- stay alive.

1.2K 78 21
                                    

narrator's pov.

Ti muovevi leggiadra per il marciapiede, con un grande sorriso spensierato dipinto sul volto. I tuoi capelli (c/c) ondeggiavano delicatamente a contatto con il venticello pomeridiano.
Non eri preoccupata, in quanto sapevi benissimo che era la madre di Tobias e ne avevi l'assoluta certezza, sorridevi sapendo che molto probabilmente avresti rivisto quella donna podo anni immani. E per questo nutrivi un dolce sentimento di malinconia.
Appena arrivata sul posto, di sedetti sull'altalena iniziando a dondolare come ad i vecchi tempi, godendo dell'euforia del momento, ma dopo un po', data la mancanza di respiro, ti fermasti, cercasti freneticamente il tuo inalatore, per poi inalarne il contenuto.

Quando sentisti dei passi che man mano si facevano sempre più vicini, ti girasti con aria così contenta per ritrovarti davanti non la donna che ti aspettavi. Un ragazzo dai capelli castani ti osservava con occhi vitrei, mentre tu stavi lì con il cuore in gola, ricambiando lo sguardo intimidatorio. Esso si muoveva in modo strano, le sue mani ti stavano man mano raggiungendo e tu, presa dall'ansia del momento, stringesti in mano l'inalatore come se esso fosse la tua salvezza. In seguito, cercando in modo assiduo un'arma, ti rendesti conto che potevi combattere solo con le tue stesse mani o con la tua borsa a tracolla.
Il ragazzo appena ti vide in allerta si fece scappare una risata, che nonostante fosse inizialmente lieve, a scatti divenne più forte e quasi malata.

«t-t/n, cosa credi di farmi con quella borsetta?» la sua voce spezzata e ormai matura risuonò nelle tue orecchie come un vetro che si rompeva ad impatto con il pavimento umido. La sua mani, i suoi tics, i suoi occhi malati, il fatto che sapesse il tuo nome.. potesti ricondurre questo solo ad una persona.
Il tuo cuore si fermò per un momento quando realizzasti la cosa, ma il tuo corpo decise di reagire senza preavviso. Andasti in iper ventilazione; mentre lui si avvicinava, tu indietreggiavi respirando più del dovuto. Sentivi una strana sensazione simile alla fame d'aria con respirazione estremamente faticosa; il tuo inalatore era caduto più avanti e non lo potevi raggiungere.
Il mondo iniziò a girare, le figure distorte iniziarono ad apparire insieme ad una forte emicrania.

Cadendo a terra, gattonasti lentamente per poi fermarti e rigettare a terra. «oh guarda, guarda te. Fai proprio schifo t/n». Disse il ragazzo castano che ti raggiunse e si accovacciò per osservarti meglio.

«T/n!»

Ti girasti al suono di una voce così famigliare; nonostante la sua figura fosse distorta, il tuo cervello affilio quella voce ad un ragazzo della tua scuola. Il presiedente della classe, Noah; bello, composto e gentile con tutti. Il fatto che passasse davanti a quel parchetto mentre faceva jogging ti era ignoto.
Noah ti raggiunse, passandoti l'inalatore, ma per te ormai era troppo tardi: svenisti dopo poco.

Nel frattempo che il tuo corpo restava inerme a terra, Noah si mise davanti a te, pronto a confrontare il castano; quest'ultimo rimase senza parole a vedere quel giovane difenderti, t/n. Una sorta di leva si attivò e si scagliò su Noah con furia omicida; mentre te ti riprendevi, ciò che potevi chiaramente vedere era Noah accasciato accanto a te che mugolava e singhiozzava; esso girò lo sguardo verso di te, incrociando i tuoi occhi ancora stanchi. Dopo di che, il suo sangue si sparse per tutto il tuo viso. Appena riaperti gli occhi, al posto della testa di Noah c'era una grossa pietra.

Appena girasti il viso, ricevesti un pugno in pieno viso dal ragazzo castano, continuando poi con degli schiaffi. «Certo che» si fermò, perché la sua mano non rispondeva più ad i suoi comandi. «certo che sei proprio una puttana t/n. »

Flashback
«Tobias, tu non puoi provare dolore, vero?»
Chiese T/n, mentre con attenzione, Tobias le applicava un cerotto rosa pastello.
«I dottori dicono di no.. è una malattia strana.»
Disse il ragazzo, sorridendo. E t/n, con gli occhi lucidi perché era caduta sbucciandosi il ginocchio, si fermò come se stesse ragionando.
«Due persone che si vogliono tanto bene devono condividere il dolore, vero?»
Disse T/n, guardando il ragazzo. Tobias non aveva capito molto bene, quindi la guardò perplesso. «Sai, mio fratello mi dice sempre che lui e la ragazza a cui vuole tanto bene condividono il dolore.. e che in futuro arriveranno a condividere anche la morte!»
Alle macabre parole della bambina, Tobias disse semplicemente «in primo luogo, cos'è la morte?».
T/n alzò le spalle, ignara del significato.
«Senti Tobias, quando io proverò dolore, lo proverai anche tu.»
Disse t/n, sorridendo. «n-non ti pare.» Tobias si fermò a causa del suo tic alla gamba. «non ti pare che sia egoista? E poi, io non lo proverei veramente.»
T/n si avvicinò a Tobias, mettendo una mano sul suo petto.
«Quando io starò male, tu avrai male qua.»

Per questo piccolo aneddoto innocente, Tobias ti tolse la mani di dosso. Non osò nemmeno toccarti nuovamente, difatti passò una buona mezz'ora prima che lui decidesse di tirarti su, ancora incosciente. Quei ricordi passati erano un ostacolo a Tobias, che aveva deciso di sostituirli pensando ad altro.

Tobias's pov.

Quando incontrai t/n per la prima volta, mi accorsi delle differenze etiche e sociali che ci dividevano. In quel momento, quella con una mentalità più instabile rispetto alla mia era la stessa t/n: a causa della sua stessa infantilità, da bambina camminava su un filo con la possibilità di cadere nella schizofrenia. E così, per colpa del fratello altrettanto malato, era diventa una bambina con dei seri problemi a stabilire rapporti interpersonali. I ricordi del fratello erano offuscati: esso era di bell'aspetto, ma aveva un'aria sofferta. Era sempre insieme a t/n e le insegnava spesso cose oscene e non moralmente ottime. E io volevo dipendere da qualcuno, per questo mi feci addomesticare da una egocentrica bambina per giunta più malata di me. Come il suo servo, le stavo accanto e le accarezzavo i lunghi capelli, facendoli passare per le mia dita. Quando ero indisposto non esitava a farmi mettere in riga con i suoi modi severi;
Per questo, quando la presi fra le mia braccia, con il viso insanguinato e l'aria sommessa, mi sentì realizzato. I nostri ruoli si erano finalmente scambiati e la bambina egocentrica sarebbe divenuta succube della stessa persona che lei ha sottomesso tempo fa.
Prima di arrivare al mio nascondiglio, i miei occhi iniziarono a lacrimare e inizia a piangere come un bambino; la mia paura più grande in quel momento era che lei sarebbe morta prima o poi. La stessa ragazza che ha contribuito ha rendermi ciò che sono, morirebbe. Quando arrivai alla baracca di legno, mi ritrovai qualcuno fermo davanti alla porta. Lo osservai con occhi giudiziosi, per poi superarlo senza proferire parola. Appena dentro, raggiunsi il letto e ci appoggiai sopra T/n, presi delle catene e la attaccai ad un tubo e alla gamba destra alla ragazza. Poi raggiunsi all'esterno quella persona, la guardai per un po'.

«Hai per caso pianto?»

Disse con voce spezzata il ragazzo. Non potei osservare la sua espressione, poiché era nascosta da una maschera pacchiana. Ma potevo sentire che stava sorridendo scherzosamente.
«Sì, ho-» mi fermai per colpa del fastidioso tic alla mano che mi stava disturbando. «Sì, vuoi che faccia piangere anche te Masky?»

Il ragazzo non rispose, ma continuò a stare in piedi come se volesse apparire al di sopra di me. Si tolse la maschera e potrei incrociare i suoi occhi celesti, vitrei e privi di vita. Dopo di che, prese una medicina e la ingoiò.
«Non scherzare su queste cose Tobias.» disse tirando fuori un pacchetto dalla tasca della giacca. «La tristezza è un sentimento senza senso.»
Dove avevo sentito questa frase?
Lo osservai senza dire nulla, cosciente del problema.
«lui, ti vuole parlare.» disse improvvisamente, guardandomi. Io dovevo obbedire, ma non potevo lasciare da sola t/n.

«La ragazza.. la guarderò io per te.»
Disse Masky, guardandomi. Io non ero sicuro, ma questa pareva la scelta migliore.

Pretty Little Riding Hood | Ticci toby x Reader.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora