3. Capitolo

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"Harry."

Il riccio, sentendosi richiamato, alzò di proposito il volume del televisore ed accavallò le gambe, distendendosi poi sul divano di sua zia.

Non credeva che fare da baby-sitter a suo cugino, per sole due ore, potesse essere così stressante; quel ragazzino era un disastro, si era già tagliato due volte mentre

cercava di farsi un panino, si era cambiato altrettante volte perché la nutella gli era caduta sui jeans bianchi ah e poi ovviamente lo aveva tormentato mezz'ora per poter vedere

un cartone assieme, senza ottenere assenso.

"Harry."

Il maggiore sbuffò a sentire Louis che lo chiamava con voce così bisognosa, poi decise di prendersi le sue responsabilità e salire al piano superiore; camminò sinuosamente fra le porte

di casa Tomlinson, prima di aprire la porta del cugino.

Quest'ultimo era disteso sul suo letto a pancia rivolta verso il materasso, indossava una tenerissima felpa rosa porcellana che gli arrivava quasi sopra le ginocchia e delle parigine nere, Harry

sperò che indossasse anche dei pantaloncini corti.

La sua camera gli fece venire i brividi, le pareti erano completamente colorate di rosa pastello e i pochi mobili che c'erano erano bianco latte, si sentiva un pesce fuor d'acqua con tutto quel nero addosso.

"Dimmi, Louis."

Il moro si alzò di scatto dal materasso, sedendosi e incrociando le gambe e-Oh.

Harry davvero non fece scorrere lo sguardo lì, ma ormai il danno era fatto e si sentì la terra mancargli sotto i piedi quando notò che il più piccolo era dannatamente eccitato.

"I-Io, uhm, ho un problema." Borbottò questo, senza guardarlo negli occhi. "Potrei aver visto qualche video, ma davvero, non volevo-Oh, insomma, cosa devo f-fare?"

Le sue guance erano colorate di un rosa acceso, il suo labbro inferiore stretto fra i denti e le pupille dei suoi occhi erano concentrate sul corpo del maggiore, erano dilatate e il suo sguardo

era estremamante lussurioso.

Il riccio prese un grosso respiro, sedendosi accanto all'altro, poi gli afferrò la mano e senza troppi giri di parole gli afferrò una gamba, poi, bloccandogli l'altra, le spalancò oscenamente, facendo gemere

il più piccino.

Un gemito di assenso uscì dalle labbra di Harry quando il suo sguardo caddè sull'intimo in pizzo che portava Louis, ma veramente?

"Devi toccarti." Disse senza troppi problemi, ma poi, quando vide che il più piccolo arrossì maggiormente e tolse il contatto visivo con lui, rise. "Non l'hai mai fatto? Davvero? Louis hai seidci anni,

i tuoi coetanei vivono per questo."

"Lo so. Ma non ci avevo mai pensato, intendo, dopo una docc-oddio, dopo una doccia fredda mi passava tutto."

Harry voleva ridergli in faccia e poi scoparlo fino a toglierli il respiro, ma si limitò ad annuire sconnessamente; era suo cugino e tutto questo gli sembrava veramente strano.

Louis, nonostante si conoscessero da poco, a scuola ha sempre avuto la fama da provocatore, sapeva come muoversi e sopratutto come vestirsi, quindi tutta quella messa in scena gli sembrava solamente

una situazione fatta di proposito dal più piccino.

Lo guardò, le sue labbra rosse per i morsi erano schiuse e bagnate dalla saliva mentre i suoi occhi lo guardavano così bisognoso, che perse tutto il senso di responsabilità che gli era rimasto.

Gli afferrò il viso fra le mani e senza troppi problemi schiacciò prepotentemente le labbra su quelle sottili di Louis, che, sconvolto, ansimò contro esse; spalancò poi la bocca completamente per far

scontrare le loro lingue. Harry sentiva i jeans veramente troppo stretti, ma tutto sembrava andare così veloce che non aveva tempo per pensarci.

Portò le mani sulla felpa del più piccolo e gliela sfilò compleatamente, facendolo rabbrividire, era così bello, così bisognoso per lui.

Louis sussultò, sentendo improvvisamente una follata di vento scontrarsi con il suo esile corpicino, alzò un ginocchio e allungò la gamba in modo da mettersi sul bacino del ragazzo difronte a lui.

"Sei così eccitato per me." Mugugnò Harry spingendo di conseguenza i fianchi verso l'alto, rimanendo sempre con la bocca su quella dell'altro.

Il più piccolo a quel contatto fremette, cominciando a strusciarsi verso il basso, frezionando entrambe le erezioni, quando però si sentì le gambe tremare, fece per portare una mano sulla sua intimità, ma il più grande gli prese

con una sola mano entrambi i polsi, e gli tenne dietro alla sua schiena, fermi, poi portò l'indice verso il suo ventre e gli abbassò le mutandine in un colpo solo.

Ora c'era Louis a cavalcioni su Harry, il memebro girato sullo stomaco con la punta rossa e lo sguardo del maggiore che bruciava su esso, mentre si leccava con frenesia le labbra.

"Fammi sentire quanto mi vuoi." Mormorò contro il suo orecchio, con voce roca, passando l'indice sull'intimità scoperta del ragazzino.

Quest'ultimo urlò di disperazione, sentendosi così vulnerabile e sentendo emozioni mai provate prima, così comincio a muoversi con foga su di lui, piagnucolando dal fastidio provocato dalla patta dei jeans che si strusciava

contro la sua pelle sensibile.

Sentiva le gambe sempre più molle, le spalle cominciarono a tremare e dopo un "Vieni per me, babyboy." Lanciò un urlo disperato, sporcando del proprio seme il proprio petto e quello di Harry, coperto da una t-shirt nera.

Ci volle un attimo finché entrambi presero fiato, la fronte del più piccolo era poggiata sulla sua spalla, le mani intrecciate a quelle dell'altro e i respiri affranti di un orgasmo appena superato.

"Bene." Commentò il riccio, scansando il corpo di Louis, che lo guardò con le sopracciglia aggrottate. "Questa cosa non è mai successa, io e te siamo cugini e tu, hai fatto tutto tu, ti sei strusciato tu su di me, perché sei solo una puttana, quindi non farti strane idee."



SALVE.

Allora, ahahaha, so che questo capitolo è orridamente scritto male ma veramente sono incasinatissima e come vedete non riesco ad aggiornare nessuna delle mie storie, quindi mi dispiace un sacco; spero continuiate a leggerla comunque e prometto che i prossimi capitoli saranno molto più interessanti.

Princess ||L.S||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora