Finale

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Il momento che Sofia Rossi aveva tanto atteso per quell'anno -ma anche tutti quelli precedenti- era arrivato. Era finalmente il suo compleanno, avrebbe compiuto finalmente 10 anni. Ma Sofia non sembrava affatto felice quel giorno, non sembrava felice quando la mamma le aveva cantato la canzoncina degli auguri, non sembrava felice quando a scuola aveva ricevuto tanti regali da parte dei compagni e niente compiti da parte della maestra.

O almeno, non lo sembrava in parte.

Tutti lo sapevano comunque, Sofia non sarebbe stata felice fino a quando non avrebbe rivisto suo padre Massimo sano e salvo di fronte la porta della casa che i suoi genitori avevano comprato e arredato con tanti sacrifici.

***

Ginevra parcheggiò l'auto rossa di fronte l'entrata di casa, Sofia scese subito correndo e piangendo, andò in camera sua e chiuse la porta alle sue spalle in modo maleducato.

Qualche minuto dopo, Ginevra fece irruzione nella stanza e si sedette accanto a lei.
—Amore, so come ti senti, ma devi anche pensare che papà, ovunque lui sia, sta pensando a te e non vede l'ora di abbracciarti. Pensala in questo modo, okay? Me lo prometti?
—Va b-bene..

***

Ora di cena.
Una serata come tutte le altre da due mesi e mezzo: Sofia mangiava poco e senza appetito, lo stesso faceva la madre Ginevra. Appena finito di cenare, entrambe sparecchiavano e poi andavano a dormire.

—Sofi, amore, oggi sparecchio io, tu vai a vedere un pò di TV nel salone.
—Ok mamma.

Sofia accese la luce del salone e iniziò a guardare i suoi cartoni preferiti, quando, ad un certo punto, qualcuno suonò al campanello.

—Sofia, apri!
Urlò Ginevra.
—Chi è?

Nessuna risposta.

—C-chi è?

Non ricevendo altre risposte, aprì il portone di casa e, con suo stupore, trovò di fronte a sé una scatola incartata come se fosse un regalo.

Non avendo nulla da fare, decise di aprirlo.

Iniziò a scartare l'incarto color viola -il suo colore preferito-, poi scartò dei pezzi di giornale e infine aprì la scatola.

Quando guardò il contenuto, si mise a piangere.

—MAMMA!
—Cosa c'è tes-oh mio Dio!

Tutte e due piangevano dalla felicità e portavano le mani alla bocca, come segno di stupore.

Massimo Rossi in persona, con il suo uniforme da soldato, uscì dalla scatola e abbracciò moglie e figlia.

—Auguri amore, mi siete mancate.

Quello sì che era un compleanno perfetto. Sofia non avrebbe potuto ricevere regalo migliore.

F I N E

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