Per il fatto che ho tentato il suicidio un mese fa, in questo momento sono in macchina con mia madre, direzione: centro psicologico.
Non so perché l'ho fatto, in quel momento volevo farla finita perché forse ho sopportato troppi calci nello stomaco.
Così tanti che in quel momento la mia testa aveva smesso di funzionare.
Ma per mia sfortuna, anche questa volta, qualcosa è andato storto, e anche questa volta, sono ancora vivo.
Non capisco perché sono ancora qui, perché la vita vuole ancora tenermi qui, quando in realtà, dentro di me, sono morto, completamente, dentro di me tutto mi sta mangiando lentamente, sto marcendo, ma perché sono ancora vivo?
Perché sono ancora qui, quando la fuori c'è gente che mi odia e mi disprezza a causa del mio orientamento sessuale? Non lo so.
L'unica cosa che so è che il mondo è pieno di mostri e non è facile scoprirli e nemmeno riconoscerli perché hanno mani bianche e voce docile. Ma se li guardi bene, dentro ai loro occhi non vedi niente.
E l'unica conclusione che ho ricevuto dopo questa disavventura è che in questo momento sono appena arrivato al centro psicologico ovvero un gruppo di sostegno dove mia madre mi ha iscritto e obbligato ad andare.
Lei pensa che forse mi avrebbe fatto piacere confidarmi con qualcuno su tutte queste cose.
Ma come esprimere quell'inafferrabile malessere che muta d'aspetto come le nuvole, che turbina come il vento? Mi mancano le parole, le occasioni e l'ardire.
