Il Dipartimento investigativo

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Il dipartimento aveva l'odore del caffè appena fatto. Forte, per alcuni amaro, per altri ancora aromatico.
Sarebbe stato un odore piacevole in sé, se non venisse mischiato con gli orribili deodoranti per ambienti che il Tenente Bourgeois si ostinava a mettere in ogni angolo del dipartimento. Erano il "tocco femminile indispensabile per gli uffici", diceva sempre.
In quanto ai rumori, quelli erano sempre nuovi. Si andava dai tasti delle tastiere dei computer alle piccole risse fra colleghi, dalle piccole segnalazioni alle telefonate urgenti.
Il dipartimento era un edificio a due piani, entrambi piuttosto grandi. Al primo piano, si trovavano la segreteria e i due grandi archivi. Il primo custodiva le prove, gli oggetti, le testimonianze di tutti i casi, aperti o chiusi, che il dipartimento aveva affrontato.
Il secondo custodiva tutti i dati di tutti i lavoratori presenti nel dipartimento, nuovi e vecchi. Se si voleva indagare sul passato di un collega sospetto, quello era il posto giusto.
Il secondo piano era quello degli uffici e dei laboratori. Era diviso in tre sezioni: la Scientifica , l'Investigativa e la parte addetta agli interrogatori dei sospettati.
La prima era composta da vari laboratori, normalmente da due esperti ciascuno.
La seconda era composta dagli uffici, divisi fra quello del Capitano, quello della Tenente e quelli degli agenti e dei detective, più qualche sala riunioni.
L'ufficio 5B era quello di Adrien Agreste, uno dei migliori agenti del dipartimento, da qualche mese promosso a Detective, viste le sue spiccate doti nell'ambito e delle sue conclusioni, dimostratesi il 90% delle volte infallibili.
Il suo ufficio era "casualmente" di fianco a quello della Tenente Bourgeois. Perché "casualmente"? Perché era noto a tutti che il fascino del ragazzo, appena ventisettenne, aveva rapito subito la loro giovane Tenente, Chloé Bourgeois.
Ma al giovane detective pareva non interessare più di tanto; per Adrien Agreste esisteva solo il lavoro.
Se solo l'avesse voluto, avrebbe potuto avere tutte le ragazze di Parigi ai suoi piedi: ex modello, biondo, smeraldi al posto degli occhi, alto un metro e 80, fisico scolpito e un sorriso che avrebbe sciolto chiunque. Per non parlare del fatto che suo padre, lo stilista Gabriel Agreste, fosse uno degli uomini più ricchi e famosi della Francia.
Semplicemente non ne sentiva il bisogno in quel momento. Aveva realizzato il suo sogno di entrare nel Dipartimento investigativo e questo gli bastava.
Si era perfino preso un appartamento vicino al Dipartimento per staccarsi dal padre e dalle sue giornate piene di noiosi programmi e gente ricca con la puzza sotto al naso.
La sua vita stava andando a gonfie vele... almeno fino a quando non si presentò il caso del Macellaio di Parigi.
La lista dei sospettati era lunghissima. Quel malvivente non aveva mai lasciato neanche una traccia di DNA se non quello delle sue vittime.
L'unica cosa che potevano fare era setacciare tutti i Nightclub di Parigi, interrogare tutte le persone presenti e i conoscenti delle vittime.
Erano tutti consapevoli che, andando a investigare in quei luoghi, sarebbero stati a stretto contatto con la malavita e la criminalità organizzata, ma non potevano stare con le mani in mano e lasciar continuare quella carneficina.

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