Tempo fa, quando la terra era ancora dominata dagli ominidi, la magia era l’unico mezzo essenziale per la sopravvivenza ed era conosciuta da qualsiasi tribù che ne tramandava la conoscenza. Nacque inizialmente sottoforma di riti propiziatori con i quali gli uomini più antichi cercavano di volgere a loro la benevolenza delle forze naturali: per riuscire in una buona caccia, per ottenere la fertilità dei campi. Col tempo tali riti assunsero la forma di vere e proprie arti magiche con lo sviluppo delle prime civiltà della storia dai sumeri ai babilonesi, dagli egizi agli assiri, che si avvalsero della scrittura appena inventata per comporre le prime formule magiche e i primordiali incantesimi. Dapprima, quindi, l’uomo si servi della magia per aiutare la natura e per sopravvivere ad essa in n rapporto di convivenza pacifico; ed è cosi che nacque la magia bianca. Ben presto però, esso divenne avaro, egoista e bramoso di potere e riuscì a creare riti che potessero assoggettare al suo volere la stessa natura ed altri uomini in modo da accrescere ancora di più la propria potente; fu così che nacque la magia nera. Da quel momento le due forme di magie hanno sempre combattuto l’una contro l’altra con vittorie e perdite per l’una e l’altra parte. Purtroppo, pian piano il male si rafforzò e quindi i le famiglie antiche che ancora praticavano incantesimi benevolenti dovettero ricorrere ad uno stratagemma. Per poter ridurre il potere della magia buona e per evitare che essa divenisse troppo potente e si affacciasse alla parte maligna, si decise che in ognuna delle tribù si eleggesse un capostipite che avrebbe riunito in se le doti incantate di ciascuno dei membri. Fu in questo modo che nacquero i maghi. Inizialmente, la tattica sembrava funzionare ma le forze maligne cominciarono ad adottare la stessa strategia e ben presto si formarono gruppi di stregoni. Maghi e stregoni continuarono a sfidarsi per anni, decenni, millenni, finché non accadde qualcosa. Ci fu un fabbro che viveva a quei tempi che conosceva benissimo le arti magiche, i loro punti di forza, i loro punti di debolezza ed inoltre aveva delle ottime qualità nel produrre oggetti incantati e utili per la vita quotidiana. Era ben consapevole che, per far cessare l’inarrestabile guerra, entrambe le forme di magia sarebbero dovute sparire, o almeno, essere contenute in qualcosa. In un primo tempo, egli non aveva idea di cosa si sarebbe potuto utilizzare per tali intenzioni ma poi ebbe un’idea. Intraprese un lungo viaggio nelle terre più pericolose e nascoste per trovare materiali utili alla realizzazione del suo scopo. Fu cosi che egli trovo ori preziosi, metalli ultraresistenti, pietre dure come diamanti e altro ancora e dopo varie peripezie, riuscì a portare tutto alla sua. Comincio a lavorare giorno e notte, per mesi e mesi, finche trascorsi quasi due anni dall’inizio del lavoro, egli riuscì a ricavare un congegno stregato dai vari minerali e dai vari metalli forgiati tutti insieme. Poi lanciò un forte sortilegio su quella sorta di anfora per poter prosciugare la magia da ogni parte della terra. Esso sarebbe potuto essere spezzato dal creatore o dai suoi discendenti e prevedeva che in quest’ultimo i poteri incantati permanessero. Così alzo il coperchiò e pronunciò una strana formula e l’anfora cominciò a brillare per l’enorme quantità di energia che stava assorbendo. Sia magia nera che magia bianca furono incanalate nel vaso fino al momento in cui sparì ogni traccia di loro dalla faccia della terra. Tuttavia, il sortilegio prevedeva che a chiunque fosse stata levata l’una o l’altra forma, avrebbe scordato per sempre l’esistenza di entrambe. Fu così che il fabbro rimase l’unico uomo che fosse capace ancora di esercitarla e avrebbe mantenuto il segreto fino alla fine dei suoi tempi, nascondendo l’anfora dove nessuno mai sarebbe potuto giungere senza l’utilizzo di qualche incantesimo: una terra che si poteva raggiungere attraverso uno specchio magico il quale era composto da varie pietre ognuna delle quali le dava il potere di farsi attraversare. Perciò la magia fu dimenticata e rimase soltanto una forma di lettura che si poteva intravedere in libri di qualsiasi genere e pensata come un qualcosa di inesistente e di irreale e la pace tornò come lo era a un lontano tempo.