CAPITOLO 4

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Pronto?"

"Salve, dottoressa Quinzel."

"Chi parla?"

"Ma come chi parla?Non mi riconosci? Sono Joker, bambolina"

"Come fai ad avere il mio numero" chiesi sorpresa e terrorizzata allo stesso tempo

"Mistero"

"Mi dici che vuoi? "

"Volevo sentire la tua voce, bambolina"

"Lo sai che domani dirò tutto a Henry, vero?"

All'improvviso si mise a ridere.

"E lo sai che non ho paura di nessuno, vero?"

"Ti saluto Jack"

"Non mi ch-"

Non gli diedi il tempo di finire che gli chiusi il telefono in faccia.

Ripeto: non ho paura di lui.

Mi svegliai con ancora il pensiero di ciò che era accaduto ieri.

Perché mi ha chiamato? Come ha fatto ad avere il mio numero?

Dopo aver bevuto una tisana, mi lavai e indossai un completo formale nero, con dei tacchi neri. Lasciai i capelli lisci su tutta la schiena, indossai i miei soliti occhiali e uscii di casa, dirigendomi verso l'Arkham Asylum.

Spero di poter fare visita di nuovo a Joker. Devo farli un sacco di domande, ma prima devo parlare con Henry.

"Sono la Dottoressa Quinzel" dissi dopo aver suonato il campanello

"Certo apro subito il cancello"

Entrai dentro quella specie di carcere e mi affrettai a raggiungere Henry che stava parlando con Jason, vicino alla macchinetta.

"Buongiorno"dissi ricevendo l'attenzione di entrambi

"Buongiorno Harleen" disse Jason toccandomi una spalla

Mi scansai immediatamente. Tutta questa confidenza chi gliel'ha data?

"Henry ho bisogno di parlare con te"

"Dimmi pure dottoressa"

"Vedi...ieri sera mi ha chiamato Joker"

Jason iniziò a ridere

"Ma sei seria?" Rise ancora di più

Lo guardai malissimo

"Penso che tu abbia avuto un incubo, Harleen" disse Henry

Non mi credevano?

"Non mi credete? Bene." Dissi furiosa
"Chi sarà il mio paziente?" Chiesi cambiando argomento

"Per il momento solo Joker"

Bene.

Presi dalla scrivania la sua cartella e il registratore e mi diressi nella sua cella, senza degnare nemmeno di uno sguardo quei due imbecilli.

Non mi credono? Bene. Andassero a quel paese.

Entrai in quella fottuta cella e mi sedetti alla sedia. Joker era davanti alla finestra. Non mi degnava nemmeno di uno sguardo.

"Jack si sieda per favore." Dissi seria

"Le ho detto di non chiamarmi Jack"

"È così che si chiama"

"No!" Urlò e si avvicinò pericolosamente a me.

Non mi muovetti di un passo, girai la testa guardandolo negli occhi.

"Mh...che Buon profumo che ha Harley." disse calmo assaporando il mio odore.

"Harley? Io sono la Dottoressa Quinzel per lei, Jack."

"Nono, visto che lei si ostina a chiamarmi Jack, io la chiamerò Harley." Disse facendo un sorriso beffardo

"Se questo lo fa essere felice,ok. Si sieda adesso."

Lui sospirò e si sedette difronte a me.

"Allora cosa voleva ieri sera da me? "

"Niente. Volevo solo sentire la sua bellissima voce" fece un sorrisetto
"Sa...lei oltre ad essere bellissima, ha anche un bel corpo e un buon profumo."

Ma che? È pazzo questo.

"La ringrazio."

Cosa? Perché l"ho ringraziato? Stupida!.

"Sa quale è il mio motto Harley? "

"Quale è? "

" Il mio motto è: Se proprio devo avere un passato, preferisco avere più opzioni possibili!. Vuole sapere uno dei miei passati?" Chiese guardandomi negli occhi

"Si." Risposi decisa, ricambiando lo sguardo

" Allora, un tipo va all'ospedale a trovare la moglie, Che ha appena avuto un bambino. Incontra il medico e gli dice: 'Dottore, ero così preoccupato! Come stanno?' E il medico : 'Stanno benone. Sua moglie ha partorito un bel bambino, e stanno tutti e due bene.' 'Lei è un uomo fortunato.' Così il tipo entra nella maternità con i suoi fiori. E non trova nessuno. Nel letto di sua moglie non c'è nessuno. 'Dottore?' dice. Poi si volta, e vede il medico e tutte le infermiere che ridono come pazzi. Pesce d"aprile! Sua moglie è morta, e il bambino è spastico!E indovina chi era quel tipo? Io!" rise

Io invece ero senza parole...quindi aveva una famiglia prima...

Lui rideva sempre, anche quando la cosa era triste.

"Cosa c'è dottoressa? Il gatto le ha mangiato la lingua? "

"A-abbiamo terminato. Grazie per essersi aperto a me Jack"

Mi alzai dalla sedia e uscii velocemente da quella cella.

Ero convinta che lui non avesse mai avuto un cuore, che fosse nato così com' è.

Raggiunsi la macchinetta e presi un caffè.

"Harleen...Mi dispiace per come mi sono comportato prima" mi girai verso la voce, era Henry

"Fa niente, tutto passato" risposi facendo un sorriso finto

Col cavolo.

Il tempo passò in fretta.

Ritornai a casa ancora col pensiero di ciò che mi ha detto Joker.

Stanno benone, sua moglie è morta e il bambino è spastico...

Quanto avrà sofferto per essere diventato l'uomo che è adesso?

Cosa ha passato?

SPAZIO AUTRICE

HO AGGIORNATO DOPO NON SO QUANTO TEMPO ORMAI.

NON SONO MORTA PER FORTUNA. BUON ANNO NUOVO ANCHE SE IN RITARDO.

SPERO VI PIACCIA QUESTO CAPITOLO È ABBASTANZA LUNGO.

ciauuuuu

CRAZY LOVE|Harley&Joker Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora