un incontro inaspettato

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(t.n.)= tuo nome
(n.p.)=nome programma
(c.p.) = colore preferito

Era una domenica mattina, ti alzasti dal letto ancora assonnata e ti dirigesti in cucina per preparare la colazione.
Finito di mangiare andasti verso il divano e accendesti la TV sul tuo programma preferito, (n.p), ma dopo poco tempo ti annoiasti così spegnesti la televisione e ti preparasti per uscire.
Ci mettesti un po prima di scegliere una maglietta ma alla fine optasti per una camicia (c.p.) e un paio di jeans.
Uscisti di casa assicurandosi di aver chiuso tutto e non aver dimenticato niente
"Che noia" borbottasti mentre ti incamminavi verso il centro città
"Da quando la mamma e il papà non ci sono è tutto così noioso";
I tuoi genitori erano morti due anni prima in un incidente e tu saresti dovuta andare ad abitare a casa di tua zia ma non riuscivi a sopportarla così decidesti di rimanere a vivere da sola.
Mentre camminavi notasti che due persone stavano litigando, ma tu non gli diedi molta importanza fino a quando uno dei due non prese un cartello stradale
"Ok questo è strano! " pensasti mentre continuavi ad osservarli da lontano.
Dopo un po sentisti delle urla ma non riuscivi a capire cosa fosse successo siccome una gran folla non ti permetteva di vedere bene. Iniziasti a farti strada tra le persone fino a quando non ti ritrovasti proprio tra i due litiganti: uno era alto con i capelli biondi e una divisa da cameriere mentre l' altro era poco più basso del primo con i capelli corvini e una felpa nera con il cappuccio pieno di pelo.
I due si fermarono a guardarti per qualche secondo, poi il ragazzo con la felpa si diresse verso di te, ti afferrò per il polso e ti fece alzare per poi bloccarti e metterti un coltellino a pochi millimetri dalla gola
"Come ti chiami?" Chiese lui, rimanesti in silenzio ma sentisti la lama del coltello avvicinarsi a te
"m-mi chiamo (t.n)" rispondesti chiudendo gli occhi
"bene (t.n), da ora sei il mio ostaggio" esclamò con un ghigno in volto
"Izaya sei un codardo! " ribattè l'altro
"se tu lasci quel cartello la libe-"
Non riuscì a finire la frase che l'uomo gli lanciò l' oggetto adosso e lui dovette lasciarti per schivarlo, così tu colsi l'occasione per scappare ma il ragazzo ti riafferrò subito dopo
" non puoi andartene così (t.n) Chan" ti sussurrò all'orecchio, ti vennero i brividi e cercasti di liberarti ma lui ti teneva saldamente
"Non ti farò male ma devi fare ciò che ti dico" ti sussurrò leggermente arrabbiato.
Continuasti ad agitarti per qualche secondo per poi fermarti stanca
"Finalmente" disse il ragazzo
" ora preparati a correre" sussurrò mentre ti allontanava dal suo corpo tenendoti per il polso poi si avvicinò al rivale gli tagliò la maglietta e cominciò a correre trascinandoti dietro di lui, ma per te era difficile tenere il suo passo.
Correste per un po fino a quando entraste in un vicoletto.
Il ragazzo rimase un attimo all'entrata del vicolo guardando se l'uomo li stesse inseguendo
"Bene" disse mentre si girava verso di te
" qui siamo al sicuro" esclamò sedendosi accanto a te
" sei una ragazza coraggiosa sai?" disse accarezzandoti la testa dolcemente
" ah giusto, io sono Izaya Orihara.....scusa non volevo farti paura" disse stopicciandoti i capelli
"Non parli molto (t.n.) Chan" disse ridacchiando
" scusa ma non riesco a parlare con le persone che mi mettono un coltellino alla gola e mi rapiscono" dicesti innervosita
" non ti posso dare torto" rispose tranquillamente.
Rimaneste in silenzio per due minuti buoni poi notasti che Izaya aveva una macchia di sangue che si stava espandendo lentamente sulla maglia
" Izaya vai a sangue! " urlasti indicando il suo petto
"Niente di che, è un graffietto" rispose guardando la maglia sporca
" andiamo " dicesti mentre ti alzavi
" dove? " chiese guardandoti
" a casa mia, ti medico" rispondesti aiutandolo ad alzarsi
" non hai paura di me?" Chiese con un ghigno
" certo, ma non voglio rimanere a vederti sanguinare senza fare nulla" rispondesti incamminandoti.
Camminaste per un po fino ad arrivare a casa tua, facesti sedere Izaya su una sedia e prendesti il disinfettante, il cotone e le bende.
"Perché mi vuoi aiutare?" Chiese mentre accarezzava il tuo gattino
" perché siamo amici" rispondesti preparando un pezzetto di cotone
" amici....?" disse lui mettendo per terra il gatto
"Ti stavo per uccidere" esclamò girando la testa verso di te
" sono ancora viva e poi per me sei mio amico" rispondesti sicura di te
"....grazie...." sussurrò sorridendo

izaya x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora