Oliver Blake, un giovane venticinquenne che vive nel Minnesota, aveva frequentato il college diplomandosi in Lingue.
Subito dopo aver terminato gli studi, trovò diversi impieghi in diverse aziende, tra cui anche in quella di suo padre, ma essendo un ragazzo molto curioso, spesse volte risultava d'intralcio per gli affari, visto che alcuni di essi erano loschi e quindi fu licenziato in tronco da ogni azienda.
Decise quindi di viaggiare verso il New Jersey; un luogo in cui lui era uno sconosciuto, con la speranza di trovare quello che un giorno, l'avrebbe reso indipendente dalla sua famiglia.10 aprile 1990 ore 09:30.
<<Tesoro, hai preso tutto ciò che ti serve per il viaggio?>>, disse la mamma di Oliver.
<<Mamma ormai non sono più un bambino, vedrai saprò cavarmela benissimo anche da solo!>>, ribattè Oliver.
<<Si, ma stai attento e vedi di non ficcarti in nessun guaio, con quella tua stupida curiosità che ti ritrovi!>>, esclamò sua madre con tono preoccupato.
<<Mamma, vado in un'altro luogo solo per trovare un impiego, non parto per una guerra, anche perchè l'ultima è finita da un pezzo e ne siamo usciti vincitori.>>, disse Oliver ed accennò un sorriso ed un pizzico di orgoglio patriottico <<Adesso però meglio che mi affretti, altrimenti perderò autobus e addido indipendenza.>>, disse per poi recarsi verso l'autobus che lo avrebbe portato a destinazione.
<<Hai visto caro? Nostro figlio ci sta lasciando, è diventato un uomo ormai.>>, disse al marito con la voce strozzata dalle lacrime.
<<Cara, nostro figlio era già un uomo da molto tempo, solo che per un genitore è sempre difficile ammetterlo, ed è altrettanto difficile separarsi dal proprio figlio.>>, disse il marito per poi darle un abbraccio di conforto.Dalla porta di casa Blake, esce correndo, una strana sagoma misteriosa, dirigendosi in fretta e furia verso Oliver;
<<Oliver!>>, urlò a squarciagola per farsi sentire <<Non vorrai mica partire senza aver dato un abbraccio alla tua sorellina?>>. Era Dana, la sorella di Oliver, aveva solo un anno di differenza da lui, alta 1.68 metri, capelli scuri, carnagione chiara e un corpo esile.
<<Certo che no>>, disse Oliver <<Vieni qui Dana.>>, e l'abbracciò forte a se.
A differenza di altri, Oliver era molto legato a sua sorella, ed in cuor suo, sapeva che lei era l'unica della famiglia che lasciava con tristezza.
<<Promettimi che quando ti sarai sistemato potrò venire da te, Fratellone.>>, disse Dana per poi staccarsi dal fratello.
<<Non ti prometto nulla, ma vedrò di fare il possibile per ospitarti.>>, disse Oliver regalandole un ultimo sorriso per poi salire sull'autobus che lo avrebbe portato in New Jersey.<<Finalmente New Jersey!>>, esclamò Oliver appena scese dall'autobus
<<Mi è venuta fame, sarà meglio incamminarsi alla ricerca di una tavola calda, e magari chiedere anche alcune informazioni per quanto riguarda il lavoro ed una sistemazione.>>, disse poi tra se e se mettendosi in moto.
Non aveva nessuna certezza di dove si trovasse, ogni strada era la stessa per lui, aveva vissuto venticinque anni in Minnesota, ed era la prima volta che si trovava in una città diversa da quella natale.
Dopo molta strada, giurò che stesse camminando da ore, si imbattè finalmente in una tavola calda, e senza sapere ne prezzi, ne qualità ne provenienza, si recò al suo interno; sedutosi ad un tavolo vicino la finestra, afferrò il menù poggiato su di esso e lesse ciò che quella tavola calda avesse da offrire.
Si soffermò su un piatto in particolare, uno di quelli che mangiava spesso anche li in Minnesota: "Sandwich con Hamburger e Bacon".
<<Anche qui in New Jersey hanno queste cose?>>, pensò Oliver sorridendo, e con un cenno chiamò la cameriera.
<<È pronto per ordinare?>>, disse la ragazza facendogli un sorriso che andava da orecchio ad orecchio.
<<Cazzo>>, pensò Oliver <<Non ho mai visto tanta bellezza in vita mia>>, per poi aggiungere <<E che occhi! Forse i più belli in assoluto.>>
<<Si, ehm... mi scusi, mi ero un attimo distratto>>, disse per poi arrossire incrociando lo sguardo della ragazza
<<Allora, vediamo... mi porti un Sanwich con Hamburger e Bacon ed una coca, grazie.>>, per poi consegnare il menù alla ragazza ed osservarla mentre si recava nella cucina per consegnare la comanda.Dopo aver mangiato, Oliver rimase alla tavola calda fino alla chiusura, non aveva ancora un posto in cui stare, e meditava su dove passare la notte, quando una voce gli interruppe i suoi pensieri.
<<Hey, cosa fa ancora qui? Siamo in chiusura, a meno che non vuole darmi una mano a rimettere tutto in sesto.>>, disse la voce per poi scoppiare a ridere.
Alzato lo sguardo, capì chi fosse a parlare; La ragazza che l'aveva servito al tavolo.
<<Ma certo>>, disse Oliver <<Però solo a patto che alla fine ci dividiamo le mance.>>, ricambiando la grossa risata.
<<Piacere, io sono Kate>>, disse la ragazza <<Sei nuovo da queste parti? Non ti ho mai visto prima d'oggi.>>
<<Piacere, io mi chiamo Oliver, mi sono appena trasferito, e sono in cerca di un impiego e di un posto dove poter dormire, tu per caso hai qualche informazione da darmi?>>, rispose Oliver con tono pacato e compiaciuto.
<<Per quanto riguarda il lavoro...>>, iniziò a spiegare Kate <<Posso dirti che a breve si aprira un Hotel, nelle vicinanze, puoi provare li, mentre per quanto riguarda dove dormire, non saprei, mi sono trasferita da poco anch'io e non ho ancora un posto in cui dormire.>>, disse per poi arrossire imbarazzata dalla situazione.
<<Beh, se vuoi, possiamo dividere la stessa stanza d'Hotel.>>, disse Oliver con tono malizioso.
<<No grazie, o almeno non per adesso.>> disse Kate sorridente per poi ammiccare.
<<Va bene dai, ti lascio chiudere, a domani Kate.>>, recandosi verso l'uscita, per poi mettersi in cerca di un hotel momentaneo dove riposarsi dopo il lungo viaggio.
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Stanza 365
HorrorNew Jersey 1990, Oliver Blake si trasferisce dal Minnesota per trovare un impiego ed essere finalmente indipendente. Dopo aver preso impiego presso l'Hotel Sant'Ana, si imbatte in numerose e misteriose morti, tutte in un'unica stanza di quell'Hotel...