capitolo 1

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(nella foto è raffigurata Camille)
4:25 AM

*flashback*

un urlo, un urlo così forte che mi fece svegliare. Successivamente uno sparo che mi fece tremare e infine il silenzio più totale.

"mamma! mammaa!" gridai in preda al panico con le lacrime che mi rigavano la faccia, che non volevano smettere di scendere.
Sapete, non è facile, non è per niente facile per una bambina di sette anni vedere la propria mamma, sdraiata per terra, in una pozza di sangue e con un proiettile nella testa.

ciò che accadde dopo era tutto più confuso:
sirene
urla
ambulanza
urla
polizia
urla

*fine flashback*

Per l'ennesima volta, mi svegliai nel bel mezzo della notte tutta sudata.
Per l'ennesima volta quell'incubo era nella mia testa e non voleva andare via.
Per l'ennesima volta quel grido.

Quel grido che ormai mi perseguita tutte le notti da nove anni.

Mi presento, sono Camille, ho 16 anni e frequento il liceo artistico.
Non c'è molto da dire sulla mia vita a parte il fatto che ho perso mia madre da piccola e mio padre.. beh lui non l'ho mai conosciuto, lasciò sola mia madre quando la mise incinta. Entrambi minorenni, entrambi terrorizzati ma lui, da gran codardo che era, scappò e lasciò sola una ragazza di diciassette anni con in grembo una bambina, io.

I primi sette anni di vita furono duri ma mai quanto quelli successivi alla morte di mia madre.
Quelli furono i peggiori : subito dopo la sua morte fui portata in ospedale ma ormai non c'era niente da fare. Poi venni portata alla centrale di polizia, erano le 5 del mattino e non capivo più niente, mi riempivano di domande ma non aprii bocca, non ce la facevo a parlare, se avessi parlato sarei scoppiata e non volevo.

Fin da piccola ho sempre avuto un carattere forte, carattere preso da mia madre ma io non avrei fatto come lei.

io non volevo crollare.
io non potevo crollare.
dovevo resistere.

Io non mi sarei suicidata.

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