco Malfoy che, per quanto ne sapeva, avrebbe potuto ucciderla da un momento all'altro. Non era mai stato un animo gentile, Malfoy. Si fermò di colpo dopo essersi resa conto di una cosa. Il cuore iniziò a batterle forte, le gambe quasi non ressero il suo peso. Malfoy. Quale babbano aveva un cognome del genere? Quale babbano si chiamava Draco o Hermione? Si portò una mano in fronte. Avrebbero dovuto cambiare nome? Crearsi nuove identità? Non avevano documenti, non potevano praticamente vivere senza essi. Le venne in mente un libro babbano che aveva letto solo pochi mesi prima, un libro appartenente alla letteratura italiana, "Il fu Mattia Pascal". In quest'ultimo il protagonista era più o meno nella loro situazione, ma per sua scelta. Qui tutto era stato deciso dal fato, da una dannatissima Passaporta. Corse a rotta di collo verso il loro momentaneo rifugio.
«Draco!» Ansimò, quando vide il biondo. Poggiò le mani sulle gambe e respirò profondamente.
«Incontrato qualche molestatore e vuoi una mano? Rifiuto l'offerta, grazie.» Non alzò lo sguardo dal giornale che stava leggendo.
«Cosa? No! Dove hai trovato quel giornale?» Chiese, corrugando la fronte.

«A terra.» Draco scrollò le spalle. Hermione si coprì il volto con una mano.
«Oh, Godric, aiutami. Ti scongiuro.» Alzò gli occhi al cielo. Sospirò. «Comunque, dovevo dirti che non puoi più essere Draco Malfoy.»
«Cosa vuol dire, esattamente?» Draco socchiuse gli occhi, mettendo giù il giornale.
«Dobbiamo trovarci uno pseudonimo! "Draco" non è esattamente il nome che un babbano darebbe al proprio figlio. Nessuna famiglia babbana ha "Malfoy" come cognome» Spiegò Hermione, sedendosi accanto a lui.
«Ed è tanto male, come cosa? Direi di no. Purosangue fino alla fine» Sibilò, guardando la Nata Babbana.
Hermione scosse la testa. «Non ci arrivi, vero? Il sangue qui non c'entra nulla. Per favore, ascoltami. Non ti fidi di me, questo lo so. Neanche io mi fido. Ma, ti prego, stammi a sentire.»
Malfoy parve soppesare quelle parole, poi annuì. «Quindi come dovrei chiamarmi?»
Hermione spalancò gli occhi, sbigottita. Non si aspettava di ottenere l'assenso così in fretta. «Ehm, non ne ho idea» Ammise, ricomponendosi.
«Neanche io. Ho sempre vissuto con i maghi, perlopiù Purosangue, non conosco nomi babbani. Forse solo... Erma?» Corrugò la fronte.
Hermione rise. «Vuoi dire Emma. Potrebbe andare, ma non mi si addice. Devo scegliere un nuovo nome? Ne sceglierò uno che mi piace» Disse con sguardo fiero.
«

E io?»
«Beh, tu dovrai semplicemente dire di sì.» Hermione scrollò le spalle.
Malfoy scosse categoricamente la testa. «No. Me ne dirai un paio e io sceglierò.»
«Solo perché hai approvato la mia idea.»
Malfoy sorrise orgoglioso. «Allora dimmi, Granger, chi sarò in questa vita?» Il sorriso non scomparve dal suo volto. Hermione si mosse, palesemente a disagio. Si schiarì la voce.
«Che ne dici di Michael?» Propose. Era il nome babbano più banale di tutti, ma che ne poteva sapere Malfoy?
Tuttavia, quest'ultimo scosse la testa.
«È terribile.»
«Allora Finnick? Abbreviato sarebbe Finn. Non è male.» Tentò di convincerlo.
«Sembra il nome di una marca. Abbi più fantasia! Tra l'altro, mi serve anche un cognome.» Malfoy si appoggiò al muro, in attesa.
La mente di Hermione lavorava freneticamente e, dopo svariati minuti, aveva in mente due vite babbane.
«Piacere, Jasper Brynn, io sono Octavia Reyes. Come mai qui a Welton Street? Io sono una povera ragazza che è stata bruscamente cacciata via di casa dai genitori perc... beh, non sono disposta a dirti la causa.» Recitò Hermione, porgendo la mano a Malfoy, che la guardò stranita.
«Che problemi hai, Gra... voglio dire, Reyes?» Rizzò la schiena.
Hermione sorrise, contagiando Draco.
«Beh, Octavia, hai avuto dei genitori, almeno. Io, ahimè, sono un orfanello che cambia sempre famiglia, ma ora che, finalmente, ho diciassette anni, posso andare a zonzo per il... Coloriado?» Chiese, titubante.
«Colorado, Jasper. Colorado. Stai andando bene, comunque. Molto.» Hermione sorrise ancora una volta.
«Grazie mille.» Malfoy si inchinò. Poi uno sbadiglio fuoriscì dalla sua bocca. «Sarà meglio che vada a dormire. Buonanotte, Octavia, sotto questo cielo notturno del Colorado.»

AND HERE IT ISS
Ecco anche il secondo capitolo! Mi sono divertita molto a scriverlo per il fatto delle nuove identità :')
Malfoy si è già abituato e pare divertirsi anche.
COMUNQUE, il sottotitolo di questo capitolo è proprio l'ultima frase EEE credo che di solito sarà così.
BOH, vorrei farvi uno spoiler ma mi trattengo AHAHAHA.
Stranamente non ho nulla da dire se non che spero vivamente che per ora la storia vi stia piacendo, seppur molto distante dal mondo di HP. Prossimamente, comunque, vedremo un divertente Malfoy alle prese con il mondo babbano dehehehehhe.
E quindi nulla, io vi lascio.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Vi amo💙
-malfoysheeran

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