Capitolo 3

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Pochi minuti dopo mi calmo un po', sembra che la nausea cominci a svanire, è già  passata quasi un'ora  e da li a pochi minuti dovrei aver finito la seduta.
Chiedo a Caytlin di lasciarmi un po' sola, sono  sfinita e ho bisogno di calma.
Caytlin mi promette che tra 10 minuti sarebbe ripassata a vedere come va e se sarebbe stato il momento di togliere la flebo, io annuisco, la ringrazio e lei esce.
Solo adesso mi accorgo delle altre tende attorno a me che si aprono continuamente, una resta aperta, e io riesco a vedere. Una ragazza è  distesa in un lettino, e accanto a lei ci sono due persone adulte, sono  senz'altro i suoi genitori.
La ragazza sta davvero molto male, è molto pallida in viso, e nei suoi occhi si intravede la stanchezza e la paura. La madre le tiene una mano, le dice che sarebbe andato tutto bene, che lei è una leonessa, e che sarebbe uscita da questo ospedale vincitrice. E mentre pronuncia queste parole, le lacrime nel suo viso diventano sempre più numerose allo scorrere delle frasi. Il padre le accarezza la guancia, cercando di trattenere le lacrime, senza dire una parola. E mentre poggia una mano nella spalla della moglie, cercando di calmarla il più possibile.
Senza accorgermene, le lacrime mi cominciano a scendere in viso.
Penso a quella ragazza, ai suoi genitori, e non posso fare a meno di dispiacermi e  commuovermi. Ripenso a mio padre.. e le lacrime cominciano a moltipilicarsi riuscendo a coprire tutto il mio viso. Tante immagini mi passano per gli occhi:
la pistola puntata su mio padre, mia madre messa in ginocchio, una bambina, così piccola, così fragile. Immobile davanti la porta della sua stanzatta e terrorizzata per quello che stava per succedere.
Tutto ad un tratto l'uomo cominciò a contare alla rovescia:"3.."
mentre cominciò a contare, quella bambina si mise a correre, più veloce che potè, verso la porta di casa. Quando già l'uomo  ebbe smesso di pronunciare quelle parole, la bambina fu lì, tra i suoi 2 genitori, e sentì uno sparo forte. Suo padre cadde atterra, sparso di sangue e con un buco nel petto.
I miei pensieri sono scomparsi non appena Caitlyn scostò dinuovo la tenda. Sono diventata ancora una volta pallida, tremante, con la fronte sudata e calda, e con gli occhi pieni di terrore, sprofondati dalle lacrime.
Per tutto il tempo ho delirato il nome di mio padre, non ho fatto altro.
Caytlin, molto preoccupata, si siede accanto a me asciugandomi le lacrime con le sue dita calde e mi abbraccia. Mi sento un po' sollevata, ma quelle immagini non smettono di passarmi nella mente. Vedo ancora tutto passarmi negli occhi, ancora più confuso e sfocato, ancora più veloce.
Caytlin mi guarda sconcertata e mi dice che posso andare a sdraiarmi in camera. Mi toglie la flebo e mi aiuta ad alzarmi e a mettermi nella sedia rotelle, dopo di chè andiamo in camera e mi aiuta a distendermi nel letto, mi copre con la trapunta, mi da un bacio nella fronte ancora bollente, ed esce dalla stanza.

Combatto da una vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora