Capitolo 1 - La ragazza dagli occhi di perla

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Capitolo 1 – La ragazza dagli occhi di perla  


Due ragazzi correvano a perdifiato, saltando energicamente fra i rami di una foresta. Era un soleggiato pomeriggio di primavera, una pessima giornata per scappare e nascondersi dai loro inseguitori.

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Poche ore prima.

Hiashi avanzava silenzioso e a testa bassa lungo il buio corridoio. Erano passati cinque anni da quando sua figlia si era rivelata essere la reincarnazione di Kaguya, tuttavia Madara aveva rispettato i patti, rinunciando a prenderla subito. Ora però Seiren era stato catturato, quindi anche il kurigan era stato preso, e il tiranno si era stancato di aspettare, quindi nonostante mancasse ancora Indra, gli aveva ordinato di consegnargli Hinata.

Si voltò a guardare la ragazza che lo stava seguendo: era avvolta in un mantello con un cappuccio color blu notte, si potevano notare soltanto le spalle esili, il corpo slanciato, qualche ciocca di capelli lunga che le ricadeva davanti. Camminava decisa, senza esitare. L'uomo commosso da tanto coraggio tornò a guardare dritto davanti a sé. Non aveva altra scelta.

Entrarono in una stanza dove regnava la penombra. Hiashi chiuse la porta alle spalle della figlia e si fece avanti. C'erano tre uomini: uno era seduto su una grande sedia, poggiata alla parete centrale, gli altri due erano rispettivamente alla sua destra e alla sua sinistra.

-È lei?- Fece l'uomo di destra, che Hiashi aveva riconosciuto come Hidan, uno degli scagnozzi di Madara.

L'altro era Kakuzu, mentre quello seduto era Zetsu, uno dei più fidati servitori del tiranno.

Da quando il clan Uchiha era stato sterminato, Madara aveva fondato l'Akatsuki, un gruppo di uomini scelti fra i più potenti del mondo ninja, che era completamente al suo servizio. Quei tre ne facevano parte.

-Sì- Disse il capo clan degli Hyuga freddamente.

-E bravo Hiashi!- Rise Hidan -Non credevo che ci avresti portato davvero tua figlia! Ma a quanto pare non sei così scemo come pensavo!-

L'uomo non rispose.

-Vieni avanti piccola!- Ordinò Hidan.

La ragazza, senza farselo ripetere due volte, avanzo verso l'uomo dai capelli d'argento, finché non gli fu a pochi passi di distanza.

Portava ancora il cappuccio, quindi non la si vedeva in faccia. Hidan era curioso, c'erano molte voci sul fatto che la figlia di Hiashi Hyuga fosse un angelo, di una dolcezza e nobiltà d'animo indescrivibili, oltre che una vera bellezza. Portò le mani sul cappuccio e fece per scoprirlo.

Si aspettava di vedere il volto di una santa, invece trovò un byakugan attivo e una donna dallo sguardo di ghiaccio. Il contrasto fra quello che pensava e quello che trovò fu così grande che abbassò la guardia e si ritrovò steso in un attimo dalla ragazza.

Fece per alzarsi ma lei con un calcio lo gettò di nuovo a terra. Intanto Hiashi aveva attaccato Kakuzu.

Zetsu osservava la scena annoiato, tenendo un gomito poggiato sul bracciolo della sedia e sostenendosi il volto con la mano.

Kakuzu, ripresosi dalla sorpresa contrattaccò e in poco tempo ridusse Hiashi in fin di vita. Hidan invece sembrava essere in difficoltà.

-Non devi ucciderla!- Gli ricordò Kakuzu -Se muore non possiamo prenderle il byakugan!-

-Lo so idiota! Altrimenti l'avrei già sistemata questa serpe!-

La ragazza inarrestabile continuava ad attaccarli utilizzando diverse tecniche del suo clan, purtroppo non riusciva a ferirli seriamente, ma aveva a suo vantaggio il fatto che non potessero ucciderla.

Vide Zetsu fermo in quella posizione, apparentemente vulnerabile, quindi decise di eliminare prima lui, prendendolo di sorpresa. Con i palmi delle mani carichi di una luce argentea gli si gettò contro.

-Zetsu!- Lo avvertì Hidan.

Lui portò una mano avanti e la trasformò in una lancia di legno con la quale trafisse la giovane Hyuga in pieno petto.

Kakuzu e Hidan sgranarono gli occhi.

Lei portò le mani sul legno che le trapassava il corpo e cercò di fare pressione, ma sentì il sangue risalirle dalla bocca e cominciò a tossire. Dopo un paio di spasmi, Zetsu la gettò a terra vicino al padre, morta.

-Ma che hai fatto, idiota? Madara ci ammazzerà!- Gridò Hidan.

-Quella non è Hinata Hyuga- Si limitò a rispondere Zetsu.

Hiashi steso a terra guardò il volto della ragazza che aveva al suo fianco, gli occhi sgranati e privi di vita, immersa in una pozza di sangue.

Allungò la mano per cercare di toccarla.

-Hana... bi- Mormorò disperato, con un filo di voce. Poi stroncato dalle ferite e dal dolore, anche lui seguì la figlia minore nella morte.

Dopo qualche secondo di silenzio, Kakuzu si rivolse a Zetsu: -Che cosa facciamo adesso?-

-Uccidiamo tutti gli Hyuga, cerchiamo la ragazza. Se la nascondono la troveremo. Intanto mandate delle squadre di ricerca fuori dal villaggio!-

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Hinata mise un piede in fallo e cadde a terra.

Neji, rapidissimo, si precipitò ad aiutarla, rimettendola in piedi.

-Sto bene- Lo rassicurò lei ricominciando a correre.

Continuarono a scappare finché non furono fuori dalla foresta. Hinata si sedette a terra per riprendere fiato. Neji attivò il byakugan. Li seguivano ancora.

-Devi proseguire da sola!- Disse.

Lei si alzò in piedi di scatto dicendo: -No mai!-

-Ci raggiungeranno!-

-Fratello, mi sei rimasto solo tu.- Disse scoppiando in lacrime.

Il ragazzo l'abbracciò forte. Non aveva altra scelta che farle guadagnare tempo, tenendo impegnati i loro nemici.

A un tratto lei si staccò da lui dicendo: -Possiamo affrontarli insieme! Forse in due...-

-Sono troppi.- La interruppe.

Lei abbassò lo sguardo disperata. Suo padre, sua sorella, l'intero clan e adesso anche Neji. Perché doveva succedere proprio a lei?

-Ti prego, sorella! Devi andare o il nostro sacrificio sarà stato vano! Se ti prendono l'intero mondo sarà finito!-

-Neji!- Cercò di dire qualcosa per farlo desistere, ma lui non voleva e non poteva lasciarsi incantare.

-Va! Cerca Kakashi dello sharingan! E ti prego corri come non hai fatto mai in vita tua! Io li tratterrò!-

Hinata non riusciva a smettere di singhiozzare, aveva perso tutto. Si gettò un'ultima volta al collo di Neji mormorando un "perdonami". E fuggì.

La natura umana è davvero complicata, nella maggior parte dei casi si prova un sollievo malvagio quando il sacrificio di un altro ti salva la vita. Non ci si può fare nulla.

Eppure Hinata era diversa, forse una delle anime più nobili e gentili al mondo. Mai come in quel momento desiderava essere morta insieme al suo clan! Suo padre era stato egoista: si era alleato con Madara, pronto a consegnargli il mondo senza remore, ma quando aveva scoperto che avrebbe dovuto sacrificare una delle sue figlie, aveva cambiato idea... aveva capito quanto fosse sbagliato, e che non poteva permettere che il tiranno ottenesse un potere ancora maggiore! Alla fine aveva sacrificato tutto il suo clan per fare la cosa giusta.

Non si guardò indietro per paura che la vista del cugino le impedisse di proseguire. Continuò a correre, forse per ore.

Quando le gambe non le ressero più, cadde a terra respirando a pieni polmoni. Era in una prateria, non c'erano alberi dove arrampicarsi né cespugli dove nascondersi.

Attivò il byakugan e scoprì che c'erano ancora due persone che la stavano seguendo. Il suo corpo si rifiutava di muoversi, non riusciva a fare neanche un passo. Eppure doveva salvarsi! Doveva farlo per tutti coloro che si erano sacrificati per lei!

Si rimise in piedi preparandosi a combattere.

