Andai alla finestra e iniziai a guardare fuori. Tutto era molto tranquillo. Le gocce della pioggia cadevano sopra le foglie degli alberi e lentamente scivolavano verso la punta fino a staccarsi dalla foglia e frantumarmi al terreno. Alcune gocce arrivavano anche alla finestra. Piccole gocce che scivolavano sulla superficie liscia del vetro della finestra. Anche le finestre piangevano. Decisi di andare in camera mia e prendere la fotocamera. L'accesi e scattai una foto alla finestra. Fatto questo lasciai la fotocamera sul divano del salotto e ritornai a guardare fuori. Accanto alla finestra c'era un pacchetto di sigarette. Era ancora sigillato. Mio padre non ha avuto il tempo di fumarle. E non penso che nessuno le fumerà più. Presi il pacchetto fra le mani e iniziai a scrutarlo. Erano sigarette Marlboro rosse , penso. Tolsi la plastica intorno al pacchetto, aprii il pacchetto e le annusai.
Sapevano di papà. Presi una sigaretta la misi in bocca e l'accesi con l'accendino che era accanto al pacchetto. Immediatamente mi affogai. Era la mia prima sigaretta. Ispirai ancora più forte, e poi ancora e ancora. Quando la sigaretta finì, delle lacrime calde mi rigarono il viso. Scoppiai a piangere e andai in camera mia sul letto. In poco tempo mi addormentai.-Sarah... Sarah! Svegliati ! La cena è pronta-
Mi svegliai confusa. Avevo dormito tutto il pomeriggio?
-mamma ... che ore sono ?-
-sono le otto, quando sei andata a letto?-
-sono andata a letto verso le quattro, più o meno... ho dormito tutto il pomeriggio-
-dai su vieni a mangiare, ho portato del sushi-
Sushi! Mi alzai subito. Andai in bagno e mi lavai le mani e il viso.
Uscita dal bagno mi venne un fortissimo mal di testa e mi dovetti reggere ad un mobile nel corridoio.
Il dolore passò in fretta e mi diressi verso la cucina.
Il tavolo era pieno di sushi... di ogni tipo. Una delizia per i miei occhi.
Guardai fuori dalla finestra e vidi che era buio. Strano, era estate... come faceva ad essere già buio pesto.
-mamma, sei sicura siano le otto? Fuori è buio-
-oh ma guarda il mio orologio deve essersi rotto. Dai mettiti a sedere-
Mi misi a sedere e presi del sushi. Mia madre si sedette accanto a me. Presi un paio di sushi e li mai sul piatto. Poi con le bacchette ne avvicinai uno alla bocca per mangiarlo.
-che fai ? -
-mangio?-
-come mangi ? Non aspetti tuo padre? Dai su non essere ingorda. Aspettiamolo, probabilmente tra poco arriverà -
-Mamma... papà è morto -
-Sarah ! Non lo dire nemmeno per scherzo! Che cosa dici !-
Mi alzai in piedi ero sia confusa che arrabbaita
-Mamma, ti prego basta scherzare-
Le lacrime mi rigarono il viso.
Sentii il portone di casa aprirsi e mi girai.
Entrò mio padre.
-papà...-
-Sarah!-
-PAPÀ!-
Iniziai a correre verso di lui per abbracciarlo. Le lacrime continuavano a scendere come un torrente. Più mi avvicinavo a lui e più il tempo rallentava. Arrivai davanti a lui e lo abbracciai.
Il suo corpo... il suo corpo era umido... mi staccai da lui e vidi che le mie mani erano tinte di rosso. Sangue!
-Papà...-
Lui mi sorrise e poi iniziò a ridere come un pazzo. Iniziò a uscirgli del sangue dalla bocca e poi si accartocciò su se stesso come fosse un foglio di carta e sparì. Confusa mi girai verso mia madre. Vidi che lei era più confusa di me. Iniziò a venire verso di ma poi sparì nell'aria come fosse fumo.
Intorno a me le cose iniziarono a girare. Sempre più forte sempre più forte. Strinsi gli occhi.
Questo è solo un sogno, solo un bruttissimo sogno. Solo un sogno! Ora aprirò gli occhi e sarò sul mio letto.
Aprii gli occhi e vidi che tutto era sparito. Tutto tranne il pavimento. I mobili, il tavolo la cucina e le pareti erano scomparsi. Intorno a me solo il buio illuminato dalle mattonelle.
Il pavimento iniziò a tremare e piano piano iniziò a distruggersi, cadendo verso il basso. Io ero al centro e corsi verso la parte che mi sembrava più sicura. Il pavimento continuava a distruggersi fino a che non ebbi più posto per stare in piedi. Caddi verso il basso. Verso l'oscurità.
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The other world
خيال علميMi sono sempre sentita diversa, strana e non a mio agio. Mi sono sempre sentita di troppo in qualunque posto e con chiunque. Adesso, solo adesso, ho capito il perché.