2- Un quadrato di libertà nel grigio

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Se lo è meritato,Bianca

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Se lo è meritato,Bianca. - Nico era chino su un gabinetto, il detersivo in una mano e la pezza nell'altra. Pensò che dopo quelli nello spogliatoio maschile, i bagni delle ragazze erano una passeggiata. I bagni dei due sessi erano uguali se non fosse per l'etichetta adesiva sulla porta, che raffigurava un omino stilizzato con la gonna. Entrambi, come i corridoi, erano grigi e tristi. Il ragazzo rimase perplesso nel vedere gli orinatoi anche lì, ma poi ricordò che un tempo la Westover Hall era un collegio maschile.

Sino agli anni settanta l'accademia era accessibile solo agli uomini - ricordò le parole della preside Gottschalk il primo giorno di scuola.

Va bene, ma guarda le conseguenze! - Bianca pronunciò la frase indicando disgustata il gabinetto. - Io ti avevo avvisato che si stavano approfittando di te!

Poteva andare peggio - Disse Nico.

Oh andiamo, stai pulendo un gabinetto! - Bianca alzò le mani - Cosa c'è di peggio?

Aveva ragione. La positività del ragazzo non convinceva neanche se stesso. Nico, con un'aria rassegnata, continuò a pulire. Non era più arrabbiato - almeno non come prima - ma si chiedeva perche gli era toccata la punizione, quando stava solamente difendendo la sorella. Lei l'unica sua famigliare rimasta, almeno da come gli è stato detto.

I vostri genitori hanno fatto un incidente. Erano in ospedale, non ce l'hanno fatta. Mi dispiace - Aveva detto la dottoressa - Con i loro fondi bancari vi porterò in un collegio militare. Sapete, il loro sogno era avere dei figli nella Marina.

Lo studio era piccolo e candido, ma da lì si poteva vedere il Campidoglio. Era arredato con quattro sedie, due delle quali occupate dai due fratelli, e una scrivania sulla quale, tra le tante cose, si notava una targhetta con scritto "Dottoressa Lory Tuface". Nico ricordò di sentirsi vuoto. Erano i suoi genitori, pensò, ma non provo nulla. Ma non poteva provare qualcosa, se non ricordava nulla di loro. E lo stesso valeva per Bianca.

Allora io vado. Oh guarda, c'è una macchia di... che schifo è? - Bianca sorrise dispettosa e pronunciò le ultime parole ridendo.

Nico le fece una smorfia amichevole e continuò a pulire mentre Bianca si avviò verso l'uscita. Di colpo si fermò per un momento e si girò verso il fratellino. - Non metterti più nei guai, Nico.

Sissignora.- Disse Nico ironico, facendole l'occhiolino.

E Nico, ehm... - Bianca esitò - Ti voglio bene.

Nico si bloccò per un momento. Raramente la sorella gli esternava i propri sentimenti.

Anch'io, Bianca. - Nico vide la sorella un tantino emozionata. Anche lei sta pensando ai nostri genitori, pensò Nico rattristito, ma finse comunque un sorriso. Bianca uscì dal bagno e Nico iniziò a pulire il terzo e ultimo gabinetto.

Appena finito si alzò in piedi e si stiracchiò. Aveva mal di schiena e mal di testa. Si lavò le mani e notò l'unica finestra nel bagno, un quadrato di libertà nel grigio. Era piccola e dava sul grigio e tempestoso oceano. Nico ricordò di averlo visto appena arrivato.

Ne era terrorizzato. Chissà quale mostro si cela lì sotto, pensò. La dottoressa Tuface, nonostante fosse gelida come il ghiaccio, cercò di consolarlo.

Non ti preoccupare - disse - andrà tutto bene.

Io ho paura - piagnucolò Nico.

Bianca sembrava addirittura più terrorizzata del fratello, ma lo consolò amorevolmente. Non poteva permettersi di essere spaventata, doveva badare a Nico. La dottoressa parcheggiò l'auto. Era una berlina nera come le tenebre. Quel giorno d'Ottobre nevicava tanto, per cui Nico non notò la sagoma sulla soglia della Westover Hall, almeno non prima di averci quasi sbattuto contro.

Sono la preside Gottschalk - disse con aria severa - E questa è la Westover Hall.

Una ragazza entrò nel bagno, risvegliando Nico dai suoi pensieri. A malapena lo notò. Era alta, robusta e con le spalle larghe. Portava i capelli corti e il suo viso non accennava femminilità. Nico presunse che fosse Juliana, la maschiaccia brasiliana del corso di nuoto di Bianca. Lei parlava spesso di come col suo fisico vinceva ogni gara.

Doveva essere molto forte, pensò Nico.

Cos'hai da guardare, menino? - disse con un tono rude - Va via!

E anche prepotente, aggiunse.

Distolse velocemente lo sguardo, prese gli attrezzi da pulizia e li portò nello sgabuzzino. Stava uscendo, quando osservò il calendario. Era lunedì. La dottoressa ha sicuramente ricaricato la carta prepagata. Questo significava solo una cosa - Pensò Nico con un sorrisetto felice. Si avviò verso la zona mensa, tra l'ala femminile e quella maschile. Si ritrovò nello stesso corridoio dove, poche ore prima, Stoll lo trascinò fuori dalla mensa. Scacciò via il pensiero soddisfatto. La punizione era finita e fino alle 22.00 era libero. Prese il corridoio a destra e lo percosse tutto, ignorando le porte sui lati che portavano nelle varie aule, laboratori e roba scolastica noiosa. La parete, come nella maggior parte dell'edificio, era fatta si mattoni di terracotta incastonati nel cemento. La scuola era un vecchio castello medievale, ricordò disgustato Nico al pensiero di cosa fosse accaduto tra quelle mura.

Un quarto dell' edificio non è accessibile agli studenti, tanto meno a chiunque non fosse autorizzato - La voce della Gottschalk rimbombava nell'atrio della scuola, incamminandosi nell'ala maschile mentre i fratelli e Tuface la seguivano. La preside li fece visitare una delle stanze del dormitorio e Nico pensò che non avrebbe chiuso occhio per almeno tre notti in quelle stanze. Si sbagliava. Ce ne vollero ben cinque.

In fondo al corridoio vi era una porta di legno chiaro con una targhetta alla sinistra con scritto "Spaccio". La stanza era abbastanza grande ed era ben organizzata come un supermercato. Nico si affrettò nella zona cancelleria e prese un paio di pacchetti di figurine. Si diresse al bancone e uscì la carta prepagata dalla tasca. Ormai era diventata un'abitudine, pensò Nico.

Prendi solo le carte Mitomagia? - Chiese l'uomo.

No, mi aggiunga un paio di caramelle, grazie - disse, poi indicò una scatola alla destra dell'uomo - quelle.

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++ANGOLO SCRITTORE++

SPERO TANTO CHE LA STORIA VI STIA PIACENDO! POSTERO' UN CAPITOLO OGNI DUE GIORNI.

SCUSATE SE I CAPITOLI NON SONO MOLTO LUNGHI MA, NON AVENDO MOLTO TEMPO, POSSO SFORNARE UN MASSIMO DI TRE- QUATTRO PAGINE ALLA VOLTA :(

SE LA STORIA TI STA PIACENDO, LASCIA UN VOTO E CONDIVIDILA CON ALTRI SEMIDEI, GRAZIE! XD

-RICCARDO

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