Capitolo 2

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CATERINE

Tre anni prima

< Secondo te cosa c'è dopo la morte?> . Mi chiese Jess per l'ennesima volta.

< Paradiso o inferno? > risposi roteando gli occhi.

< Caterine! > .

< Si, Jess? > .

< Rispondi ciò che pensi veramente > .

< Credo nella rinascita in un altro corpo.> risposi poco dopo averci riflettuto brevemente.

< Io non credo > .

< In che senso? > chiesi perplessa.
Era tempo che Jessica mi faceva domande su questa tematica.
Francamente non mi andava di pensare al dopo, avevo già troppi problemi nel presente.

< Io spero > .

< Hai paura > . Non era una domanda. Lo sapevo per certo.
Era ossessionata ormai.

< Caterine...io ho l'ansia di trovarmi  dopo la morte rinchiusa nel nulla. Senza far niente, a contare gli anni che passano; senza più parlare con nessuno, diventando pazza > .

< Jes, non ti affliggere per cose che probabilmente non succederanno..> mormorai sconvolta cercando di tranquillizzarla.

< Ecco! Vedi?! Mi stai già trattando come una matta! Anche tu! >.
Le sue mani tremavano e gli occhi azzurri con la pupilla ristretta schizzavano da tutte le parti tranne che sul mio viso.
< Ma no cosa stai dicendo! Non potr- > venni interrotta dal suo balbettare.

< Io vedo delle cose. N-non so cosa sono.
Dobbiamo andare, sono veloci!>.

Dei lamenti striduli uscivano dalle sue labbra mentre mi afferrava l'avanbraccio trascinandomi verso l'uscita del cortile.

< Jess! Cosa stai dicendo? Mollami! Sei impazzita?> esclamai mentre strattonavo il mio braccio lontano dalla sua presa.

<Non mi credi, non è vero?
Nessuno lo fa! E io che pensavo che tu mi avresti aiutato! Mi fidavo di te!>

Le labbra rosse e spaccate in vari punti, si piegarono in una smorfia.
Si girò e corse via lanciandomi uno sguardo che non avrei più scordato.

                         \_('-')_/

Qualche giorno dopo

Sto andando a casa di Jess, è una settimana che non la sento.
Mi ha rifilato la scusa dell'influenza, come sempre quando ha davanti un problema si nasconde e cerca di non affrontarlo.

Mi dirigo verso il portone di casa sua e lo trovo aperto.
Probabilmente lo avranno per sbaglio lasciato socchiuso e una folata di vento lo avrà fatto spalancare.

Salgo le scale e raggiungo la cucina.
Sul frigo c'è un post-it dei genitori che la avvisano che mancheranno per un paio di giorni. Non mi stupisco, i suoi genitori sono spesso fuori casa, in viaggio per lavoro.

Mi giro intenzionata a salire le scale, quando vedo un'ombra passare fulminea alla finestra.
Mi volto di scatto e spalanco la tendina di pizzo giallo, ma l'unica cosa che vedo è il cane di Jess che mangia allegramente i suoi croccantini.
Perplessa mi dirigo verso le scale prima di notare un dettaglio che mi fa gelare il sangue nelle vene.
Il cassetto delle stoviglie è spalancato.

Potrei giurare che quando sono entrata era chiuso.
Anzi, ne sono certa.

Spaventata esco dalla cucina e salgo le scale due a due; qualcosa non va.

Il pavimento di legno scricchiola sotto i miei passi. Giunta a metà del corridoio apro cautamente la porta della camera di Jess.
< Jess? Sto entran-> mi fermo notando la stanza completamente vuota.
Strano.

Ritorno in corridoio e arrivo davanti alla porta del bagno.
< Hey Jess, sono Cat.> dico mentre busso delicatamente.
< Mi apri perfavore?>non sentendo nessuna risposta abbasso la maniglia.
Non si apre.
< Sei ancora arrabbiata? Scusami per l'altro giorno; possiamo riparlarne? Mi fido di te, ti credo!> mormoro dispiaciuta.
Nient'altro che il silenzio mi risponde.

< Jess, che succede stai male?> chiedo preoccupata.

< Jessica ?>
< Apri la porta! Non sto scherzando!> esclamo angosciata.

Sento una strana sostanza impregnarmi le sottili scarpe bianche di tela.
Guardo in basso; ora sono rosse.

                             ***

Angolo-io-che-non-so-fare-suspance

Ciauuu ^-^
In caso non aveste capito questo capitolo è un flashback di Caterine, nel prossimo capitolo ( ancora revisione ) ci sarà la seconda parte.
Scusate se è corto  -_-'
Addiooo :3

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