☾• Cap.2 •☽

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Quando arrivo davanti al piazzale, vedo un piccolo gruppo formato da cinque lupi, ma non sono più grossi di un lupo qualsiasi.
"Saranno ancora dei cuccioli", penso facendomi avanti tra la folla abbastanza, da scorgere un uomo accasciato per terra con le fauci di uno dei Lycan dal manto castano scuro che gli mordeva il braccio. L'uomo non può fare altro che urlare, e cercare invano di liberarsi dalla sua presa.
"Se continua così finirà per strapparglielo, cazzo!" , penso guardando il braccio dell'uomo grondante di sangue, mentre mi assicuro che nessuno della folla faccia un movimento sbagliato.
Non che mi sorprendi più di tanto il loro comportamento, i Lycan sono impulsivi e il verbo "ragionare" non fa parte del loro vocabolario.
In più, non poco vicino all'uomo c'è un fucile, questo spiega molte cose.
Cerco di rimanere calma e lucida, una volta che mi insinuo nella mente del lupo, riescendo a fargli schiudere le fauci con estrema facilità, permettendo così di salvare il braccio al compaesano.
Mi faccio strada, scansando i diversi corpi che si erano riversati nella piazza per vedere cosa stesse succedendo, vado verso l'uomo. La ferita è grave, ma non tanto da dovergli amputare il braccio, deve essere curato il prima possibile se non vuole morire per dissanguamento.
《Aiutatelo! Qualcuno chiami un'ambulanza, presto!》, urlo, fingendo la parte di una povera ragazza spaventata, mascherando la rabbi che si sta pian piano accumulando, per quel gesto azzardato.
Degli uomini corrono in mio soccorso, portano via il ferito, mentre gli altri allontanano la piccola massa di persone che si è formata intorno a me.
I lupi rimasero a guardarmi incuriositi, senza mai smettere di spostare lo sguardo da me al loro confratello, che comincia a riprendersi dal mio controllo.

"Vedete di andarvene, se non volete correre guai seri. Per oggi vi siete divertiti abbastanza, mocciosi!", gli dico infuriata attraverso il canale telepatico, che avevo brevemente instaurato.

