Capitolo 2 - L'accampamento della resistenza.

72 3 4
                                    


-Occhi di perla... SEI LA RAGAZZA CHE STAVO CERCANDO!- Gridò Naruto con un sorriso sfavillante.

Hinata, ancora stordita dallo svenimento, nel ritrovarselo così vicino, in un primo momento arrossì violentemente, ma poi resasi conto della situazione e soprattutto del fatto che "la stava cercando", con il palmo della mano gli diede una botta forte sul naso, spingendolo verso l'alto. Non era una mossa di grande impatto, ma in mancanza di chakra e di energie era meglio di niente, se non altro faceva male!

Naruto la lasciò per portarsi le mani al volto mentre lei, con le poche forze che le erano rimaste, riuscì a non cadere a terra e ad allontanarsi zoppicando.

Il ragazzo dopo essersi massaggiato un po', si rivolse all'uomo che aveva al suo fianco.

-Eremita pervertito, è lei!- 

-Primo: ti sanguina il naso! Secondo: non mi chiamare così! Terzo... aspetta, ne sei proprio sicuro?- Chiese Jiraiya.

Naruto annuì, dandosi una ripulita meglio che poté, poi fece per raggiungerla. 

Quando le fu al fianco si rese conto che era distrutta dalla fatica e impaurita dalla sua presenza. La giovane cercò di allungare il passo ma cadde al suolo.

Lui si avvicinò per tirarla su, ma Hinata, rimasta senza armi, si tolse velocemente una scarpa e gliela lanciò con forza sempre su quel povero naso, che ricominciò a sanguinare.

Si rialzò e tornò alla sua lenta fuga.

Naruto con il segno rosso della suola della scarpa stampata in faccia si voltò in direzione del suo compagno con un'espressione disperata.

-Maestro Jiraiya, ma perché non mi riconosce?- Piagnucolò.

-Ah certo, quando ti servo sono il "maestro Jiraiya", eh? E comunque non sempre il Dio reincarnato riconosce subito il suo protettore. Ranmaru ci mise un po' con Raiga- Spiegò.

Naruto tornò a guardarla mentre zoppicante cercava di seminarlo.

-Comunque se è lei non abbiamo tempo da perdere, prendila e torniamo indietro, questo posto non è sicuro!- Concluse l'uomo per poi scomparire nel nulla.

Naruto fu invaso dalla rabbia, il suo maestro si era volatilizzato senza dargli neanche una mano! Come la convinceva adesso? Non voleva costringerla a seguirlo!

Le tornò affianco dicendo: -Senti, ti chiedo scusa se ti ho spaventata! Mi dispiace!-

Lei non rispose continuando ad avanzare, quindi lui cercò di prenderle una mano per fermala, ma la ragazza la ritirò prontamente dicendo: -Non toccarmi!-

Naruto riuscì quasi a sentire il "crack" del suo cuore in frantumi per quel rifiuto.

-Ascolta, se avessi voluto farti del male lo avrei già fatto non trovi?- Provò a dire addolcendo il tono di voce.

Hinata si fermò di colpo. Non riusciva a fare un altro passo. Poggiò le mani sulle ginocchia e si piegò cominciando a respirare velocemente per riprendere fiato. Naruto si guardò intorno, l'esplosione di Deidara presto avrebbe attirato altri nemici.

-Dobbiamo andarcene!-

Hinata lo guardò con attenzione per la prima volta, era biondo, alto e anche muscoloso, la carnagione abbronzata e gli occhi di un azzurro acceso, bellissimi. Non aveva l'aspetto di un nemico, e aveva combattuto contro gli scagnozzi di Madara, su quello non c'era dubbio.

Lui le sorrise, poi si girò di schiena e si chinò leggermente invitandola a salire.

-Dai vieni, non aver paura!-

Per Hinata quello fu un istante interminabile: le avevano detto di non fidarsi di nessuno, tutti potevano essere dei potenziali nemici, e la sua abilità oculare era esposta e visibile a differenza dello sharingan, quindi non poteva nascondersi... eppure qualcosa le diceva che si poteva fidare di quel ragazzo. Istinto? Forse, sta di fatto che si poggiò goffamente su quelle spalle larghe e forti. Lui, come se stesse sollevando una bambina, si alzò senza batter ciglio.

Per un attimo la giovane pensò che in tutta la sua vita non era stata mai così vicina ad un uomo. Teneva le mani poggiate sulle sue spalle, mentre lui le sosteneva le gambe. Arrossì cercando di tenersi più distante possibile.

-Meglio che ti attacchi al mio collo, adesso devo correre!- Le comunicò sempre con il sorriso sulle labbra.

Lei, imbarazzatissima, gli cinse il collo senza stringersi troppo. In fondo quanto poteva andare veloce un uomo che portava una donna sulle spalle?

Eppure dopo un paio di falcate presero una velocità inaudita. Hinata non poté far altro che stringersi più forte. Lui saltava, correva, evitava gli ostacoli, e tutto ciò senza che il battito del cuore accelerasse per la fatica. La ragazza capì immediatamente che non doveva essere una persona normale.

-Mi chiamo Naruto!- Disse a un tratto senza decelerare.

-Hi... Hinata- Fece lei colta di sorpresa.

-Hinata- Ripeté lui come per assaporare quel nome. 

Corsero per diverso tempo, poi d'un tratto il ragazzo si fermò.

-Ci siamo!- Disse facendola scendere.

A pochi metri da dove si trovavano c'era una cittadella nascosta, probabilmente era l'accampamento della resistenza, quello di cui le aveva parlato suo padre.

-Qui sarai al sicuro!- Le assicurò.

"Al sicuro" pensò lei sorridendo. Non sapeva perché, ma se era lui a dirglielo, si fidava.

-Grazie- Disse sinceramente.

Lui si portò una mano dietro la testa sorridendo imbarazzato. Poi disse: -Senti Hinata, ma davvero non sai chi sono?-

Lei assunse un'espressione un po' confusa. Non lo sapeva, gli aveva detto solo che si chiamava Naruto.

Lui si lasciò sfuggire un piccolo sospiro per poi tornare a sorridere dicendole: -Non importa!-

Improvvisamente le prese la mano e fece per andare verso l'accampamento dicendo: -Vieni, ti presento gli altri!-

Lei atterrita dalla naturalezza con la quale aveva compiuto quel gesto, lo seguì rossa in volto.

La portò lungo la stradina centrale, c'erano parecchie persone che gironzolavano, e la maggior parte erano donne e bambini. Hinata si aspettava una base di guerra, ninja da tutte le parti e tende sporche, invece quella era una vera e propria città! Il sole la rischiarava e i volti erano sorridenti. Non era come il posto in cui era cresciuta lei: gli Hyuga erano schiavi di Madara, e vivevano in una postazione sotterranea, uscivano soltanto per qualche missione che dovevano portare a termine per conto del tiranno. Quando era piccola non capiva il perché, poi da grande aveva scoperto di essere la reincarnazione di Kaguya, e che loro erano sotto controllo soltanto perché lei non doveva uscire. Un moto di tristezza la invase mentre pensava alla sua famiglia, era successo tutto così in fretta da risultare difficile da credere.

Intanto Naruto l'aveva portata in un edificio più grande e la stava conducendo su delle scale a chiocciola.

Arrivarono davanti a una grande porta di legno. Era ben fatta, probabilmente l'ufficio del capo della resistenza. Hinata intuì che stava per incontrare un personaggio importante, quindi cercò di assumere un'espressione seria e una posizione composta nonostante la stanchezza. Si aspettava che Naruto bussasse, invece alzò la gamba e spinse con forza la porta spalancandola e gridando: -Sono tornato!!!-

All'interno della stanza c'erano tre persone: lo stesso tizio dai capelli bianchi che l'aveva salvata assieme a Naruto, una donna bionda con delle lunghe code e una veste verde, e infine un uomo biondo che somigliava molto al suo accompagnatore, che era seduto a una scrivania centrale. I presenti li guardarono in silenzio.

Hinata voleva sprofondare nel terreno per la vergogna.

La bionda si gettò letteralmente su Naruto facendo il gesto di strozzarlo mentre gridava: -Razza di piccolo impertinente! Quante volte ti ho detto che devi bussare prima di entrare qua dentro!?-

Jiraiya scosse la testa sconsolato, mentre il tipo seduto disse accennando un sorriso: -Bentornato figliolo!-

Dopo un attimo di imbarazzo totale, tutti si ricomposero e iniziarono le presentazioni.

Hinata apprese che Jiraiya era il maestro di Naruto e uno dei tre ninja leggendari di cui aveva tanto sentito tanto parlare. La bionda, come lui, era uno dei sennin, la famosa Tsunade, il più grande medico del mondo. L'uomo che aveva chiamato Naruto "figliolo" era proprio suo padre, Minato Namikaze, capo della resistenza.

Anche lei si presentò educatamente.

-Kakashi mi aveva detto che saresti arrivata, ma so che le cose non sono andate secondo i vostri piani...- Disse Minato.

Hinata abbassò tristemente la testa. Tempo prima, Kakashi dello sharingan si era intrufolato nel luogo in cui risiedevano gli Hyuga e aveva parlato con suo padre della resistenza. Gli aveva proposto di far fuggire sua figlia, e Hiashi aveva detto che avrebbe trovato un modo. Purtroppo però, Madara si era mosso più in fretta di loro, quindi avevano dovuto creare un diversivo per permettere a lei e a Neji di fuggire.

-Mi duole dovertelo dire, ma gli Hyuga sono stati eliminati totalmente.- continuò Minato.

Hinata sgranò gli occhi. Tutti. Erano tutti morti. Lo sospettava, ma non voleva crederci. Adesso ne aveva la conforma.

Ci fu un attimo di silenzio. Poi di nuovo il capo della resistenza prese la parola.

-Lo so che è dura, il tiranno ha portato via troppo, a ognuno di noi... adesso è meglio che riposi un po'. Naruto, portala a casa nostra. Visto che il suo protettore sei tu direi che è meglio che venga a stare da noi-

Il ragazzo annuì silenziosamente, notando che Hinata era rimasta logicamente scossa dalla notizia appena appresa. Le prese di nuovo la mano e la portò via.

La casa era vicina all'ufficio, quindi arrivarono in un batter d'occhio. Naruto le mostrò un po' la casa, ma la ragazza sembrava assente.

-Vuoi mangiare qualcosa?- Le chiese dolcemente.

-Grazie Naruto, ma adesso vorrei riposare un po'.- Rispose lei con voce celata da un velo di tristezza.

Il ragazzo annuì uscendo dalla stanza, lasciandola sola.

In quella camera c'era un letto, un armadio e una scrivania con sopra uno specchio. Hinata si avvicinò per guardare la sua immagine riflessa. I vestiti erano sporchi e i capelli in disordine, ma non le importava. Si tolse la giacca e i pantaloni restando solo in canotta, poi dalla tasca della sua giubba tirò fuori un elastico per capelli e se li legò in una coda. A quel punto andò a sedersi ai piedi del letto e si portò le ginocchia al petto cominciando a piangere.

The protectorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora