5 - Lei sa

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Il cocente sole estivo bruciava i poveri alunni della Westover Hall, mentre il loro sadico professore di educazione fisica incitava alla corsa.- In guerra il caldo deve essere l'ultimo dei vostri problemi, forza femminucce!
Quanto ci manca? - Nico era sudatissimo, i muscoli chiedevano venia - e (perché no?) anche un pò d'acqua - e non vedeva l'ora di fermarsi.
Un ultimo giro, poi la tortura finisce per oggi. - Thomas era a bordo campo ad incoraggiarlo, poiché non poteva correre - Come prima lezione non stai andando male.
Nonostante le gambe, Thomas si allenava spesso. In quel momento, per esempio poteva allenare i bicipiti, ma preferiva veder Nico correre, e questo lo faceva impazzire e incuriosire. Finito l'ultimo giro si asciugò con uno straccio così sporco e consumato da fargli rimpiangere il sudore. Prese coraggio e gli chiese . - Tom,  potevi comunque allenarti, perché hai deciso di guardarmi mentre correvo?
Con gli altri mi annoio. Tu mi stai simpatico. E poi voglio essere tuo amico - Thomas lo scrutava pensoso e con ingenuità...Nico sapeva che non c'era altro dietro, era la pura verità. Per Thomas lui era un amico, niente di più.

Sai questo cosa significa? - Nico ritornò al presente. La voce di Bianca  riecchegiava nel corridoio 4C e, nonostante si sforzasse nel bisbigliare, l'eco era udibile in tutto quel corridoio silenzioso. - Questo posto sta diventando pericoloso. Non possiamo continuare a parlare qui, entriamo in camera tua.
Nico non rispose. Era perfettamente lucido, ascoltava e faceva quello che la sorella gli stava dicendo, ma la sua mente pensava ad altro. Gli era ancor vivida l'immagine di quei due occhi verde acqua che tanto amava ormai spenti che fissavano il cielo, come proiettando verso di esso la propria anima. Ancora peggiore era il ricordo della sensazione di annegamento in quel fiume nero senza fondo e di quella scabra mano, o meglio dire ~zampa~, che gli impediva la risalita mentre quel fiume di ombre liquide gli divorava la mente.
Sebbene Nico non era mai stato al mare - o quanto meno non ne aveva memoria- sapeva, come un firmware preinstallato in un computer, che non poteva essere così nero. Così morto.
Ehy, mi stai ascoltando? - Ancora una volta Bianca richiamò suo fratello all'attenzione, facendolo quasi spaventare.
Ascoltami Nick - Invitò con un gesto della mano suo fratello a sedersi accanto a lei e continuò - so che non è facile da digerire tutto ciò che hai visto. Conoscevi Austin, ed eravate stati - forse- amici. Ma tu sei un ragazzino forte, vero?
Bianca... Austin era così... così innaturale. Quella posa con le gambe non era normale. - Nico prese una pausa, si alzò e si diresse verso la scrivania - Stava soffrendo prima di morire. Ma mentre lo guardavo, mi sentivo strano, come se mi avesse sussurrato proprio lui la causa del suo decesso.
Nico, forse è il troppo stress, riposati un attimo - Bianca non gli credeva, non capiva. E non avrebbe capito neanche la sua visione, o meglio, il suo ricordo.
Nico la ignorò, e lei proseguì - Che tu sappia aveva dei nemici? Certo, era uno stronzetto e anche un po' bullo, ma arrivare ad ucciderlo, non pensi sia troppo estremo? Cos'ha fatto per meritarsi quella morte?
Ignorandola, ancora assorto nei suoi pensieri, Nico aprì un  cassetto, mentre Bianca rimaneva immobile sul letto a fissarlo, e nel frattempo uscì dalla tasca la carta Mitomagia. - Il suo 'Zeus in combattimento' non c' è.
Bianca si alzò da quel polveroso e semplice materasso e abbracciò da dietro il suo fratellino. - Nick, Thomas potrebbe essere innocente. Magari la sua carta ci è finita per caso. Ma devi comunque avvisare la preside. E dovresti anche cambiare camera, non sei al sicuro qui.
Non se ne parla - Nico alzò improvvisamente tono di voce e si girò verso sua sorella, sorprendendola - Thomas è innocente. Ci parlerò io con lui. Lui non lo farebbe mai. "Non il mio Thomas, non lui" avrebbe voluto dire, ma non poteva.
Nick, sei accecato dalle emozioni. E dai ~sentimenti~. - Gli occhi dei fratelli di studiavano a vicenda.
Cosa vorresti dire? - Il tremore assalì Nico, smorzandogli la frase verso la fine. Lei sa, ha sempre saputo.
Nico, so che gli vuoi bene. Tanto bene. - Bianca gli prese le mani e lo osservava con un sorriso dolce, condito con una punta di malinconia e con gli occhi colmi di amore.
Tu cosa ne sai? - Quasi con rabbia, tolse le sue mani da quelle di Bianca.
Sono tua sorella. - Solo poche sillabe, che riassumevano in esse un concetto non spiegabile a parole.
Nico stava per parlare. Prese fiato. Era pronto a dirle tutte, a liberarsi. A rompere quel taboo, quel silenzio, quando qualcuno bussò violentemente alla porta. Bianca, che era più vicina, andò ad aprire.
Nico era diviso in due: da una parte ha amato quel qualcuno che li ha interrotti, dall'altra avrebbe preferito non aprire, dato che questo 'qualcuno' era l'unica persona che non avrebbe mai voluto vedere sull'uscio della propria camera alle tre di notte.
Quel pizzetto stomachevole era inimitabile. -Di Angelo - Disse il professor Stoll non nascondendo il suo ghigno felino- il vostro comportamento è stato deplorevole, la Gottschalk vuole parlarvi.

Verso l'ombraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora