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"Non c'è agonia peggioreche affondare una storia segreta dentro di sé

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"Non c'è agonia peggiore
che affondare una storia segreta dentro di sé."

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"Thea tuo fratello torna a casa da Oxford  con un amico, sii al tuo meglio, mi raccomando", mia madre ha un tono severo mentre entra nella mia stanza. Sono distesa sul divano, leggo Fahrenheit 451; le rivolgo una rapida occhiata prima di riportare l'attenzione sul libro.

"Sarà fatto", dico con aria assente. Percepisco la sua impazienza e il suo cattivo umore, e roteo le pupille prima di guardarla di nuovo. "So che ti aspetti che sia ancora arrabbiata con Louis per quello che ha fatto, ma non lo sono. Ashton è stato un coglione in ogni caso."

"Tesoro", sospira, aggrotta le sopracciglia mentre mi scuote per farmi togliere i piedi dal divano. Riduco le labbra a una linea sottile, e mi metto a sedere per farle spazio accanto a me. Lei pone la sua mano gentilmente sulla mia.

"Sto bene mamma", parlo prima che lei possa dire qualcos'altro. "Ormai è passato, quindi vorrei non parlarne più."

"Evitare il problema non ti aiuterà a guarire. I dottori--"

"Quando arriva Louis?" la interrompo, cercando disperatamente di non essere brusca. "O è già qui?", mia madre mi guarda per un momento, i suoi occhi pieni di senso di colpa e tristezza. Vorrei che non si sentisse così; quello che è successo è stato per colpa mia, non sua.

"Dovrebbe arrivare in meno di un'ora", dice finalmente. "Thea, amore--"

"Devo cominciare a prepararmi allora", dico, chiudendo il libro e alzandomi. "Ti prometto che sarò al mio meglio.  E poi, avrei parlato con Louis comunque." Mia madre sospira, contrariata che non le ho parlato di quello che è successo. Apre la bocca, presumibilmente per parlare ancora di quell'argomento, ma poi decide di non farlo. La aiuto ad alzarsi perché per lei è faticoso, dato che è alla fine di una gravidanza. Mi abbraccia forte e so che sta facendo del suo meglio per confortarmi.

La guardo andare via e rilascio un profondo sospiro. Faccio correre le dita tra i miei capelli ricci e mi siedo di fronte al mio riflesso. Li guardo malamente prima di legarli, e odio il fatto che non riesco più a stare bene con il mio corpo. In realtà non lo sono mai stata, ma grazie a una persona le mie insicurezze sono peggiorate. Scuoto la testa, indosso un maglioncino pulito e scendo giù alle cucine, so bene che Louis farà lì la prima tappa.

Mi investe un coro di "Sua altezza" quando faccio il mio ingresso, e sorrido a tutti gentilmente. Insistono a chiamarmi così nonostante abbia ripetuto più volte di usare solo Thea o Althea. Conosco ogni singola persona che lavora nelle cucine: per forza, visto tutto il tempo che passo qui, ma in ogni caso penso che sia importante conoscere chi lavora a palazzo.

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