Passarono giorni e notti e, mentre la vita trascorreva con la sua solita routine intorno a lui, Peter ripensava a ciò che aveva letto, ragionava su cosa avrebbe dovuto fare e quale sarebbe stato il cambiamento se l'avesse scoperto. Intanto, rimuginando nei suoi pensieri migliaia di ragionamenti, egli continuava a frequentare il suo istituto, seguitava ad accompagnare il fratellino a scuola come le solite mattine ma qualcosa in lui era mutato. Di tale cambiamento se ne accorsero tutti coloro che gli stavano attorno, che ogni dì lo frequentavano nelle svariate situazioni. Vedevano che era divenuto titubante, molto pensoso e che stava sempre sulle sue. Appena tornava a casa ogni giorno, il tempo di pranzare e subito si rinchiudeva nella stanza per riflettere e ragionare. Leggeva quel libro ormai da tanto tempo, divenne la sua ossessione, lo studiava nei minimi particolari evitando di tralasciare anche i segni che sarebbero potuti apparire più inutili. Tuttavia, la sua concentrazione si focalizzava maggiormente su quelle scritte che più delle altre brillavano. Sapeva che la chiave dell'enigma risiedeva soprattutto in quelle. Una notte, quando ormai la città era buia e desolata e Peter giaceva nelle sue coperte impegnato nella lettura, le finestre si spalancarono di scatto e un brivido di freddo lo colpì. Subito fece per chiudere le finestre ma la forza turbinosa era troppo potente. Ad un tratto il libro si illuminò più che mai, forse a voler preannunciare l'arrivo di qualcosa, o di qualcuno. L'unica lampada che era accesa nella camera cominciò a chiudersi ed accendersi gettando l'animo di Peter nel panico. Iniziò a battergli forte il cuore, non si riusciva a spiegare cosa stesse accadendo dinanzi a lui. Quando le folate di vento cominciarono ad aggregarsi in un vortice turbinoso e ebbe assorbito tutta la luce dell'oscuro libro, vide davanti a lui conformarsi una strana figura. Lentamente, questa cominciò ad assumere tratti umani e ben presto se ne poté comprendere precisamente la conformazione del suo corpo. Era un anziano con una lunga barba bianca, una veste di un celeste chiaro perlato di rosso simile a delle toghe speciali che indossavano i templari nei tempi antichi. In testa aveva un cappello dal colore blu come le acque del mare più profondo, dall'andamento segmentato; ai piedi grandi stivali di pelle di un blu lucente e infine, tra le mani, un bastone di legno di faggio simile ad uno scettro che racchiudeva all'intero di intrecci di radici, in sommità una pietra, forse un'opale che brillava intensamente. Egli si era appoggiato su di esso con un atteggiamento impetuoso, come il fare di chi sa bene chi sia e con una sicurezza oltre qualsiasi grandezza commensurabile. Peter, fece uno scatto indietro e cercò lentamente di raggiungere la porta della stanza ancora aperta per provare a fuggire da quella situazione. Aveva terrore, molto terrore nel vedere quella figura imponente e severa che all'improvviso si era materializzata in quel piccolo spazio privato, in quel minuscolo ambiente dove risiedeva tutta la sua tenera esistenza. Arrivato quasi sulla soglia dell'unica via di fuga più vicina, stava per mettere finalmente un piede fuori da quel ambiente che ormai era divenuto angusto. Stava per uscire, per riuscire nel suo tentativo di evasione, ma, purtroppo, fu colto di sorpresa da quella vecchia figura che, con un movimento energico e quasi leggiadro, portò la verga che aveva impugnata in aria e la indirizzo velocemente contro la porta che di scatto si chiuse e si bloccò. Dal nulla apparvero delle radici di albero che si andarono a ramificare coprendo ogni apertura verso l'esterno della stanza in modo tale che l'incontro tra i due rimanesse segreto. Cosi cominciò a proferire: " Or bene, ti chiederai, qual buon vento mi porta qui e che essere io sia, quale strana creatura dalle sembianze umane possa essere". Peter rabbrividì. Tuttavia, per scoprire il mistero profondo che si celava in tutte le vicende che gli erano accadute, a partire dal libro che era la sua preoccupazione principale, prese coraggio e pacatamente si avvicinò all' veemente figura che era situata a pochi passi da lui. Non appena vi si trovò faccia a faccia, con voce titubante gli chiese: <<Chi sei, e cosa vuoi da me. Vuoi farmi del male? Vuoi cercare di uccidermi rinchiudendomi in questa stanza come un vigliacco?>>
<<Credimi sono venuto in pace, dovrebbero essere altri i tuoi tormenti, non di certo io. Io che sono un saggio anziano, un mago, che ti viene soltanto a illustrare la strada che devi percorrere>>.