I cinque lupetti non se lo fanno ripetere due volte e corrono via spaventati, con la coda tra le gambe. Mi è bastato, un semplice contatto con la mente di uno di loro per capire tutto. Quei dannati mocciosi si sono allontanati dal gruppo che stava andando a caccia, ma siccome volevano "scatenarsi" un pochino, quale modo migliore per farlo se non andare in città e creare un po' di caos.
" Dannazione! Se la prossima volta mi rirovo un Lycan fra le mani lo trasformo in una borsetta!" , penso mentre guardo il ferito che veniva portato via dall'ambulanza.
Rientrata nel locale, trovo Elaysa spaventata ed intenta a mordersi le unghie dal nervoso, che appena nota la mia presenza mi viene incontro,《Ma si può sapere cosa è successo?》, chiede fuori di sé.
《Era solo un lupetto spaventato che aveva perso l'orientamento.》, rispondo sorridendole, cercando di tagliare corto.
《Strano, eppure la foresta è molto distante da qui.》, dice lei perplessa, senza distogliere i suoi occhi dai miei.
《Chi lo sà, magari erano in cerca di cibo.》,dico, cercando di essere convincente.
Parve pensarci un po', ma la mia risposta l'ha convince a prendere brevemente l'interesse a tal proposito.
Eppure, il fatto che c'è un branco di Lycan qui vicino mi incuriosiva. Il territorio è abbastanza grande e secondo le mie conoscenze, il loro territorio si estende principalmente in Russia, dove possono trovare un territorio di caccia molto più vasto, con una varietà più ampia di prese, mentre cui devono accontarsi di conigli e raramente di qualche cervo. Ma in quel momento,ci pensò Elaysa a scuotermi dai miei pensieri.
《Anya, muoviti! Tra poco arrivano i clienti, mi domando dove si sia cacciato quel ritardatario di Simon!》 , dice con tono scocciato, portando le mani ai fianchi.
Neanche a dirlo, che fa la sua entrata nel locale un ragazzo sui 18anni, dalla corporatura esile all'apparenza ma ben messo, la sua pelle diafana non lo aiutava per niente e gli donava un aspetto quasi sciupato, mentre gli occhi sono così scuri da sembrare neri. Indossa come da sua abitudine, un maglione nero aderente a col collo alto, abbinato a dei jeans scuri. Rispecchiava tutte le caratteristiche di cui andavano pazze le ragazzine, il tipico bello e dannato.
《Alla buon ora! Simon, lo sai benissimo che ci tengo alla puntualità e tu hai sforato di almeno un'ora! Ed è persino il tuo primo giorno di lavoro.》,lo richiama Elaysa, come una madre che becca il figlio con le mani dentro il barattolo dei biscotti.
《Dai Elly, puoi evitargli la strigliata. Poi c'è ancora tempo.》, gli dico appoggiandole una mano sulla spalla, Elaysa mi guarda con sguardo complice e cede.
《Va bene per questa volta lo lascio stare, basta che non si verifichi una seconda volta. Siamo intesi?》, chiede al ragazzo.
Lui annuisce con il capo, per poi andare a cambiarsi, però si ferma e mi guarda negli occhi per qualche secondo. Il suo sguardo mi sembra quasi familiare, decido di distogliere lo sguardo per prima, ma con la sensazione di avere ancora i suoi occhi addosso.
Il locale comincia poco a poco a riempirsi, e il via vai di persone sembra non avere fine. Mentre servo ai tavoli per sbaglio mi sbilancio, ma Simon mi afferra per la vita, mentre con l'altra teneva le ordinazioni, evitando l'imminente disastro di bicchieri rotti.
《Tutto ok?》,chiede puntando i suoi occhi neri sui miei, il mio subconscio mi dice che dovrei stargli lontano, eppure non mi sembra così minaccioso. Se fosse
un vampiro o un Lycan riuscirei a capirlo appena avessi deciso di leggere i suoi schemi mentali. Mi viene quasi subito in automatico, eppure appena ci provo, non riesco ad avvertire nessuna brama di sangue o la natura nascosta del lupo. Niente.
《Grazie ... ora sarà meglio che io torni ad occuparmi dei tavoli.》 ,dico frettolosamente, interrompendo da subito quel contatto.
"Forse mi sto sbagliando." , penso mentre mi giro per dare un'occhiata fugace al ragazzo che intanto aveva ripreso a sua volta a servire al tavolo più in là.
"È solo un umano punto e basta! Perché ci sto ancora pensando!" , mi rimprovero mentalmente, "Ho bisogno di una pausa."
Vado negli spogliatoi per cambiarmi e come da routine dopo essermi cambiata saluto con un cenno della mano Elaysa ed esco dal locale. Dopo aver fatto qualche passo fuori vengo fermata da Simon.
《Scusa. Non ho avuto tempo di ringraziarti per avermi salvato prima con Elaysa, è un bel tipetto.》,dice mostrando un sorriso brillante, mentre porta la mano dietro la nuca.
《Di nulla. Ora devo proprio andare, ci vediamo la prossima settimana.》, gli dico girando i tacchi.
《Aspetta! Posso sapere il tuo nome?》,mi chiede, con uno strano scintillio negli occhi.
《Mi chiamo Anya.》,rispondo, appena le nostre mani entrano in contatto, sento la mia pelle che comincia a bruciare, portandomi ad allontanare la mano di scatto. Quando posso gli occhi sulla sua mano, noto un anello sull'anulare che io non avevo notato.
"Cazzo! Acciaio puro, l'ustione non è così grave, passerà. Però cavolo se brucia!", penso mentre stringo la mano.
《È tutto ok?》,mi chiede lui, che aveva notato la mia smorfia di dolore, mentre avvicina nuovamente quella mano del cazzo, con quel dannato pezzo di metallo!
《S-sì ... grazie, ho solo notato che si è fatto tardi ed io devo tornare a casa.》, dico cercando di resistere alla tentazione di tranciare via il suo dito insieme a quel fottuto anello. Vado verso la moto che avevo parcheggiato vicino al locale, ed una volta che salita sfreccio sulla strada fino a casa.
Quando arrivo, mi tolgo le scarpe e getto la borsa sul divano.
Guardo il palmo della mia mano destra, dove c'è lo stampo dell'anello o almeno solo una parte. "Ecco una bella lezione che mi ricorderò!", penso, senza smettere di guardarmi la mano.
Noi streghe anche se immortali, possiamo essere uccise se ci viene strappato il cuore, ma l'acciaio è una grande rottura, se ci sfiora causa solo delle ustioni, inoltre, se a lungo contatto ci indebolisce, risucchiando le nostre energie.
"Dannato moccioso!" , penso ed intanto l'ustione comincia ad attenuarsi insieme al rossore,"Però quando era entrato non sembrava che avesse anelli sulle mani , eppure aveva con sé quel cazzo di anello! Com'era possibile che non me ne fossi accorta prima!".
《Devo aver avuto la testa sulle nuove oggi. Bah ... poco importa almeno domani avrò tuta la giornata libera! Adoro il sabato!》, dico esultando all'idea di dormire più del solito.
Quando salgo in camera da letto, mi tolgo i vestiti e mi metto il mio bellissimo pigiama con dei pantaloni di tuta neri ed una maglia a maniche lunghe con la scritta " Pillow Wars", la t-shirt è leggermente corta, e lascia intravedere una striscia della mia pelle abbronzata, finisco col addormentarmi in meno di cinque secondi a causa della stanchezza di quel venerdì estenuante, cercando di sognare di nuovo, il verde prato con "Lui" affianco a me che mi accarezza i capelli, mentre le nostre bocche si avvicinano pericolosamente fino quasi a sfiorarsi.

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