Apparvero all'orizzonte due uomini, uno aveva lunghi capelli biondi legati in una coda, l'altro era basso ma stranamente ingombrante. Entrambi indossavano il mantello nero con le nuvole rosse.

Hinata capì subito che erano dell'Akatsuki, inoltre grazie al byakugan notò che il biondo aveva delle bocche sulle mani e combatteva con l'argilla. Deidara! Doveva essere lui. Di conseguenza il suo compagno era Sasori, il marionettista. Non li aveva mai visti ma suo padre gliene aveva parlato. Da quello che sapeva, quelli non erano avversari per lei.

-Ehi ragazzina, non fare troppo la coraggiosa e vieni con noi! Non hai la minima possibilità di batterci!- Disse Deidara quasi scocciato.

Ma la ragazza che avevano davanti scomparve in una nuvola di fumo.

-Una copia!- Fece Sasori.

Prima che potessero guardarsi intorno per cercarla, la giovane si materializzò al centro fra i due.

-Rotazione suprema!- Disse cominciando a roteare su se stessa.

I due saltarono via prima che potesse colpirli, quindi lei decise di continuare l'offensiva spostandosi verso Deidara.

-Tecnica del pugno gentile!- Gridò cominciando a colpirlo a una velocità impressionante.

Una marionetta però le andò addosso prima che potesse ultimare il colpo, e la fece cadere a terra.

Ansimando per la stanchezza, cercò di rialzarsi. Sasori le lanciò contro centinaia di fili di chakra per riuscire a imprigionarla. Lei, una volta in piedi, si posizionò: -Tecnica difensiva delle sessantaquattro chiusure!-

Le sue mani si mossero a una velocità inaudita, persino Sasori era impressionato. Nessuno dei fili riuscì a colpirla. Nonostante ciò, cadde a terra esausta.

Il chakra era praticamente a zero, non avrebbe potuto più combattere.

Deidara, ferito e zoppicante, le si avvicinò sorridendo: -La tua arte è degna del suo nome, lo devo ammettere!-

Fece per toccarla ma un kunai gli trapassò la mano.

Hinata si voltò nella direzione da cui era arrivato e vide la figura di un uomo avvolto in mantello color arancio. Poi le forze le vennero meno e tutto fu buio.

Deidara gridò dal dolore, e nonostante fosse male, si fiondò sul suo nuovo nemico.

-Tecnica della moltiplicazione del corpo!-

I nemici divennero centinaia, e i due membri dell'Akatsuki capirono con chi avevano a che fare.

-Uzumaki Naruto!- Disse Sasori.

Il ragazzo evocò un rospo gigantesco e attaccò Deidara, che intanto era salito su uno dei suoi uccelli d'argilla.

-Sasori, cerca rinforzi! Io lo trattengo!-

Il marionettista sapeva che in due non ce l'avrebbero fatta contro di lui, quindi doveva sperare che Deidara riuscisse a trattenerlo nonostante i colpi subiti. Fece per scappare, ma si ritrovò alle spalle un uomo dai capelli bianchi che lo trafisse con un pugnale.

-Dannato Jiraiya- Ringhiò spirando.

Naruto intanto aveva atterrato Deidara.

-È finita, pazzo esaltato!- 

Deidara rise togliendosi il mantello, che era pieno di carte bomba.

-Cazzo!- Naruto sgranò gli occhi preparandosi alla ritirata -Eremita pervertito!- Chiamò il maestro.

Jiraiya si allontanò in un batter d'occhio, mentre il giovane, dopo aver preso in braccio la ragazza svenuta, lo seguì.

Un'immensa esplosione devastò la radura, tutto era stato incenerito.

-Ma che razza di pazzo!- Commentò Naruto.

-Dobbiamo andare, ne arriveranno degli altri, e non saranno pappe molli come questi!- Lo avvertì Jiraiya.

-Va bene, ma con questa qui che facciamo?- Chiese Naruto.

-E che ne so io!? Poggiala da qualche parte!- Si alterò l'uomo.

Le urla di Jiraiya fecero riprendere Hinata, che emise un gemito.

-Si sta svegliando!- Fece Naruto guardandola.

Lei aprì leggermente gli occhi, restando immobile.

Naruto per osservarla meglio si portò a pochi centimetri di distanza dal suo volto.

-Occhi di perla...- Mormorò -SEI LA RAGAZZA CHE STAVO CERCANDO!-

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