<<Un mago?>> Peter, ad ogni cosa che quel veterano gli diceva, diveniva sempre più pensieroso. Altri pensieri presero pieno possesso della sua mente.
<<Un mago?!>> domandò nuovamente all'individuo.
<<Si hai capito bene>>.
<<Ma io credevo che...>> quegli subito lo interruppe e con un'aria di disprezzo:<<Questo è ciò che i miei predecessori hanno voluto far credere, hanno voluto far intendere ma, in realtà le cose stanno ben diversamente>>.
<<Cosa vuoi intendere?>>, domandò Peter confuso.
<<Ciò che ho appena proferito. Esisteva un tempo in cui in questo mondo ciò che regnava era l'utilizzo delle arti magiche. Magia di qualsiasi tipo, dagli incantesimi più semplici a veri e propri sortilegi.>>
Il ragazzo sorpreso e ormai più sereno chiese: <<E quindi? Cosa successe poi?>>.
<<Tutto precipitò, dal bene si creò il male e tutto ciò portò a un grande caos e a grandi devastazioni che turbarono la vita degli abitanti dell'epoca per secoli. Ma...>> , il saggio all'improvviso si fermò ripensando a tutti quei ricordi che gli inquietavano l'animo.
<<E poi? Vorrei sapere se è possibile>>
<<A quel tempo visse un uomo, esperto delle pratiche magiche che col tempo e con un assiduo studio, imparò punti deboli e punti di forza. Felix, cosi si chiamava. Riuscì a creare un qualcosa che riuscisse a distruggere tutto il potere incantato in modo da rompere l'oscurità>>.
Peter, era incredulo di ciò che stava ascoltando, mai avrebbe potuto pensare che il suo mondo un tempo era incantato; mai gli sarebbe potuto venire in mente l'esistenza di personaggi come maghi, stregoni, draghi e altre creature che egli aveva potuto soltanto leggerne le descrizioni all'interno dei suoi romanzi. Un dubbio entro nella mente del giovane: "Forse tutto era già prestabilito, forse per questo ho tutti quei romanzi, il destino mi voleva comunicare qualcosa, voleva preannunciarmi questo incontro, o magari, perdippiù, voleva che fossi preparato a ciò di che sarei venuto a conoscere in futuro". Infatti, Peter non era scandalizzato più di tanto all'idea che ad un antico tempo fossero esisti tutti i mondi che per anni lui si era creato e aveva materializzato in quella stanza. Anzi, era eccitato dall'idea che tutto ciò che per lui e i suoi conoscenti fosse sola finzione, ad un tratto, ai suoi occhi increduli ed emozionati, diventasse realtà.
<<Ormai non si può fare più niente per riportare almeno la magia buona indietro?>>, interrogò.
<<Un modo ci sarebbe... ma dovrai seguirmi e lasciare questo posto per molto tempo. Diventeresti mio allievo e impareresti alcuni trucchi più semplici per riuscire a superare le prove che ci aiuteranno ad arrivare alla nostra meta. Sarà un viaggio lungo e tormentato... sei pronto ad affrontarlo?>>
<<Solo un'ultima cosa, come fai malgrado l'accaduto, a possedere ancora una parte dei tuoi poteri?"
<<Eh ragazzo, se vorrai scoprirlo dovrai venire con me... seguimi e imparerai e scoprirai molte cose!>>
Per un attimo tentennò, ma poi con entusiasmo: <<Ci sto!>> rispose Peter, un po' preoccupato del fatto che avrebbe dovuto lasciare i suoi cari di nascosto e loro non avrebbero saputo per un lungo periodo dove sarebbe stato e se fosse stato vivo e vegeto.
Alla risposta piena di ardore del giovane, il vecchio espresse: <<Grandi cose ti aspettano, il destino ti ha riservato un futuro pieno di gloria ed eroismo... non ti pentirai della tua scelta!>>.