Capitolo II

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Dietro quegli alberi, vicino a un cespuglio, vide un cucciolo di pastore tedesco, dal colore rossiccio, che mugulava.

Lucrezia: "Ciao piccolo, cosa ci fai qui tutto solo? - lo raccolse da terra e se lo portò tra le sue braccia in modo amorevole - Hai fame? Se mi aspetti vado a prendere una ciotola di latte dalle cucine...mi raccomando non muoverti."

La giovane Borgia allora ritorno verso la residenza, e sgattaiolo dai giardini fino alle cucine che fortunatamente erano al pian terreno, si fermò quando sentii la voce della cugina che era alquanto alterata.

Adriana: "Vincenzo hai visto la bambina? La sto cercando da mezz'ora, non è possibile che si sia persa, Rodrigo vorrà la mia testa su un vassoio se le succede qualcosa, questa ragazzina mi farà impazzire!"

E si allontanò sbraitando contro la servitù al fine di cercarla. Allora Lucrezia si avvicinò prudentemente al servo e gli disse a bassa voce.

Lucrezia: "Per favore mi può dare una ciotola di latte Vincenzo? Mi serve per un cagnolino che ho trovato nei giardini, vi prego non dite nulla a mia cugina altrimenti dirà a mio zio che l'ho indisposta" e il servo rispose -"Va bene signorina, ma mi raccomando faccia in fretta, la signora Adriana è alquanto irritata e se venisse a saperlo mi farebbe licenziare in tronco, comunque insieme al latte vi do anche un dolcetto, so dell'episodio dello schiaffo, detto tra noi, madama Giulia può sembrare dura ma in fondo non è una cattiva persona." -"Grazie Vincenzo, lo so ma mi manca mia madre, e casa mia" - disse mentre le scorreva una lacrima dai suoi occhi cerulei. -"Sì fidi, col tempo le piacerà stare qui, e se mi permette ha una persona amica qui d'ora in poi, e anche qualche dolcetto in più"- disse ammicando e facendo sorridere la ragazza, che si mise a ridere-"Grazie...Enzo, vado dal cagnolino, ci vediamo dopo" lasciandoli un bacio affettuoso sulla guancia.

Si diresse verso i cespugli facendo sempre attenzione di non farsi scoprire da nessuno, pose la ciotola per terra e il cucciolo comincio a leccare da essa, si era piegata per vederlo meglio mentre mangiava, e sorrideva nel guardare quel batuffolo di gioia.

Lucrezia:" Credo ti chiamerò Goffredo, come il mio fratellino, mi ricordi a lui quando mangiava velocemente e con gusto i manicaretti di nostra madre."

Mentre accarezzava il cucciolo, si sentì una mano sulla spalla, ad un tratto si irrigidi e divenne pallida pensando di essere stata trovata dalla cugina, si girò e vide invece la giovane Farnese che le sorrise."

Lucrezia: "Sei venuta a tirarmi un altro schiaffo? O vorrai andare subito a dire tutto ad Adriana..."

Giulia: "Lucrezia non sono tua nemica, ricordati che chi tiene a te non ti dà sempre ciò che desideri ma ti fa fare cose sgradevoli per imparare a saper affrontare ogni ostacolo che la vita ti propone, da quando è morto mio padre ho dovuto cominciare a crescere e a ricevere insegnamenti anche dalle cose brutte, e soprattutto a fare dei sacrifici, noi donne siamo obbligate a sposarci a seconda del miglior offerente, come se fossimo capi di bestiame, quindi devi saper trarre beneficio dalle situazioni che magari ti sembrano avverse e io posso insegnartelo. Ovviamente non diremo nulla del tuo amichetto peloso ad Adriana comincerà con una delle sue paranoie sul fatto che non sia salubre avere un animale in casa, dirò a uno dei servi di portarlo in uno stanzino e di accudirlo, va bene?"

Lucrezia: "Va bene Giulia," disse sorridendo e la abbracciò e subito dopo le due giovani ritornarono alla residenza, dove videro ad un tratto Adriana che scendeva dalle scale innervosita.

Adriana: " Lucrezia! Dov'eri finita???"

Giulia: "Tranquilla Adriana, stavamo chiacchierando un po nel giardino, e ora Lucrezia è pronta per cucire, vero Lucrezia?"

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