Annabeth

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Il tempo scorreva inesorabilmente al campo, come una locomotiva che traina senza sosta giorni monotoni e grigi.
"La vita è così egoista" pensai tra me e me mentre camminavo senza meta alcuna nella foresta, evitando di tanto in tanto radici che emergevano dal terreno,"ignora tutto e tutti, non le importa di cosa accade al mondo, non le importa del destino e della sorte dei suoi figli, va avanti e basta".
È incredibile come un mondo pieno di persone può sembrare deserto se una ti manca.
Senza rendermene conto arrivai innanzi all'arena, i ragazzi si allenavano nella scherma, alcuni con i manichini altri invece duellavano in coppia. Nell'aria si avvertiva solo il riverbero metallico delle armi, il cozzare delle lame contro la paglia dei manichini.
Nessun commento, nessuna parola, nessuna risata... tutto era avvolto da un'aura cupa e malinconica. Osservando stancamente notai una cosa, un piccolo e semplice particolare che a molti sarebbe sfuggito; lì, al centro, non c'era nessuno, un vuoto all'interno della mischia. Quello era il posto preferito di Percy. Diceva sempre che bisognava essere abituati a lottare in mezzo alla folla, perchè quando si è lì nel caos della battaglia a combattere per sopravvivere la baraonda può essere più pericolosa di qualsiasi altro nemico.
Con una lacrima solitaria mi resi conto che nessuno lo aveva sostituito nel ruolo di allenatore, ognuno si batteva autonomamente seguendo i suoi insegnamenti. Percy non sarebbe mai stato rimpiazzato, era troppo speciale per poterlo essere, per tutti, non solo per me.

"Beeee... Annaaabeeth!!!!! Finalmenteeeee....." sentì una voce strillare da lontano alle mie spalle accompagnata dal rumore di zoccoli, non avevo bisogno di voltarmi per sapere chi fosse.
"Groveer!! Quando sei arrivato?"
"Ora... per le mutande di Ade che è successo?? Percy... dov'è?? Come sta??? Sta bene vero?? È vivo, giusto?? Ooo no lo sapevoo!!! Sono arrivato tardi.... il mio migliore amico, non lo rivedrò mai più" disse Grover tutto d'un fiato, saltellando da uno zoccolo all'altro completamente esasperato.
"Gro... grover...GROVEERR.... sta zitto!!! Calmati, Percy, è vero ha passato un brutto momento, ma adesso si sta riprendendo lentamente, anche se lo conosci... già andrebbe in missione nonostante non riesca a stare in piedi"
"Ooo.." fece una pausa, smettendo di fare quel suo solito balletto scalmanato per elaborare le informazioni, ma risprese due secondi dopo "ooo siii lo sapevo!!! Lui non poteva morire, non ne ho mai dubitato".
"Ma se... vabbè lasciamo stare" dissi perdendo le speranze che mai potesse cambiare "mi sei mancato".
"Anche tu... anche tu Annabeth" e mi gettò le braccia al collo singhiozzando come un bebè.
Era da un anno che Grover era in missione in Amazzonia, da quando avevamo sconfitto Gea, e rivederlo dopo tutto quello che era successo mi aveva ridato coraggio e fiducia. Senza Percy mi sono sentita così sola.
"Ah approposito... tu stai bene??" mi disse scostandosi come se niente fosse.
"Si.. si sto bene" e sorrisi, dopo tanto tempo sorrisi di nuovo, una sensazione che quasi avevo dimenticato "vieni andiamo da Percy".

A due settimane dall'attacco, Percy sembrava stare migliorando, la ferita era quasi del tutto rimarginata e la febbre era scesa, ma i suoi polmoni restavano compromessi. Si affaticava facilmente, anche solo uscendo fino al portico della casa grande, e spesso crisi respiratorie torturavano il suo sonno. Chirone continuava ad ignorare le mie domande, dicendomi solamente che tutto non era come sembrava. Mi mandava su tutte le furie.
Il giorno prima rimasi tutta la notte accanto a Percy tendogli la mano. Non abbiamo parlato molto, ci siamo solo guardati, godendoci quel momento di intimità che da tanto non avevamo.
"Annabeth dove stai andando? La cabina 3 è qui"
"Non è lì, Chirone è irremovibile su ciò, vuole che Percy resti alla casa grande. Emm.. Grover, non dire niente al riguardo quando arriviamo ok, diciamo che è un tasto dolente per Percy"
"Bee, si certo non dirò nulla, bocca cucita" disse facendo il segno della zip sulle labbra.
Camminammo per qualche altro metro finché non arrivammo nella stanza. Percy era a letto con gli occhi chiusi ma sapevo che non stava dormendo veramente.
"Grover... io vado a svegliarlo, tu non farti vedere, gli facciamo una sorpresa" dissi bisbigliando.
"Ok" e si nascose dietro un mobiletto.
Mi sedetti sul bordo del letto e gli accarezzai la fronte "Percy... non mi prendi in giro"
Un sorriso bellissimo si creò sul suo volto "Ma è possibile che non si possa mai dormire in santa pace..."
Sorrisi a mia volta e lo baciai quando Grover sbucò fuori all'improvviso urlando e piangendo contemporaneamente "Beee...Beee.. Peeercy"
"Sorpresa" dissi un po' scocciata, non sapeva mai stare al suo posto quel satiro.
Percy restò per 30 secondi paralizzato squadrando da capo a zoccoli Grover "Grover.. non posso crederci ahahha" rise, felice come un bambino al luna park.
"Percyy... appena ho saputo ho mollato tutto e sono corso qui... e sapessi cosa ho mollato, sono così sexi le ninfe dell'Amazzonia"
"Grover... ti ricordo che hai una ragazza" dissi indignata ma allo stesso tempo al settimo cielo.
"Oh giusto" disse sconsolato guardandosi gli zoccoli.
Percy cominciò a ridere così sonoramente che mi si scaldò il cuore, era una musica che mi incendiava l'anima.
"Emm si certo...Come ti senti amico?" disse grover nel vistoso tentativo di cambiare argomento.
"Io... alla grande"
"Già, ne ero sicuro, infatti ti cercavo alla tua cabina però Annabeth ha detto che..." disse lasciando in sospeso la frase quando mi vide gesticolare mimando il suo sgozzamento.
" oh si... Chirone dice che non posso" continuò Percy perdendo quel brio appena arrivato.
" vabbè però.... questa camera è così cariina" dissimulò Grover.
"Già.... Annabeth vorrei farmi un giro fuori.. eee non dirmi di no" mi disse Percy mentre già stavo per negare.
"..ok, però solo per un pò" dissi sconfitta.

Resta Con Me [Percabeth♡♡]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora