Parte 1. Momentanea sospensione di conformità

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Marco è nato il 13 aprile del 1989. Gli bastano quattro mesi di praticantato nello studio di papà per capire che quei 4 anni fuori corso non erano un caso, ma una ponderata scelta etica.

Così, a 27 anni, da buon esponente del club dei bamboccioni, decide di mollare tutto, investire le rendite del suo conto in banca, subaffittare la seconda stanza del suo appartamento di proprietà in via Melzo e cambiare strada. Tutto per dedicarsi alla sua vera passione: il giornalismo.

In realtà l'illuminazione nacque all'improvviso una notte di ottobre, mentre sedeva ai piedi della statua di San Lorenzo, tra una bottiglia di Tennent's tra le mani e la lingua della studentessa Agnes in bocca.

Non che Agnes fosse particolarmente romantica, o impegnata, ma quell'ultima mezzora passata a parlare della libertà di stampa nell'epoca della società liquida gli sembrò davvero illluminante.

La teoria di Agnes era semplice e nemmeno particolarmente originale: l'algoritmo di ogni aggregatore di notizie si basa un ranking preciso che è quello del "ti faccio vedere solo ciò che so ti interessa". La conseguenza è evidente: non potrai mai leggere il parere di ti non la pensa come te, a meno che non sia confutato da un numero di commenti tali da farti pensare che chi la pensa diversamente da te si sbagli.

Alla faccia di Habermas e di tutta la scuola di Francoforte, il pensiero di Agnes teorizzava la morte definitiva della libertà di pensiero e la necessità per il giornalismo contemporaneo di abbracciare una causa ancora più alta di tutte quelle mai teorizzate prima: smascherare la truffa della pseudo libertà di parola garantita dai social network e dalla società del co (co-sharing, co-working, co-thinking) e tornare al caro vecchio modello del lettore che non può parlare, con una modifica però interessante: unica condizione è che tutto quello che il lettore dica sia supportato da un fonte chiara e attendibile, condizione pressoché impossibile da realizzarsi.

Agnes quella sera parlò anche del complottismo delle poltrone di Joe Colombo e delle colombe Bauli che avrebbero nascosto cimici in grado di captare ogni nostro recondito pensiero, ma Carlo a quel punto era troppo ubriaco per capirlo. Preferì la lingua di Agnes, che sembrava più certa e attendibile.

L'indomani, quando ritrovò Agnes nel suo letto, faticò a ricordarsi il proseguo della serata, ma pensò che la parte sul giornalismo lo aveva toccato più di quanto non avessero fatto le mani di Agnes, almeno nei suoi ricordi, così decise di liquidarla con un "ti aggiungo su Facebook" per poi capire che ormai era troppo tardi e su Facebook l'aveva già aggiunta.

Con suo grande stupore scoprì però che Agnes lavorava per un giornale online indipendente fondato da due studenti milanesi e chiamato Wordpress che, con spiccato senso nostalgico, si basava proprio sulla teoria di Agnes e quindi era perfetto per il suo obiettivo: mollare papà e quella noiosa carriera da Marchese del Foro per dedicarsi alla nuova ed emozionante causa della libertà di stampa.

Il colloquio durò pochissimo: giusto un paio di domande motivazionali ("Ti aspetti di essere pagato con del danaro?" e "Speri che questa esperienza ti apra la strada per la stampa tradizionale") e una doppietta di "No" permise a Carlo di avere il posto.

La prima domanda gli fu fatta da Piergiulio Roberto Pizzoni, studente della Bocconi, la seconda da Natan Pedrazzini, il nerd del Politecnico ed entrambe furono seguite da sproloqui su tutti i vantaggi del lavorare per una start up.

Per prima cosa l'ambiente: non c'è nulla di meglio di un loft con biciclette sparse ovunque, cucina a vista con macchina del caffè senza cialde (da portarsi da casa) e parete in lavagna lavabile (gessetti da portare da casa). Chiude il cliché un grande tavolo in legno compensato, ridipinto di azzurro acqua e acquistato da Piergiulio durante un suo viaggio in Pakistan alla modica cifra di 4.780 euro, dopo una lunga trattativa di almeno due ore (sedie pieghevoli da portarsi da casa).

Secondo punto: la flessibilità polivalente. Questa era la parte che Carlo apprezzò maggiormente, se non altro per il virtuosismo del mix flessibilità e polivalenza.

Anche in questo caso la teoria era piuttosto lineare: un lavoro libero dal grezzo onere di uno stipendio permetterebbe a ogni giovane ambizioso e intraprendente di lavorare per il piacere di farlo, anzi, in questo caso, per la somma causa della libertà di stampa e pensiero. La flessibilità polivalente garantirebbe così a ogni giovane fortunato che se ne imbatta di aprirsi a esperienze diverse e all'acquisizione di competenze plurime che spaziano da un ambito all'altro. Tra la flessibilità di esperienze svettano su tutti la consegna di pasti a domicilio a bordo di biciclette green alla lauta ricompensa di 1 euro e 50 centesimi a consegna, subito seguita dal ruolo strategico all'interno di una brillante star-up che è che si è conquistata il mercato della vendita assistita di inutili quanto originalissimi oggetti per la casa e la cancellaria al modico costo di 1 euro e 20 centesimi ad articolo. In altre parole il pony Deliveroo e il commesso di Tiger. La polivalenza vedrebbe invece l'integrazione di abilità plurime come la scrittura creativa, le doti negoziali per la contrattazione della cancelleria acquistata alla modica cifra di 1 euro e 20 ad articolo e l'altrettanto importante capacità di controllo sul conflitto di interesse scaturito proprio dal duplice ruolo di difensore della libertà di stampa e pensiero e di commesso di Tiger.

Terzo e ultimo punto: il o la coolness, ovvero lo status di "persona interessante, snob e radical" da sfoggiare all'interno dei contesti esperienziali della Milano che conta, quella omologamente alternativa. Se il tavolo in Pakistan è infatti il chiaro emblema di una propria passione per i viaggi in Asia e la collaborazione all'interno di un star-up è il simbolo dell'indipendenza dalla vecchiezza aziendale e manageriale delle multinazionali, la lotta per un concetto così poco "post-strutturalista e liquido" come quello della libertà di stampa rappresenterebbe quella passione per il vintage e quel ritorno a una tradizione che completa il finto rifiuto per ciò che è standardizzato e di massa. Da non sottovalutare che l'indipendenza economica offerta da una benestante famiglia che finanzi il progetto è condizione imprescindibile per garantire una casa almeno in zona Isola a un set completo di Converse e zaini Herschel.

Carlo rispondeva a tutti i requisiti, tolta la flessibilità esperienziale alla quale aveva invece preferito una più onesta ostentazione del proprio legame con una famiglia benestante, che gli aveva garantito la casa di proprietà in Porta Venezia.

Carlo accettò senza contrattare i buoni pasti e fissò il 13 settembre come data di inizio della propria collaborazione. Uno stage che forse avrebbe potuto trasformarsi in una collaborazione con Partita Iva se solo nei successivi 6 mesi fosse riuscito a raggiungere tutti gli obiettivi che Piergiulio e Natan gli avevano fissato. Unica barriera all'ingresso era presentarsi puntuale il primo giorno di lavoro con una storia interessante da condividere subito nella riunione di redazione delle ore 15:00.

Carlo pensò che pubblicare almeno due articoli alla settimana con una media di diecimila visualizzazioni uniche potesse essere un obiettivo raggiungibile: l'importante era trovare almeno 4 storie da spalmare nelle successive due settimane. Per farlo sarebbe stato sufficiente spulciare le pagine Facebook di amici e conoscenti alla ricerca di racconti bizzarri e con un alto numero di interazioni. Gli amici gli avrebbero permesso di risalire più o meno facilmente alla fonte della storia, assicurando così il requisito indispensabile alla pubblicazione sul Wordpress

La prima tappa era trovare almeno un racconto vincente. Il resto sarebbe venuto da sé.

Così si rimboccò maniche e si mise alla ricerca della sua storia.

Il chilometro lungoWhere stories live. Discover now