Percy

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" È inutile combattere, hai perso"

" Arrenditi al sonno, sarà molto meno doloroso te lo assicuro"

" Il mondo sarà migliore senza te"

"Nessuno avvertirà  la tua assenza"

Una voce suadente cantilenava nella mia mente, ininterrottamente come un ipnosi, facendo da colonna sonora a scene confuse e disconnesse che si sovrapponevano l'una all'altra. Mi sentivo disorientato, preda del caos più totale, in balia di una tempesta senza fine.
Una scena si fece strada tra le altre apparendo sempre più nitida.
Vedevo una luce fluttuare attraverso una coltre fumo rosso. Oltre questa non vi era nulla, se non oscurità e tenebre.
Mi voltai da una parte all'altra alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa, ma niente... sembrava di trovarsi all'interno di una nuvola adagiata al suolo.
Respirare in quella foschia era una fatica immane, l'aria era fetida ed acida come... il respiro di Tartaro.
Un'ondata di panico mi strinse la gola... e se fossi di nuovo nelle viscere degli inferi?
Sentivo il cuore battermi all'impazzata nel petto mentre correvo attraverso quella nebbia senza fine cercando di raggiungere quella luce, ma ad ogni passo sembrava allontanarsi  sempre più da me. Aumentai l'andatura finché non la vidi fermarsi, un'aura dorata in lontananza al di là di quella foschia, un piccolo e tenue bagliore immobile in mezzo ad un' arena in rovina.
La piattaforma era di legno, o forse lo era stata, poiché non restava altro che una fragile lastra ospitante larve e vermi. Gli spalti, le gradinate erano forgiate in ferro nero come la notte più buia, mentre blocchi di marmo del medesimo colore circondavano in tutta la sua grandezza la struttura.
Continuai a correre veloce come il vento finché non vidi con chiarezza di cosa si trattasse: una figura esile ma allo stesso tempo forte, pelle leggermente abbronzata,  lunghi riccioli biondi che ricadevano su una spalla, sorriso accattivante. Non avevo dubbi... era la mia Annabeth. Avvolta in un abito candido in stile greco con una sottile catenella dorata intrecciata tra i capelli sembrava una vera dea immortale, mentre irradiava una tenue e delicata luce bronzea.
Aveva un'espressione ironica e  divertita, come se fosse sul punto di prendermi in giro. Adoravo quando lo faceva.
"Percy... daiii vieni a prendermi" disse Annabeth ridendo, la voce echeggiava.
Mi sentì improvvisamente sollevato da quella visione ma tutto finì fin troppo presto.
Volevo andare da lei, abbracciarla, sentirla mia tra le braccia, ma non potevo muovermi, ero sprofondato nel terreno fino alle ginocchia.
"Percy... perché non vieni? Non mi ami più, vero?" Disse Annabeth in preda alle lacrime.
"No.. io ti amo... non posso venire.. sono bloccato"
"Non è vero... sono solo scuse... mia madre aveva ragione. Sei solo un peso Percy... non soffrirò più senza te"
"Annabeth... no.."
Quelle parole furono come tanti coltelli piantati nel petto, tremendamente dolorose.
Forse lei aveva ragione, avrei dovuto smettere di lottare e lasciarmi andare, dopotutto ero tremendamente stanco... di tutto.
"Muori Percy"
Furono queste a ultime a farmi rinsavire... per quanto Annabeth mi volesse odiare non mi avrebbe mai dato un ordine del genere. Quella non era lei... guardai più attentamente e li vidi, quegli occhi dorati che avevano reso inquieti i miei sogni per molti anni celare le iridi grigio tempesta.
Il volto dolce che tanto amavo assunse un'espressione di odio puro mista a fame di vittoria e di potere, un ghigno carico di pazzia.
"È tutta colpa tua... mi fai solo del male" disse annabeth con una voce che non era decisamente sua. Era graffiante, metallica.... e antica.
"Tu non sei lei... tu sei..." dissi cercando di reprimere il panico.
"Su avanti dillo... non sarai mica come tutti quegli idioti che temono di pronunciare il mio nome".
"Crono..."
"Bravo, decisamente molto bravo... ahahah"
"Non sono stupido, so che è tutta una farsa. Non penserai mica che con queste stupide scenette possa veramente uccidermi?"
Silenzio, non disse nulla se non aumentare quel ghigno compiaciuto sul volto, come di chi sa qualcosa in più.
"Lo scoprirai..." disse infine.
Il terreno sotto i miei piedi si aprì in un'enorme voragine, lasciandomi cadere nelle profondità della terra mentre ancora la risata di Crono rimbombava nell'aria.

"Percy calmati... percy... figliolo riesci a sentirmi?"
Un Chirone molto provato cercava di farmi svegliare scuotendomi per le spalle. Non so se stessi dormendo in quel momento, era tutto così confuso, come se mi trovassi bloccato in un limbo, incapace di tornare alla realtà ma cosciente di farne parte. Sentivo il cuore battermi dolorosamente come non avevo provato mai, pensando che da un momento all'altro sarebbe scoppiato. Ciò che più mi faceva male, più di ogni altra cosa, era il torace. Faticavo a respirare, mi sentivo come se mi trovassi in una camera sotto vuoto dopo aver fatto una corsa in salita. Cercavo di inalare aria a bocca aperta, ma era inutile, sentivo solo dolore e panico, panico per aver capito cosa significa annegare.
"WILL... la bombola... PRESTOO"
Mi sentì sempre più lontano, come se mi stessi immergendo sempre più in profondità nell'oceano. Aprì gli occhi solo una frazione di secondo, solo per vedere Chirone mettermi una maschera sulla bocca e Will iniettarmi qualcosa nel braccio. Tutto si fece improvvisamente calmo, il mio cuore rallentò e sentì l'aria fresca invadermi il petto.
" Va meglio adesso?" Sentì la voce di Chirone ma non lo vidi nitidamente, solo una forma sfocata chinata su di me.
Volevo rispondere, volevo dire che sì mi sentivo meglio, volevo parlare con lui del mio sogno e sentirmi dire che era tutto apposto, che Crono se ne era andato per sempre, ridotto in mille pezzi nelle profondità del Tartaro,ma non riuscì a fare niente di tutto ciò. Sentì gli occhi farsi pensati e chiudersi, tornando nuovamente tra le braccia di Morfeo.

Resta Con Me [Percabeth♡♡]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora