Mi è sempre piaciuta la primavera. Il mio corpo rinasce e la mia mente fiorisce. Sono nata a maggio, il profumo delle rose appena sbocciate è il primo che ho sentito nella mia vita. Ricordo di essermi svegliata, era pomeriggio, ero nella mia culla, ero triste perchè ero da sola, sentivo tante voci lontane e nessuno vicino a me. Mi arrampicai e saltai giù per andare a vedere cosa stava succedendo. C'era mia mamma che mi aspettava con un sorriso, mi prese in braccio e mi fece vedere cosa stava preparando: era il mio compleanno. Oggi è il mio compleanno, compio trent'anni. I trenta non sono una cosa da poco, ormai sei grande, non valgono più tante scuse, non puoi piangerti addosso non ci sarà nessuno che ti asciuga le lacrime. Oggi pomeriggio lavoro, sono a pranzo a casa con mio marito. Un pranzo veloce, spengo una candelina su un muffin e corro via. Meglio non soffermarsi troppo, pensare mi fa paura e in questo periodo ho paura di troppe cose. Fare bilanci, valutazioni. Mio marito mi scatta una foto mentre soffio la candelina. Non sembro nemmeno io: ho i capelli corti, un sorriso forzato e la fede alla mano sinistra. E' bello quando si hanno tanti sogni ed in fondo i miei erano quelli di una ragazza normale, banali ma semplici. Mi sono sposata con mio marito dopo otto anni di convivenza. Ci siamo trasferiti a Torino, abbiamo comprato casa e abbiamo riempito tutti i cassetti con i nostri sogni: viaggi, vacanze, amore. Ho trent'anni, una casa, un lavoro e un marito. Sono una psicoterapeuta, ho lavorato gli ultimi cinque anni della mia vita in una comunità terapeutica per tossicodipendenti. Ho lavorato il giorno, la notte, le domeniche, il giorno di Natale e quello di Pasqua degli ultimi cinque anni. Le mie giornate sono pienissime, corro dalla mattina alla sera, che bello correre. Sono felice o forse no. Ho trent'anni, una casa, un lavoro, un marito e tanti progetti. Il progetto più importante è quello di famiglia: mi sono sposata perchè volevo un figlio, volevo prendermi una pausa dal lavoro e dedicarmi completamente a lui e crearmi un futuro ricco di amore. La vita mi ha giocato un brutto sherzo. Avrò avuto più o meno sei anni, stringevo la mano di mia mamma ed ero sul pianerottolo buio, mia mamma parlava con una signora molto anziana, ricordo il suo volto segnato dalle rughe, i suoi enormi occhiali e la pelle chiarissima. Mi strinse il volto tra le sue mani. "Tua madre ti ha cercato ovunque, le avevano detto che non ti avrebbe trovata e invece eccoti qui". Mi sembrarono stranissime quelle parole, mi sono diventate chiare solo ora che anche io sono in cerca del mio bambino. Ho tante cose ma riesco a pensare solo a quello che non ho: la fertilità. Potrei cercarla in capo al mondo se sapessi che la vendono, la pagherei come oro ma non varrebbe tutte le lacrime che ho versato per colpa sua. Ho trent'anni, è il mio compleanno e il mio unico pensiero è che non riuscirò mai ad essere mamma. Potrei raccontare tante cose di me ma credetemi una donna è una donna a metà quando non riesce a procreare. Oggi questo è il mio biglietto da visita: psicoterapeuta, trent'anni, donna a metà. La mia famiglia è lontana, mio marito è spesso fuori per lavoro, mi ritrovo da sola a riflettere su cosa farmene dei miei mille progetti per il futuro. Ho sempre avuto la sensazione che il mio corpo fosse una macchina con qualche ingranaggio rotto, ora ne ho la certezza. Un paio di mesi fa mi sono rivolta ad un centro specializzato in fertilità. Mi serviva un referto ginecologico per un concorso che stavo svolgendo e ho prenotato in questo centro per curiosità, senza dire nulla nemmeno a mio marito. "E' un centro che fa miracoli", mi avevano detto. A lavoro molte colleghe avevano avuto difficoltà ad avere un bimbo e sentendo le loro storie mi ero convinta di non aspettare più. Da un lato avevo tanta paura, dal'altro mi sentivo forte perchè questa cosa non poteva succedere a me. Mi accomodo, la sala d'aspetto è piena di coppie, io sono sola. I medici entrano ed escono dalle stanze dei loro studi molto sorridenti, la parete del corridoio e della sala d'aspetto è tappezzata dalle foto dei bimbi nati al centro. Mi visita un medico molto giovane, scambiamo qualche battuta ed eccomi con le gambe aperte per la perlustrazione. Mi dice che secondo lui ci sono i presupposti per fare un tentativo di procreazione assistita e mi prenota per luglio. Così, senza troppi giri di parole. Sono sola. Mi da una lista di esami da fare per me e per mio marito. Che fatica venire a patti con tutto questo. Sono carica, ho un sogno e voglio realizzarlo.
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trenta.uno
General FictionStoria di una trentenne. Lavoro, famiglia, corse. No, grazie! Addio femminismo, questa è un'altra vita.